Dalle Valli del Mincio all’anfiteatro delle Colline Moreniche: un itinerario insolito tra vie d’acqua, cicloturismo e tesori culturali

I “Pendii del buon turismo” nel mantovano

  Turismo d’autore  

Sono passati 2000 anni e la campagna mantovana è ancora placida e rasserenante come quando la cantava Virgilio.

Che era nato qui ad Andes, un piccolo borgo oggi dedicato a lui. Una campagna idillica, immersa nella nebbiolina delle prime ore del giorno e illuminata dai tramonti dorati della sera. Particolare perché intrecciata con una fitta rete di vie d’acqua.

E’ il Mincio con i suoi affluenti, con i canali artificiali, con i laghi che si allargano all’improvviso intorno a Mantova, o anche intorno a piccoli centri come Castellaro Lagusello . “Borgo più Bello d’Italia” e “Bandiera Arancione” del Touring Club

Tutto, in questo mondo di terre e di acque, è inserito e protetto nel Parco regionale del Mincio fondato nel 1984, che copre il territorio mantovano dal lago di Garda da cui si forma il fiume fino al Po dove sfocia, incuneato nel fronte sud-orientale della Lombardia.

Il Parco ha una forte valenza ambientale prima di tutto, conservando la wetland interna più vasta e preziosa d’Italia, riconosciuta destinazione europea EDEN d’Eccellenza (European Destinations of Excellence) insieme ai borghi rivieraschi di Rivalta sul Mincio, Soave e Grazie, e sicuramente una delle aree umide interne più grandi d’Europa

In particolare la Zona di Protezione Speciale (ZPS) “Valli del Mincio”, che comprende al suo interno la Riserva Naturale Regionale “Valli del Mincio” e gran parte del Sito di Importanza Comunitaria (SIC) “Ansa e Valli del Mincio”, è un vero e proprio scrigno di biodiversità. Tanto più prezioso in quanto poco conosciuto e quindi adatto ad un turismo alternativo che cerca luoghi incontaminati lontani dalle vie di massa. Per esempio ai turisti che scelgono di scoprire i luoghi attraverso le vie d’acqua o in bicicletta. I percorsi ciclopedonali sono qui una rete ricchissima che permette di raggiungere sulle due ruote sia il lago di Garda che gli argini del Po (dai quali si dipana la ciclovia VENTO).

Praterie igrofile, canneti e cariceti dominano un labirinto di ambienti tipicamente palustri popolati da aironi coloniali, rapaci diurni, svassi e anatre.

Accanto al borgo rivierasco di Rivalta si svela una ricchezza eccezionale rappresentata da sessanta varietà palustri e acquatiche. Con le barche delle cooperativa Barcaioli del Mincio, oppure in canoa, si scivola lungo i canali, incontrando specie tipiche come la Vallisneria, il Millefoglio d’acqua, la Brasca a foglie sottili e l’Erba gamberaia, oppure i lamineti di Ninfea bianca, Nannufero e Castagna d’acqua che si distendono sulle superfici come preziosi ricami. Squarci di colore sulle sponde con l’Ibisco e l’Iris palustre, il Garofanino d’acqua, l’Altea e Bismalva, la Veronica acquatica e il Nontiscordardimè e gli eccezionali enormi fior di loto.

Chi ama il birdwatching rimarrà ore e ore ad osservare gli uccelli, oltre duecento specie tra stanziali, migratori e svernanti, aironi, garzette, rapaci diurni come il Falco di palude, e il Pellegrino, svassi, anatre.

Ma nel Parco Regionale del Mincio ci sono anche tesori culturali e storici.

Prima di tutto il Santuario di Grazie di Curtatone.

Nel punto in cui il fiume si allarga diventando Lago Superiore, il Santuario di Grazie di Curtatone appare sulla riva destra del fiume Mincio, dominando l’ex villaggio di pescatori a cui dà il nome, e che è di recente entrato nell’elenco dei “Borghi più belli d’Italia”. Francesco I Gonzaga, quarto capitano di Mantova, fece costruire il sacro edificio nel 1399 come voto alla Madonna, mentre la peste imperversava in città.

All'esterno, di un severo gotico lombardo, fa da contrasto l'interno ad una sola aula e abside poligonale, vibrante manifestazione della fede popolare. Una vera scenografia teatrale, formata da una teoria di statue polimateriche di nobili pellegrini, di popolani in preghiera o di miracolati sopravvissuti a incidenti e persino a pene capitali. Dal soffitto pende un coccodrillo impagliato carico di valenze simboliche, mentre ovunque si scorgono ex-voto anatomici e pittorici, mani, occhi, seni, bubboni pestiferi per i quali veniva richiesta la guarigione.

Qui si trovano la cappella funeraria creata da Giulio Romano per il letterato Baldassarre Castiglione e, custodita in un ricco tabernacolo nel monumentale altare maggiore, la tavola con l'effige del XV secolo della Madonna delle Grazie, dipinta nei modi della tradizione bizantina.

Se si arriva qui a Ferragosto, si assiste al concorso nazionale dei Madonnari, virtuosi dell’arte effimera del gessetto, a cui è dedicato un Museo locale che conserva capolavori unici di Maestri Madonnari.

A Monzambano una vecchia via feudale conduce al castello, scuro e severo, posto su un colle, che doveva offrire rifugio alla popolazione minacciata probabilmente dagli Ungari nel secolo X. La pianta, di poligono irregolare, segue l'andamento del poggio e presenta quattro torri e due masti. Dall’alto una vista eccezionale sulla dolcezza del paesaggio mantovano.

Più a nord, verso l’anfiteatro delle Colline Moreniche, Castellaro Lagusello è uno degli angoli più suggestivi del Mantovano,uno del Borghi più Belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club. Risalente al 1100-1200, il castello di Castellaro fu edificato dagli Scaligeri ma, per la sua posizione strategica all’interno dell’antiteatro morenico, finì in possesso dei Visconti, poi dei Gonzaga e infine della Serenissima Repubblica di Venezia. Eretto su un’altura naturale a nord di un piccolo lago a forma di cuore, era difeso da possenti mura merlate e da dieci torri. Dell'antica costruzione rimangono pressoché intatte la cinta muraria, quattro torri, alcuni tratti del camminamento di ronda e due case rustiche medievali.

Infine, tra i tesori storici, non si può dimenticare Solferino, adagiato tra la pianura e il lago di Garda, su un’altura panoramica che venne scelta come punto d’osservazione strategica durante la battaglia decisiva per l’Indipendenza dell’Italia dall’Impero Asburgico, il 24 Giugno del 1859. Dopo lo scontro sanguinoso in cui le truppe francesi capitanate da Napoleone III e dal generale Mac Mahon sconfissero l’armata austriaca dell’Imperatore Franz Joseph, lo svizzero Henry Dunant, ebbe l’idea di fondare a Croce Rossa Internazionale, che ha a Solferino il suo Memoriale.

Il turismo slow in questa area che, dalle Valli del Mincio, risale fino all’antiteatro delle colline moreniche del Garda, richiede soste ad hoc.

Eccellente la proposta a Solferino dell’azienda agricola e agriturismo Solimago, che prende origine dalla Casa Costanza Fattori dove, durante il Rinascimento i Gonzaga, signori di Mantova, battevano moneta

Una bella storia di passione e di imprenditorialità femminile.

Antonella e Simonetta Licata, una aiuto regista, l’altra architetto, nel 2004 hanno avviato la gestione dell’azienda agricola Solimago nel suggestivo borgo di Pozzo Catena, nel cuore di Solferino.

L’azienda è ricavata in un’antica corte e si presenta immersa in un rigoglioso giardino, dove si incontrano cedri del Libano secolari e gelsi imponenti, memoria della filanda attiva fino agli anni ’30, tra piante lussureggianti, iris, lavanda, glicine, rose ed erbe aromatiche.

I 6 ettari della tenuta sono coltivati con tecniche a basso impatto ambientale secondo la filosofia di un’agricoltura eco-compatibile. A Solimago maturano uva rossa Merlot e Cabernet D.O.C., bianca da vitigno Tokay, olive, frutta, orticole, erbe aromatiche, grano. Si producono pane integrale fatto in casa, confetture e succhi di frutta artigianali, olio extra vergine e olive in salamoia. Dal momento che in Azienda si pratica una dieta vegetariana, non vengono allevati animali.

Nella tenuta è presente una dimora storica risalente al XVI secolo che nel 1859 fu teatro dei soccorsi durante e dopo la furibonda battaglia del 24 giugno. Dall’azienda si raggiunge infatti facilmente la collina della Battaglia, tante volte rappresentata nell’iconografia risorgimentale

www.solimago.it

Per dormire :

Agriturismo Sette Frati a Rivalta sul Mincio, immerso nel Parco del Mincio

www.cortesettefrati.it

Per mangiare:

Ristorante “La Dispensa”, Castellaro Lagusello,

www.ristoranteladispensa.com

Per info:

www.parcodelmincio.it - www.terredelmincio.it

www.facebook.com/parcodelmincio

Franca Dell’Arciprete

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