Con Richard Dillane, Peter Brooke, Matt Kane

The lost dinosaurs di Sid Bennett

  Cultura e società   

Per chi è cresciuto ammirando al cinema i pupazzi elettromeccanici di Carlo Rambaldi, come King Kong o Alien, sembra quasi incredibile constatare i progressi fatti in pochi anni dalla computer graphic. Oggi il ritorno in vita dei dinosauri si è avverato non clonandone il DNA, come preconizzava Jurassic Park, ma facendoli muovere sul grande schermo con assoluta naturalezza, come se fossero animali in carne ed ossa.

The lost dinosaurs sviluppa una trama già vista, con qualche variante, più di una volta: una spedizione scientifica viene a conoscenza dell’avvistamento di strane creature nel cuore della giungla africana e parte per scoprire di cosa si tratta. Un incidente al loro mezzo di trasporto li fa trovare improvvisamente sperduti e isolati nella foresta, mettendoli di fronte ad una serie di situazioni ad alto rischio.

Il pericolo principale è rappresentato appunto dalle suddette strane creature, che come anticipato dal titolo si rivelano essere dinosauri sopravvissuti fin dalla preistoria in una remota valle quasi inaccessibile. In realtà questi dinosauri non sono tutti aggressivi come lo spettatore è portato ad aspettarsi, anzi c’è anche un simpatico cucciolo di dinosauro che diventa amico del protagonista e gli salva la vita in una situazione di pericolo.

Alla fine i problemi maggiori li causa il cattivo di turno, un membro della spedizione geloso della notorietà del capo scienziato che cerca di eliminare tutti i superstiti per poter essere l’unico a tornare alla civiltà e guadagnarsi da solo la fama e gli onori che sicuramente deriverebbero dall’annuncio di una tale scoperta. Inutile dire che il cattivo farà la fine meritata.

A proposito di fine, vale la pena di rimarcare che The lost dinosaurs presenta due caratteristiche che lo differenziano in positivo da tanti film commerciali dello stesso tipo: manca il lieto fine, e manca la storiella sentimentale. Quando, alla partenza della spedizione, si scopre che ne fanno parte il figlio del capo scienziato e una sua assistente giovane e carina, viene istintivo aspettarsi che tra i due scatterà il colpo di fulmine, e che questo darà lo spunto per le eroiche gesta del giovane in salvataggio della ragazza dai pericoli della giungla. Invece inaspettatamente lei è una delle prime vittime delle creature preistoriche, e scompare presto dal film.

Altrettanto inaspettatamente l’avventura non si conclude con i protagonisti buoni che alla fine, schivati tutti i rischi, tornano trionfali alla vita civile. Anche se non mostrato esplicitamente, si capisce che il destino finale della spedizione è infausto. Complimenti quindi allo sceneggiatore, che ha avuto il coraggio di sottrarsi al conformismo dei luoghi comuni.

Il film, in sala dal 18 luglio, è in sostanza una decorosa pellicola di avventura, con una accettabile dose di suspence, ma senza scene particolarmente violente, che si può sicuramente consigliare anche a famiglie con bambini.

Ugo Dell’Arciprete

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