Il Museo d’arte Mendrisio e la Pinacoteca Züst di Rancate apriranno la stagione espositiva autunnale con due grandi mostre dedicate, rispettivamente, ai paesaggi mitici di Carlo Carrà e alla realtà rurale e urbana nella pittura lombarda e ticinese dell’Ottocento

Grandi mostre nel Ticino

  Cultura e società   

Il Museo d’arte Mendrisio propone la mostra I PAESAGGI MITICI DI CARLO CARRÀ dal 22 settembre 2013 al 19 gennaio 2014, mentre la Pinacoteca Züst Rancate propone l’esposizione UN MONDO IN TRASFORMAZIONE. L’Ottocento tra poesia rurale e realtà urbana dal 13 ottobre 2013 al 12 gennaio 2014.

I PAESAGGI MITICI DI CARLO CARRÀ - Pino sul mare (1921), Crepuscolo (1922), L’attesa (1926), L’estate (1930), I nuotatori (1932), Capanni al mare (1927), Canale a Venezia (1926), Lo Squero di San Trovaso (1938) e I contadini della Versilia (1938), sono alcuni dei capolavori che costellano la prima ampia retrospettiva dedicata da un museo svizzero all’opera di questo grande protagonista della pittura moderna europea. Figura di primo piano dell’arte italiana ed europea del ‘900, Carlo Carrà fu tra i protagonisti prima del Futurismo (1909-15) e poi della Pittura metafisica (1916-19). Attivo tra gli artisti delle avanguardie europee, amico tra gli altri di Apollinaire e Picasso, visse tra il 1916 e il 1920 un decisivo periodo di riflessione che lo condusse verso una sorta di solitudine creativa. Dopo gli intensi anni della Metafisica, vissuti con i fratelli De Chirico, si apre nel 1921 alla lunga stagione del Realismo mitico, contraddistinto da un’immersione nel paesaggio. Le montagne della Valsesia, le marine di Forte dei Marmi, la laguna veneziana, le campagne e le rive dei laghi lombarde, le alpi apuane furono i luoghi prediletti del pittore piemontese. Il paesaggio, soggetto per eccellenza della maturità, divenne fonte continua delle sue sperimentazioni, per le quali attingeva alla storia dell’arte attraverso i secoli. Raffinato intellettuale, amico di Longhi, Papini e Soffici, Carrà fu anche grande teorico e critico di lungo corso. Ben noto il suo impegno per la rivista d’arte internazionale “Valori plastici” e per il quotidiano nazionale “L’Ambrosiano”. Cinquantatré dipinti, ventinove disegni e sedici incisioni, oltre a un prezioso materiale documentario, tracciano la storia del pittore negli anni della maturità. Parallelamente è esposta una selezione di opere di autori ticinesi, dipinte tra il 1920 e il 1950, che intendono gettare luce sulla grande influenza esercitata da Carrà sul Ticino. Info: Museo d’arte - Piazza San Giovanni, Mendrisio – tel +41 (0)91 640 33 50 - museo@mendrisio.ch

UN MONDO IN TRASFORMAZIONE. L’Ottocento tra poesia rurale e realtà urbana - La rassegna presenta una novantina di capolavori eseguiti dai maggiori protagonisti della cultura figurativa ottocentesca, lombarda e ticinese. L’oculata scelta delle opere si prefigge d’illustrare l’evoluzione della pittura di paesaggio, rurale e urbano, tra il 1830 e il 1915 con le conseguenti implicazioni sulla società. Non solo paesaggi quindi, ma anche scene di vita quotidiana. Il visitatore avrà modo di immergersi nell’ambiente cittadino ottocentesco attraverso le suggestive vedute di Lugano e Milano, dipinte da artisti quali Giovanni Migliara, Giuseppe Canella e Carlo Bossoli, che testimoniano le modifiche dell’assetto urbano. Da queste vedute tipiche dell’epoca romantica si passa a una visione della città più attenta ai mutamenti della modernità: irrompe infatti la presenza della ferrovia, dell’industria e del disagio sociale. Tra i principali interpreti di questo mondo in trasformazione troviamo Carcano, Franzoni, Feragutti Visconti e Mosè Bianchi che con Corso di Porta Ticinese tratteggia i contorni di una Milano fumosa e brulicante di vita, mentre con Lavandaie immortala la fatica di umili donne iscritte in un paesaggio dalle cadenze bucoliche. Quadri in cui la denuncia sociale si fa più esplicita sono ad esempio Alveare di Luigi Rossi e Venduta! di Angelo Morbelli, dipinto che ritrae l’annichilente realtà della prostituzione minorile. A quest’ultimo la mostra dedica un’intera sala. Alla trasfigurazione della città si affiancano i paesaggi della campagna ticinese e lombarda che paiono cristallizzati in una visione idealizzata dai toni lirici. Profondi mutamenti stilistici stravolgono l’arte del XIX secolo: una diversificazione di linguaggi che spazia da influenze scapigliate a ricerche più veriste per approdare al divisionismo di Segantini, Longoni, Pellizza da Volpedo, Berta e Sottocornola e aprire una finestra sulla prima fase del Novecento con le opere prefuturiste di Boccioni. I vari nodi della mostra verranno sottolineati da testi poetici e in prosa, coevi ai dipinti e a loro legati per tematiche o atmosfere, al fine di evocare lo spirito dell’epoca. Info: Pinacoteca cantonale Giovanni Züst -  Rancate – tel +41 91 816 47 91 - decs-pinacoteca.zuest@ti.ch.

Biglietto cumulativo con visite guidate a entrambe le mostre - CHF 10.- (€ 8) a testa + CHF 200.- (€160) a gruppo - Pacchetto con pranzo al Grotto Bundi - CHF 10.- (€ 8) + CHF 40.- (€ 32) a testa.

I Musei si trovano a due chilometri di distanza l’uno dall’altro.

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