Le sue parole d’ordine sono: affidabilità, certificazione, esperienza, innovazione, sostenibilità e un continuo miglioramento della qualità dei prodotti

Caviro: la più grande filiera vitivinicola italiana

  Food and beverage  

Lunedì 5 ottobre al Padiglione Cibus all’interno del sito di Expo 2015, nel corso della Tavola Rotonda dal titolo “Caviro, da sostenibilità a economia circolare: nuova vita per il mondo del vino” - cui hanno partecipato, Carlo Dalmonte, Presidente Caviro Sca; Barbara Degani, Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente; Luigi Mariani, Direttore Museo Lombardo di Storia dell'Agricoltura e Professore dell’Università degli Studi di Milano - Disaa; Virgilio Romano, Director Cliente Service IRi, Sergio Dagnino, Direttore Generale Caviro Sca e Sebastiano Barisoni, Vicedirettore Esecutivo di Radio 24 - è stato presentato alla stampa il Gruppo Caviro.

Nel corso della tavola rotonda è stata anche illustrata la “economia circolare” del gruppo.

Caviro è la principale Cooperativa Agricola italiana con 4 diversi stabilimenti produttivi (Forlì e Savignano Sul Panaro, per il vino, Faenza per la distilleria e l’energia, e Treviso per l’acido tartarico), che promuove il vino italiano nel mondo, creando occupazione e curando ogni fase della filiera, ma anche producendo energia e riducendo al minimo l’impatto ambientale.

Costituita nel 1966, la Caviro rappresenta la più grande filiera vitivinicola italiana con un portafoglio di marchi superpremium e con prodotti che, dal Veneto, alla Toscana, alla Puglia, sono considerati dei veri e propri ambasciatori dell’Italia sui mercati mondiali.

Regione

Ettari

N.ro Cantine

Abruzzo

8.093

9

Emilia

Romagna

2.285

13.802

4

7

Friuli

1.750

1

Marche

365

2

Puglia

1.051

4

Sicilia

4.872

1

Toscana

880

2

Veneto

1.900

2

Tra i soci vi sono 32 cantine sociali, conferenti vino, che raggruppano 12.000 viticoltori su una superficie di oltre 30.000 ettari e che producono 6.200.000 quintali di uva, 7 cantine sociali, che conferiscono i sottoprodotti delle loro lavorazioni, 2 consorzi vitivinicoli e 2 cooperative del settore ortofrutticolo.

Il continuo miglioramento dei prodotti è consentito grazie ad impianti moderni e ad un team di professionisti che conta ben 51 enologi. Grazie ad una capillare presenza su tutto il territorio nazionale e a una produzione che comprende le principali varietà di uva, Caviro esporta in oltre 70 Paesi una vasta gamma di vini italiani, acquistabile in Gdo, nell’Horeca e nel web.

Tavernello, ad esempio, è il primo marchio di vino italiano nel mondo, riconoscibile anche per la sua confezione in brik, che, è doveroso dirlo, non solo determina emissioni di Co2 molto inferiori rispetto al vetro, ma presenta anche maggiore efficienza nel trasporto.

Il gruppo, presieduto da Carlo Dalmonte, comprende anche la Divisione Distilleria, leader di mercato in Italia nella produzione di alcool con una quota del 25% e co-leader mondiale nell’acido tartarico naturale. Il gruppo, infatti, è il 1° produttore di alcool in Italia a valore e 2° a volume ed è il 2° produttore mondiale di acido tartarico naturale.

Gli investimenti operati negli ultimi 6 anni per un valore complessivo di 100 milioni di euro ci hanno permesso di ottenere un continuo miglioramento delle nostre performance in termini di qualità e rispetto dell’ambiente. - ha affermato Sergio Dagnino, Direttore Generale Caviro Sca - L’impegno in materia di ecosostenibilità però ci accompagna sin dalle origini, basti pensare che il nostro Gruppo recupera il 30% delle acque e risparmia 50.000 tonnellate sul packaging ed imballaggi grazie all’utilizzo di brik e vetro leggero.

Caviro opera prestando la massima attenzione non solo al rapporto qualità-prezzo, ma anche e soprattutto all’ecosostenibilità. La tutela dell’ambiente per questo gruppo, infatti, passa attraverso una serie di fattori e di pratiche che interessano ogni fase, dal vigneto al bicchiere, offrendo un modello di produzione sostenibile: la cosiddetta “economia circolare”, che è una alternativa all'economia lineare tradizionale; un modello strategico che mira, attraverso una attenta progettazione di prodotti e processi, a preservare il valore dei beni il più a lungo possibile, eliminando così il concetto di rifiuto.

Tutti gli scarti - ha spiegato Dalmonte - vengono sfruttati per energia rinnovabile: dalle fecce produciamo biogas per energia elettrica e termica, mentre dalle vinacce produciamo energia termica ed elettrica attraverso la combustione controllata e con le migliori tecnologie di trattamento delle emissioni. A questo si aggiunge l’autosufficienza energetica totale e rinnovabile degli impianti Caviro, contribuendo efficacemente alla riduzione degli effetti dei gas serra.

Per garantire l’anima “green” delle proprie etichette, lo ribadiamo, l’azienda utilizza fonti rinnovabili per la generazione di energia dagli scarti di lavorazione, valorizza i sotto-prodotti agroindustriali trasformandoli in materie prime per il comparto farmaceutico e beverage, e recupera l’acqua. Il gruppo, ad esempio, è il 1° in Italia per il recupero delle acque reflue.

Presso la divisione vino di Forlì, è stato introdotto un impianto di cogenerazione ad alto rendimento, che consente di valorizzare le proprietà energetiche del combustibile metano, per la produzione di energia elettrica e termica. Partendo da un consumo complessivo elettrico di stabilimento pari a 7.873.917 kWh, esso consente di autoprodurre 6.344.970,0 kWh recuperando al contempo energia termica per un valore di 3.895.120,78 kWth.

Inoltre, a Faenza, l’azienda dispone di una centrale termica alimentata a biomasse (vinacce, sfalci, ecc.) e di tre impianti a biogas che producono energia elettrica dagli scarti della distillazione e dalla depurazione dei reflui di lavorazione delle aziende agroalimentari, coprendo quasi il 100% del fabbisogno interno.

Il modello di economia circolare di Caviro - ha concluso Dalmonte - consente di recuperare gran parte degli scarti per produrre valore. Ciò permette di ammortizzare parte del costo, arrivando sul mercato con un prodotto di qualità e con prezzi in linea con le aspettative del consumatore.

L’analisi delle performance ambientali dimostra inoltre che Caviro Distillerie recupera, ad oggi, ben il 99,9% dei rifiuti prodotti, inviando allo smaltimento solo lo 0,1%.

Le strategie del gruppo trovano un crescente interesse da parte di chi acquista: La sensibilità sull’argomento è destinata ad aumentare. - ha affermato Virgilio Romano, Director Cliente Service Director di IRi - i consumi sempre più includeranno valenze sociali e ambientali che chiameranno i consumatori a scelte più attente e ad un uso più responsabile dei prodotti”.

Barbara Degani, Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, infine, ha sottolineato che anche il Ministero dell’Ambiente è impegnato nell’accresce l’impegno delle imprese verso lo sviluppo di una economia circolare.

Stiamo lavorando su due fronti - ha dichiarato la Degani - da una parte sulla base di accordi volontari con le aziende che dimostrano come ci sia una nuova sensibilità su questo tema e dall’altra attraverso politiche di defiscalizzazione che agevolino le realtà che già applicano l’economia circolare. Stiamo lavorando anche sul piano dell’educazione ambientale e in Cittadinanza Attiva abbiamo aggiunto due parole: responsabile e sostenibile che sono stati i temi che Caviro porta avanti.

Info: www.caviro.it

Giovanni Scotti

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