Un giallo tra dubbi e passioni, tra ricordi e confessioni

Elettroshock, opera prima di Lia Viola Catalano

  Cultura e società   

 Il professor Attilio Malatesta sta raccontando la verità è la domanda che si è posto perplesso il commissario Pizzini. E che si pongono anche i lettori del romanzo Elettroshock, opera prima di Lia Viola Catalano. Un thriller che, come nella migliore tradizione, si svolge solo nelle ultime pagine, rivelando chi ha tentato di uccidere Donata, la moglie del professore, uno stimato neuropsichiatra, così amata da lui con un sentimento morboso, tanto da farne la proiezione della madre.

In effetti, tutto il romanzo ruota attorno alla ricostruzione in commissariato della vita familiare e sentimentale di Attilio Malatesta condizionata dalla madre. Dalla iniziale autoaccusa di fronte al commissario alle prime battute sulla sua infanzia e giovinezza, che man mano scorrono e trasformano un prologo in un romanzo a capitoli, che avvincono e gettano nel dubbio il commissario Pizzini: Che cosera quella? Pazzia o solo teatro? La confessione attendibile di un delitto o solo messinscena istrionica?.

Gli studi universitari, la specializzazione in neuropsichiatria, la carriere medica si intrecciano con la presenza della figura materna, le due mogli, la scatola nera che custodisce lapparecchio per lelettroshock, il violino e la sciarpa rosa della madre... fino alla conclusione finale!

Nel nome, Malatesta, è scritto il proprio destino, ricorda qua e là il professore e questa affermazione la lancia come indizio per i lettori lautrice, psicologa e psicoterapeuta, con anni di esperienza a contatto con i carcerati di Rebibbia. Da questa esperienza il romanzo, scorrevole e avvincente, trae la sua linfa e pone quasi unaltra domanda ai lettori: «Quanto Lia Viola Catalano ha portato nella personalità di Attilio Malatesta dei suoi incontri con i detenuti?».

Informazioni: Salento Books, p. 248, 15,00 euro. 

Federica Serva

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