Illustrati i risultati di una ricerca sui consumi alimentari che rivela un comportamento poco eco-friendly

Osservatorio Nutrizionale Grana Padano: l’alimentazione è ancora poco sostenibile

  Salute  

E’ stato pubblicato un nuovo studio dell’’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano, nato nel 2004 grazie all’impegno del Consorzio Tutela Grana Padano in collaborazione con FIMP (Federazione Italiana Medici Pediatri) e SIMG (Società Italiana di Medicina Generale).

L'Osservatorio Nutrizionale Grana Padano fotografa dal 2005 gli stili alimentari della popolazione italiana con appositi questionari somministrati sia dai medici che dai pediatri di libera scelta ai loro assistiti, ai quali nel 2007 si sono aggiunti dietisti e altri medici specialisti.

L’indagine dell'Osservatorio non viene svolta da intervistatori, ma proprio dai professionisti della salute che svolgono sui loro assistiti le anamnesi alimentari a favore della loro salute e a scopo educativo.

Ogni medico intervista il suo assistito ed effettua l’anamnesi in un’area riservata on line dove risiede il software: l’intervista è guidata da un questionario elettronico che raccoglie varie informazioni (età, sesso, peso e altezza per calcolare il BMI, la circonferenza addominale, lo svolgimento di attività fisica, il tempo trascorso in attività sedentarie, come, ad esempio, guardare la TV, utilizzare il PC, fare giochi elettronici, e l’abitudine al fumo). La parte alimentare valuta la frequenza di assunzione settimanale o mensile dei più importanti e diffusi alimenti consumati in Italia. I dati dichiarati vengono poi elaborati dal software che calcola il contenuto in macronutrienti e micronutrienti e di conseguenza quanti se ne sono assunti con la dieta abituale. Il software, dopo aver elaborato e sommato i nutrienti assunti, li paragona al fabbisogno giornaliero di ogni individuo, distinto per età e sesso, per valutarne lo scostamento rispetto ai valori standard. Le eccedenze e deficienze di nutrienti significative vengono evidenziate per correggere l’errore nutrizionale emerso dall’anamnesi. Gli scostamenti dei nutrienti vengono poi riclassificati in cibi da assumere più o meno frequentemente. Oltre a ciò il software permette, solo al medico, di suggerire comportamenti personalizzati a seconda del quadro clinico dell'intervistato. I risultati e i suggerimenti vengono consegnati all’intervistato.

I dati raccolti con le anamnesi vengono poi elaborati per dare informazioni di carattere osservazionale-epidemiologico che periodicamente sono diffusi alla società civile.

L’ultimo studio realizzato dall’Osservatorio Nutrizionale Grana Padano ha analizzato le abitudini alimentari di circa 1200 individui, 47,3% donne e 52,7% uomini di età compresa fra 18 e 90 anni, con un BMI medio molto simile (27,6 kg/mq per le femmine e 27,4 kg/mq per gli uomini).

Dallo studio è emerso che, anche tra gli italiani intervistati, vi sono scelte “poco sostenibili”. Per esempio, si utilizza molto pesce conservato che richiede un notevole dispendio di energia per conservazione e lavorazione. La classica “scatoletta” è molto usata: il 40% degli intervistati la utilizza tutte le settimane e di questi, il 10%, consuma cibo in scatola dalle 2 alle 4 volte a settimana.

Il consumo di patate rimane una preferenza degli italiani: solo il 5% degli intervistati afferma di non consumarle mai, mentre quasi il 70 % ne fa uso settimanalmente, di questi il 34% da 2 a 4 volte. Da una parte questo consumo è un comportamento auspicabile, essendo la patata un alimento facilmente reperibile e conservabile, ma dal campione risulta che troppo spesso è consumata sotto forma di fritto o snack. Il sacchetto di patatine è utilizzato dal 60% degli intervistati e quasi il 20% di essi lo usa più volte a settimana. L’impatto negativo di questo consumo non è solo sulla salute per via dell’altissimo valore calorico, sale, grassi e scarso senso di sazietà, ma anche sull’ambiente. Infatti, questi snack hanno un imballaggio non riciclabile che spesso non viene riposto tra i rifiuti contribuendo a peggiorare l’inquinamento ambientale.

Anche lo zucchero è molto impiegato, il 50% degli intervistati lo consuma quotidianamente, anche più volte nella giornata. Gli alimenti raffinati come lo zucchero richiedono lavorazioni complesse e inquinanti, sono quindi poco sostenibili tutti i prodotti eccessivamente dolci e prodotti con farine raffinate come biscotti e brioches. Gli alimenti semplici e integrali invece non sono molto graditi e non rientrano nelle abitudini degli intervistati: il 50% non consuma mai il pane integrale e solo un 11% lo mangia almeno 1 volta al giorno. Il 60% del campione adopera invece pane bianco, e il 30% di questi arriva a mangiarne anche 2-3 porzioni al giorno. I cereali raffinati sono impiegati dal 97% degli intervistati, mentre il 55% non utilizza mai l’integrale. Infatti, più della metà degli intervistati non mangia mai pasta e riso integrale, ma nemmeno farro o orzo.

Lo studio ha considerato diversi alimenti ed è stato possibile concludere che l’olio d’oliva viene usato praticamente da tutti. L’impiego del condimento vegetale è sicuramente auspicabile per la salute. Dalle persone intervistate è emerso che il 90% non utilizza mai la margarina e solo occasionalmente il burro.

La riduzione dell’eccesso dell’uso dei grassi animali riduce i rischi cardiovascolari e l’utilizzo dell’olio d’oliva ci permette di guadagnare in salute, promuovendo l’utilizzo di un prodotto nazionale di grande qualità. - ha affermato la Dott.ssa Michela Barichella, medico specialista in Scienza dell’alimentazione, membro dell’Osservatorio nutrizionale Grana Padano - Gli esperti dell’Osservatorio studiano le abitudini alimentari per dare dei consigli utili e semplici, che permettano di migliorare la salute, ma che tengano conto anche dell’ambiente.

Dalle interviste fatte emerge che il formaggio stagionato è entrato nelle abitudini degli italiani, soprattutto grattugiato sul primo piatto, un consumo che fa coincidere il gusto con la buona alimentazione perché, oltre che insaporire, apporta nutrienti essenziali e può essere assunto anche da chi è intollerante al latte perché non contiene lattosio. Si osserva invece che non siamo abituati a mangiare gli alimenti freschi. Inoltre, anche l’utilizzo di frullati e centrifughe è davvero basso. Beviamo poca acqua del rubinetto; berne di più aiuterebbe a risparmiare bottiglie di plastica.

Le uova sono consumate una volta a settimana, mentre la carne e il pesce sono utilizzati come maggior fonte proteica dagli intervistati. Sicuramente il piatto a cui quasi nessuno vuole rinunciare è la pizza. Solo il 5 % degli intervistati non la mangia mai, mentre il 40% lo fa almeno una volta a settimana e un altro 40% anche più volte.

I CONSIGLI PER MANGIARE SOSTENIBILE

BERE ACQUA DEL RUBINETTO

È igienicamente sicura, contiene oligoelementi e nella maggior parte delle regioni italiane ha anche un sapore gradevole.

CONSUMARE LEGUMI

Sono un’ottima fonte di fibra e proteine, soprattutto se consumati insieme ai cereali (pasta, riso, orzo, farro).

Ceci, lenticchie, fave, fagioli, piselli di produzione italiana, hanno costi sostenibili, la loro conservazione non implica consumo di energia, per questo oltre che freschi andrebbero utilizzati anche legumi secchi, moderando l’uso di quelli in scatola.

NON DIMENTICRE LE UOVA

Un paio di uova alla settimana, sode o alla coque o cucinate in padella antiaderente, sono un’ottima alternativa proteica al secondo piatto di carne, a costi bassi.

Le uova biologiche sono quelle più ecosostenibili.

PRFERIRE I DERIVATI DEL LATTE

Preferiamo quelli stagionati come il Grana Padano DOP, consumiamolo 3 volte a settimana al posto della carne: apporta proteine essenziali, minerali e vitamine.

Si produce solo in Valle Padana, ha una filiera corta con un minore impatto ambientale.

Il costo delle sue proteine è simile a quello delle uova.

PREFERIRE CIBI FRESCHI, DI STAGIONE

Cerchiamo di rispettare le stagionalità di frutta e verdura, variandone sempre le qualità e preferendo quella a chilometro zero.

Preferiamo gli alimenti freschi ai conservati, surgelati e cibi pronti poco sostenibili e spesso carichi di grassi e sale.

CONSUMARE CIBI INTEGRALI

Riso, orzo, farro, pane e pasta integrali contengono buone quantità di fibra, vitamine e sono anche molto buoni.

Richiedono tecniche di produzione meno elaborate; cerchiamo di alternarli ai cereali raffinati.

NON DIMENTICARE PATATE E CIPOLLE

Sono alimenti sostenibili e a basso costo, ma sono anche ingredienti che possono rendere prelibati i piatti più semplici.

La cipolla fornisce anche antiossidanti, mentre la patata fornisce energia, entrambi possono essere coltivati vicino a casa.

EVITARE TUTTI GLI SPRECHI

Compriamo solo quello che vogliamo mangiare.

Conserviamo il cibo meno possibile per risparmiare energia e, se ne rimane, cerchiamo di recuperare con fantasia i cibi avanzati, rielaborandoli per il giorno dopo.

RICORDARSI SEMPRE DELLA RACCOLTA DIFFERENZIATA

Tutti gli imballaggi, soprattutto se di vetro, carta, plastica o metallo, devono essere smaltiti separatamente.

Evitate di buttare tutto nel cassonetto dell’indifferenziata.

Andiamo a fare la spesa con la borsa, avremo meno sacchetti da buttare.

Info: www.educazionenutrizionale.granapadano.it.

Giovanni Scotti

 Versione stampabile




Torna