E´ questa la soluzione per un turismo sostenibile. Tra le Alpi Carniche, in antiche dimore restaurate, per cercare tranquillità e contatto con la natura. E si prova la vita dei paesi

L´albergo diffuso in Carnia

  Turismo d’autore  

Si capisce al primo sguardo che le case del progetto Albergo Diffuso in Carnia sono diverse dalle altre e non appartengono ai circuiti turistici di massa. Albergo Diffuso, in questa parte del Friuli Venezia Giulia, significa infatti turismo sostenibile.

Tra foreste e vallate, la particolare formula prevede la sistemazione degli ospiti in bellissime case e dimore storiche, di pregio e dal fascino autentico (restaurate senza uso di cemento), sparse nei tanti paesi e indipendenti fra loro, coordinate da una reception che fornisce i migliori servizi e comfort, tra cui pulizie, cambio biancheria bagno-letto e speciali convenzioni con ristoranti e botteghe artigiane. Le case - di cui possono essere utilizzate anche le cucine - sono assegnate in forma esclusiva al cliente. Abitarvi significa assaporare ritmi di vita e usanze - sempre genuine, schiette e cordiali - dei borghi nella quali sono inserite. L’ospite non è più un semplice turista ma diventa un vero e proprio residente che si integra – in un’atmosfera intima e familiare - con il territorio e i suoi abitanti.

La soluzione dell’Albergo Diffuso – con i complessi residenziali di Lauco, Sutrio, Comeglians, Paularo e Ovaro/Raveo/Prato Carnico, per oltre 500 posti letto - è quindi sinonimo di turismo rurale e di tradizione che si fonde con la moderna ospitalità. Senza dimenticare il desiderio di autonomia e indipendenza.

Per saperne di più www.alberghidiffusicarnia.it.

La Carnia, da vedere e da provare - L’Albergo Diffuso propone sempre interessanti pacchetti di servizi e di intrattenimento. Inoltre le opportunità offerte da questa parte della montagna friulana sono molte, dai sentieri in quota alle corse a cavallo, dalle arrampicate alle escursioni a piedi o in mountain bike. Mentre d’inverno sono lo sci, le lunghe passeggiate e le gite con le racchette da neve o le pelli di foca a farla da padrone. La Carnia e le sue sette vallate sono un unico, grande villaggio dove le buone cose di una volta contano ancora molto. Come la gastronomia. Infiniti i sapori della tavola. Chi ama le delizie della cucina tipica ha l’imbarazzo della scelta in fatto di ottimi ristoranti, salumerie, aziende e cooperative agricole, vecchie malghe e moderni caseifici o feste di paese in cui celebrare di volta in volta qualche prodotto particolare. Ingredienti semplici e genuini, sempre legati alla stagionalità, danno vita a piatti antichi e fantasiosi nell’elaborazione culinaria. Prosciutto crudo, speck e birra, cjarsons (agnolotti ripieni a metà tra il dolce e il salato), gnocchi, polenta e frico (sorta di frittata di patate e formaggio), funghi o frutti di bosco sono solo alcune delle prelibatezze a disposizione. Le genti montanare di Carnia sanno usare mani e ingegno non solamente in cucina bensì anche nell’artigianato, passando con naturalezza e maestria dallo scalpello dello scultore allo spillo della tessitrice, dall’ascia del boscaiolo al martello del fabbro. Manufatti in legno, ferro, ceramica o pietra testimoniano di una sapienza che viene da lontano. Non si contano le botteghe e i laboratori artigiani che ovunque propongono non già l’anonimo e kitsch souvenir ma la piccola opera d’arte, ricca di talento e sentimento. Oltre venti i piccoli musei sul territorio che raccolgono vita, storia, arte e artigianato carnici.

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