Dipinti barocchi della collezione di Francesco Molinari Pradelli

Firenze, Galleria degli Uffizi: Le stanze delle muse

  Cultura e società   

Il Caravaggio disse che tanta manifattura gli era fare un quadro buono di fiori come di figure. Con queste parole il marchese Vincenzo Giustiniani si rivolse con una lettera all’allora Cardinale di Milano Federico Borromeo, per esaltare gli effetti della “natura morta”, genere pittorico che, dai loro tempi, ebbe grande diffusione tra gli artisti.

Questo concetto è stato dimostrato appieno nella mostra, conclusasi lo scorso 11 maggio a Firenze presso la Galleria degli Uffizi che ci ha proposto una collezione di nature morte, ritengo, fra le più belle del mondo; dipinti che non sfigurano certo, proseguendo nella visita, di fronte ai ritratti, ai paesaggi o ai temi di storia, questi ultimi considerati, fino al Seicento, arte maggiore. Di indubbia grande sensibilità artistica il famoso Maestro d'orchestra Francesco Molinari Pradelli (Bologna, 1911-1996) precorse i tempi nello scegliere questo genere, fondando le sue scelte indipendentemente dalla critica in auge, dalle mode, dal valore di mercato, facendo suo quel che gli piaceva.

Le sale degli Uffizi, votate alle esposizioni temporanee, ci hanno mostrato la sua collezione per una più diffusa conoscenza, tanto gradita perché privata, quindi non accessibile al grande pubblico; raccolta di cui il Maestro, di concerto con l'allora Sovrintendente di Bologna, Andrea Emiliani, incoraggiò la notifica d'insieme per 117 dipinti affidandoli quindi alla tutela dello Stato. Fra le ragioni che hanno portato a questa esposizione a Firenze è significativa quella che si fonda sui legami di Francesco Molinari Pradelli con il “Maggio Musicale Fiorentino”, in quanto molte furono le sue direzioni al Teatro Comunale.

La mostra, a cura di Angelo Mazza, storico dell’arte di grande competenza e sensibilità, è stata articola in sette sezioni.

I) “Natura morta”: Capolavori di Jacopo Chimenti detto l'Empoli, Cristoforo Munari, caravaggeschi ancora in attesa di un nome certo, Luca Forte, Giuseppe Recco, Carlo Magini, Baldassarre De Caro.

II) “Pittura lombarda”:Giuseppe Nuvolone, Giulio Cesare Procaccini, Frà Galgario, Bazzani, Magnasco.

III) “Pittura veneta”: Palma il Giovane, Turchi, Sebastiano Ricci, Pittoni, Nazzari.

IV) “Pittura emiliana”: Mastelletta, Schedoni, Scarsellino, Cagnacci, Ubaldo e Gaetano Gandolfi.

V) “Pittura toscana”: Cigoli, Sagrestani, Ferretti.

VI) “Pittura romana”: Dughet, Keilhau, Pasqualino Rossi, Mola.

VII) “Pittura napoletana”: Micco Spadaro, Luca Giordano, Vaccaro, De Mura.

L’esposizione rientra nel ciclo di eventi espositivi di “Un anno ad Arte”, gestito da Firenze Musei, che, da tempo propone nelle sue sedi espositive principali mostre di grande qualità, rinnovandosi ogni anno. Il catalogo, elegante ed importante, edito da Giunti-Firenze Musei, contiene vari saggi che ci parlano, oltre che della sua strepitosa qualità di conoscitore d’arte, avvalorata dai grandi critici del suo tempo, della sua attività di Direttore d’orchestra di risonanza mondiale, per cui è veramente appropriato il titolo della mostra “Le stanze delle muse”: musica e pittura a braccetto a creare grande poesia.

Info: Galleria degli Uffizi - Piazza degli Uffizi 6, Firenze - www.unannoadarte.it - www.polomuseale.firenze.it.

Fabio Giuliani

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