Famosa dal tempo dei Romani, offre mille spunti per un ricco e sorprendente itinerario
Daunia: un territorio di Puglia ancora da scoprire
Un patrimonio tutto da scoprire e difendere gelosamente.
Ma che cosa è questa misteriosa Daunia, così importante e così poco nota agli stessi turisti Italiani?
Nota anche col nome di Capitanata, la Daunia comprende, nella parte settentrionale della Puglia, il Tavoliere delle Puglie, il Gargano ed il Subappennino Dauno. Anticamente, insieme alla Peucezia e alla Messapia, costituiva la Japigia o Apulia.
Erodoto, Tucidide, Polibio, Varrone, Festo, Plinio il Vecchio e Nicandro già parlavano della suddivisione della Puglia in tre aree - Daunia, Peucezia e Messapia - come effetto dell’insediamento degli Iapigi, mescolanza di Cretesi e Illiri, che avrebbero scacciato gli Ausoni, che abitavano il Meridione insieme con Sabini, Lucani, Peligni, Bruzi, Campani, Equi e Sanniti.
Nonostante abbia subito gli influssi della civiltà greca e della Magna Grecia, dei Sanniti, dei Campani e dei Romani, la Daunia è riuscita a sviluppare una sua ricca, peculiare cultura, rintracciabile nei reperti, monumenti o palazzi, pubblici e privati, dei circa 30 comuni che si identificano con quest’area: oltre 500 sono le chiese, i siti d’interesse comunitario e i musei etnografici. A conferma del patrimonio paesaggistico, archeologico e culturale di grandissimo valore e dall’alto potenziale di sviluppo rintracciabile nella zona ricordiamo che
Tra i reperti più significativi, ad esempio, spiccano le famose stele daunie, lastre funebri scolpite dell’VIII- VI secolo a.C., trovate nella piana sud di Siponto, presso Manfredonia, e oggi conservate nel Museo Nazionale di quella città, dopo essere state a Roma a Palazzo Montecitorio, nell’ambito delle manifestazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Le stele rappresentano i defunti, fortemente stilizzati ed erano infisse verticalmente nel terreno, in corrispondenza delle sepolture di coloro che raffiguravano. Tra i simboli scolpiti sulle stele ricorre significativamente la svastica e il fiore della vita.
Tra i principali centri dauni erano Tiati (presso San Paolo di Civitate), Uria (Vieste), Casone (presso San Severo), Lucera, Merinum (Vieste), Monte Saraceno (presso Mattinata), Siponto, Coppa Nevigata, Cupola, Salapia (parzialmente in agro di Cerignola e Manfredonia), Arpi o Argyrippa o Argos Hippium (presso Foggia), Aecae (presso Troia), Vibinum (Bovino), Castelluccio dei Sauri, Herdonia (Ordona), Ausculum (Ascoli Satriano), Ripalta (presso Cerignola),Canusium (Canosa), Melfi, Forentum (Lavello) e Venusia (Venosa).
Tra i vari Comuni da visitare, richiamiamo l’attenzione del turista soprattutto su Bovino, Troia e Lucera.
Da notare, in particolare, la posizione strategica e la notevole mole del Palazzo Ducale, la chiesa del Carmine, del XVII secolo, e l’antichissima chiesa di San Pietro, eretta nel
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Lucera, posta su tre colli da cui domina la piana del Tavoliere, fu fondata nel neolitico, visse un periodo d’oro in epoca romana, elevata a colonia di diritto latino, con ampia autonomia e privilegi,
Una eccellente sosta gastronomica a Lucera, sarà Il Cortiletto, ospitato nell’antico palazzo nobiliare della famiglia De Nicastri, in una delle strette viuzze del centro storico. Originali volte a botte con mattoni a vista, un delizioso cortiletto interno per la bella stagione, arredi classici ed eleganti. Paolo Laskavy interpreta il territorio in chiave moderna senza però uscire dai binari della sobrietà e dell’equilibrio. Carpaccio di maialino su misticanza, con ricotta, confettura di fichi fioroni, mandorle tostate, fiori secchi ed emulsione di vin cotto, tanto per aprire. Nessuna banalità neanche nei troccoli con carne sfumata con moscato, cipolla rossa, fonduta di caciocavallo e seme di papavero con scaglie di parmigiano, nel filetto di coniglio con uva passa, pomodorini e patate con scaglie di cacio ricotta. Molto golosi i dolci e cantina di grande respiro soprattutto territoriale.
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Un’altra antichissima città della Daunia è Troia, le cui origini si fanno risalire all’eroe greco Diomede, e che, come altre città della zona, ha subito numerosi assedi e distruzioni fino al suo definitivo declino a seguito del saccheggio operato dalle milizie di Federico II, nel 1229. Nel corso dell’XI e XII secolo la
È uno dei capolavori dell’architettura romanica in Capitanata, anche se nella sua realizzazione mostra influssi dello stile pisano-orientale.
Dal punto di vista architettonico, la facciata è divisa da un cornicione che distingue la parte superiore, più leggera e dai tratti più lievi, dalla parte inferiore, compatta, ravvivata dalla presenza di archi ciechi e semicolonne. Particolare interesse merita il rosone, unico nel suo genere, che colpisce l’osservatore per la sua indiscussa bellezza. E’ un grandissimo esempio di tecnica scultorea a traforo: composto da undici colonne che si irradiano dal centro secondo angoli uguali, a loro volta connesse con un gioco di archi che fanno da cornice, è suddiviso in undici "spicchi". Questi ultimi sono decorati con diaframmi traforati diversi tra loro e diversi dalla decorazione degli archi, creando così ben ventidue decorazioni differenti ottenute esclusivamente con la tecnica del traforo, facendo apparire il rosone come un ricamo merlettato.
La pietra lavorata a squame determina una decorazione che ricorda una corda che si chiude o un serpente che si morde la coda, simbolo dell’eternità, della morte e resurrezione, oltre ad essere di forma circolare, simbolo della perfezione. Il centro del rosone, dunque, simboleggia la figura di Gesù Cristo. Il rosone è la sintesi di diversi influssi stilistici, prodotto unico ed originale di raffinatezza priva di esemplari con cui possa essere paragonato. Nel piano inferiore la porta centrale in bronzo, scolpita nel 1119 da Oderisio da Benevento presenta undici pannelli su cui sono rappresentati stemmi, alcuni dei quali sostituiti nel Seicento. E non dimentichiamo il Museo del Tesoro che conserva 3 dei 33 exsultet presenti in tutto il mondo: rotoli di pergamena miniati con scene del Vecchio Testamento.
Ma la Daunia è ancora tutta da scoprire non solo per la sua cultura, ma anche per la sua enogastronomia. Tutte le strutture sono, infatti, impegnate a valorizzare prodotti veramente “a chilometro zero”, coltivati dagli stessi ristoratori o da aziende agricole della zona attente alla qualità assoluta, al gusto ed alla salubrità delle loro produzioni.
Ad Orsara, ad esempio, non si può non provare l’ottima cucina di Peppe Zullo, cuoco-ristoratore e ambasciatore della Puglia che incanta per sapori e saperi, e la sua squisita ospitalità.
Tornato dagli Stati Uniti, dove aveva aperto un ristorante a Boston nel 1978, e dal Messico, nella sua Orsara di Puglia, Peppe Zullo ha qui aperto, prima, la cantina di Piano Paradiso e, poi, l’oasi del buon gusto di Villa Jamele – che ospita eventi, ricevimenti e cuochi di tutto il mondo che vengono ad Orsara di Puglia per imparare - riuscendo anche a realizzare il suo sogno: un proprio orto, con erbe spontanee ed officinali, i vigneti, da quali trae un vino di qualità eccelsa, ed una fattoria da cui trae la quasi totalità dei prodotti che rendono uniche le preziose ed originali ricette da lui proposte. Cucina povera, piena di tradizione e di sapori che segue le stagioni così avremo: la parmigiana di borragine o le orecchiette di grano arso in salsa di marasciulo (erba spontanea) mentre in altri piatti lo scialatello ai sapori dell’orto. Prevalenza delle carni nei secondi come raviolo di vitello podolico con caciocavallo “maggengo”, asparagi e profumo di timo. Interessante tra i dolci la crostata di confettura di zucca e arancia.
Tra i vini, oltre a quelli di propria produzione conservati in una splendida cantina premiata per la sua originale archittetura, anche una selezione di vini nazionali.
Quanto prima speriamo che Peppe Zullo possa vedere realizzato anche un altro suo grande desiderio: una linea di prodotti agroalimentari con la quale confezionerà ed etichetterà quanto di meglio nasce dai ventiduemila metri quadrati del suo orto, dai trentacinquemila metri quadrati di vigneto, dagli alberi da frutto e dall’azienda agricola capace di produrre cose di eccezionale qualità.
Per tutti i vini, eccellenti gli indirizzi del Movimento
Info. www.mtvpuglia.it - www.meridaunia.it - www.montidauni.it .
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