Fra le personalità più emblematiche del Rinascimento nell’Italia settentrionale.

Lugano, Museo Cantonale d’Arte: Bramantino, l’arte nuova del Rinascimento lombardo

  Cultura e società   

Fino all’11 gennaio 2015 il Museo Cantonale d’Arte di Lugano presenta Bramantino. L'arte nuova del Rinascimento lombardo, un’importante esposizione dedicata a Bartolomeo Suardi detto il Bramantino (doc. 1480-1530), fra le personalità più emblematiche del Rinascimento nell’Italia settentrionale.

La mostra, a cura di Mauro Natale, con la collaborazione di Edoardo Rossetti, ripercorre l'itinerario culturale ed espressivo dell’artista a partire dagli esordi, secondo una sequenza cronologica ragionata e nuova rispetto alle proposte fino ad ora formulate dagli studiosi: dalle prime opere (ad esempio la Madonna con il Bambino del Museum of Fine Arts di Boston) alla collaborazione con l’architetto e pittore Donato Bramante - da cui ha tratto il soprannome con il quale è noto ancora oggi - fino alle ultime opere conosciute tra le quali la Fuga in Egitto custodita in Ticino, nel santuario della Madonna del Sasso a Orselina. Proprio in occasione della mostra, che vede riunirsi eccezionalmente diversi capolavori del Bramantino nella sede del Museo Cantonale d’Arte di Lugano, l’Ufficio dei beni culturali ha deciso di promuovere, in collaborazione con il museo, il restauro di questo dipinto, che costituisce una delle più importanti testimonianze di epoca rinascimentale presenti sul territorio ticinese.

Oltre al dipinto di Orselina è possibile ammirare in mostra altri capolavori restaurati per l’occasione tra i quali spicca la Madonna in trono con il Bambino e santi della Galleria degli Uffizi, che si può adesso apprezzare nella sorprendente cromia originale, luminosa e cristallina, restituita dal restauro.

In occasione della mostra il Museo Cantonale d’Arte ha inoltre promosso una campagna di analisi scientifiche sulle opere di Bramantino presenti in mostra, eseguite nell’ambito delle attività di ricerca del Centro Arti Visive dell'Università degli Studi di Bergamo.

Accanto a opere capitali di Bramantino provenienti da prestigiose istituzioni come la National Gallery di Londra, la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid o ancora la Pinacoteca di Brera di Milano, sono presenti in mostra opere degli artisti con i quali Bramantino ha condiviso la scena o ha dialogato come Bernardo Zenale, Giovanni Agostino da Lodi, Bernardino Luini e Gaudenzio Ferrari rappresentati anch’essi grazie a prestiti di straordinaria importanza provenienti da grandi collezioni private (tra esse la Collezione Borromeo) e musei quali lo Städel Museum di Francoforte o ancora il Denver Art Museum. Il progetto espositivo si propone infatti di evidenziare il ruolo centrale del Bramantino nell’evoluzione artistica dell’epoca, fra i maggiori protagonisti della crisi culturale e del rinnovamento figurativo che trasformarono radicalmente il linguaggio pittorico in Lombardia tra la fine del Quattrocento e i primi vent’anni del secolo seguente, al momento del crollo della dinastia sforzesca e dell’occupazione francese.

Da sempre attivo nello studio e nella valorizzazione di protagonisti della storia dell’arte legati al territorio, il Museo Cantonale d’Arte, in concomitanza con l’evento espositivo, ha inoltre voluto farsi promotore di due giornate di studio dedicate al Bramantino che si terranno a Villa Ciani a Lugano il 6 e 7 novembre 2014, in cui saranno presentati aggiornamenti e nuovi risultati in questo ambito di ricerca. Il convegno desidera pertanto offrire spazio a interventi storico-artistici e a indagini tecniche e scientifiche condotte sulle opere.

Ancora oggi il catalogo del Bramantino è oggetto di revisioni e di proposte contraddittorie che coinvolgono non solo i problemi di attribuzione e di autografia, ma anche quelli della sequenzialità e della cronologia. La scarsità di documenti e la straordinaria capacità di rinnovamento che il pittore ha dimostrato nelle sue opere hanno infatti contribuito a rendere insidioso lo studio dell’artista.

Sul piano formale Bramantino ha saputo rinunciare ai valori narrativi della pittura a vantaggio di una progressiva semplificazione del linguaggio e di una sorta di astrazione delle forme, ottenuta ricorrendo alla prospettiva e ad una rigorosa selezione cromatica. Questa singolare maniera moderna è il risultato di una sofisticata maturazione espressiva in cui confluiscono alcune delle tendenze più innovative della pittura Rinascimentale: da Leonardo da Vinci, ai maestri veneti, a Raffaello, di cui Bramantino ha potuto conoscere gli inizi della carriera romana nel 1508-1509.

In mostra, l’opera di Bramantino è messa a confronto con dipinti, disegni, miniature, sculture e oreficerie (alcune di esse come lo stupefacente reliquiario di San Mauro Castelverde, esposto al pubblico per la prima volta) che consentiranno di evocare alcune delle tendenze della cultura figurativa lombarda negli anni delle guerre d'Italia e dell'occupazione francese (1499-1525).

La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Skira a cura di Mauro Natale, con la collaborazione di Edoardo Rossetti, con testi di Laura Aldovini, Sophie Bonetti, Stefania Buganza, Carlo Cairati, Lara Calderari, Corinna Gallori, Mauro Natale, Cristina Passoni, Gianluca Poldi, Cristina Quattrini, Francesco Repishti, Edoardo Rossetti, Francesca Rossi, Edoardo Villata e Vito Zani.

Info e prenotazioni: Museo Cantonale d’Arte - Via Canova 10, 6900 Lugano - tel.: +41 (0)91 815 7971 - www.museo-cantonale-arte.ch - benedetta.giorgi@ti.ch.

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