Elsa Casanova (Diane Kruger), corrispondente di guerra in Afghanistan - dove tuttora le truppe americane ed occidentali cercano
Kovax (Djimon Hounsou), Tic Tac (Benoit Magimel), Lucas (Denis Ménochet), Elias (Raphaël Personnaz), Victor (Alain Figlarz) e Marius (Marius) - componenti della Special Forces, una sezione speciale dell’esercito francese, addestrata per il recupero di ostaggi - sono inviati in Pakistan, nella regione in cui c’è la maggior concentrazione di Talebani, per liberare Elsa Casanova e Amin (Mehdi Nebbou), il suo fixer, ed evitare la loro esecuzione.
Le cose si fanno subito complicate e tra membri feriti e deceduti, dopo circa dodici giorni di peripezie, Elsa riesce a tornare all’accampamento francese.
Il film non aggiunge niente e non toglie niente nel panorama dei film di guerra. Da un parte ci sono i rapitori, che non hanno alcuna intenzione di lasciarsi sfuggire la loro prede, e dall’altra parte un gruppo di soldati, di uomini d’onore, che rischiano la vita per raggiungere il loro unico scopo: portare a casa viva la giornalista, una donna forte ed indipendente.
Il film è ben fatto, gli attori sono consapevoli dei loro ruoli, ma il ritmo è sostenuto solo per circa tre quarti del film. Dopo, verso la fine del film, il fracasso dei proiettili cessa e subentra una parte più melò.
(GS)
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