11 milioni di tifosi sono a rischio cardiovascolare

Tifa per il tuo cuore!

  Salute  

Quanti fra questi ne sono consapevoli? Che ruolo ha la prevenzione del rischio cardiovascolare? Continua la Campagna Sociale Tifa per il tuo cuore, controlla il rischio. Gli esperti, con i Medici di Medicina Generale, ribadiscono l’importanza della prevenzione primaria, anche con terapie farmacologiche.

Tifoso colpito da infarto durante la partita: uno dei titoli che sempre più spesso leggiamo sulla correlazione diretta, comprovata da varie ricerche scientifiche, tra problematiche cardiovascolari e grandi eventi sportivi. Tra tifosi ma anche  professionisti, come l’ultimo caso di Antonio Cassano.

Il Talk Show Tifa per il tuo cuore rappresenta l’occasione per confrontarsi sulla tematica importante e delicata del rischio cardiovascolare in Italia. L’evento, all’interno della Campagna Sociale Tifa per il tuo cuore, ha l’obiettivo di mettere a fuoco i comportamenti corretti per poter prevenire malattie cardiovascolari come infarto, ictus, embolia, che rappresentano tuttora la prima causa di morte e di grave invalidità nei Paesi industrializzati.

La Campagna Sociale Tifa per il tuo cuore ha coinvolto tutte le squadre di Serie A ed è stata presente in tutti gli Stadi italiani con info-point e materiale informativo.

La Campagna è realizzata con ALT – Associazione per la lotta alla trombosi e alle malattie cardiovascolari ONLUS, il contributo incondizionato di Bayer e il patrocinio di SIMG – Società Italiana di Medicina Generale. La Campagna negli Stadi è stata realizzata con il supporto e il patrocinio della Lega Calcio Serie A. 

La Campagna ha divulgato informazioni sul tema della prevenzione del rischio cardiovascolare, le conseguenze del sottoutilizzo e la scarsa compliance alle terapie di prevenzione. Il mondo del calcio infatti rappresenta un importante cassa di risonanza per i pazienti a rischio cardiovascolare, cioè dai 45 anni in su. In Italia ci sono più di 11 milioni di tifosi con età superiore ai 45 anni, perciò a rischio. Uno studio condotto durante i Mondiali 2006, che vide la nostra nazionale trionfare a discapito dei tedeschi padroni di casa, mise in risalto come ogni volta che giocava la nazionale tedesca si verificasse un aumento di accessi al pronto soccorso a causa del troppo stress legato all’evento sportivo.

La prevenzione per il rischio cardiovascolare è essenziale, soprattutto in persone a rischio senza episodi precedenti. La probabilità infatti di incorrere in un evento vascolare come l’infarto aumenta con il passare degli anni e con l’esposizione a fattori di rischio, soprattutto legati allo stile di vita.

I fattori di rischio possono essere raggruppati in due grandi categorie: fattori di rischio generici, come pressione del sangue alta, aumento di colesterolo e lipidi (grassi) nel sangue, eccesso di peso, fumo di sigarette e vita sedentaria; fattori di rischio specifici, come alterazioni quantitative delle proteine coinvolte nel processo della coagulazione.

Pochi sanno che le malattie cardiovascolari da Trombosi possono essere prevenute in un caso su tre: piccole  buone abitudini costanti di vita sono il primo reale contributo per salvare il proprio stato di salute. E allora stop al fumo e alla vita sedentaria, via allo sport e a una sana alimentazione. La prevenzione è fondamentale e permette di salvare ogni anno ben 200.000 italiani.

La prevenzione primaria del rischio cardiovascolare è l’insieme di tutte quelle misure e provvedimenti finalizzati ad impedire che le malattie cardiovascolari si sviluppino nei soggetti apparentemente in buona salute.- illustra il Professor. Claudio Borghi, Direttore della Unità Operativa di Medicina Interna del Policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna e Professore Ordinario di Medicina Interna presso la stessa Università - La prevenzione  prevede molte terapie e tre di esse svolgono un ruolo fondamentale: la terapia per ridurre la pressione arteriosa, la terapia che riduce il colesterolo e la terapia antitrombotica, che inibendo l’aggregazione delle piastrine, riduce la tendenza alla formazione dei trombi: l’aspirina a basse dosi, per intenderci, che riduce di poco meno del 20% il rischio di primo evento coronarico nel paziente senza evento pregresso.

Continua il Professor Borghi: esistono dimostrazioni di una evidente diminuzione del numero di soggetti che va incontro a infarti e ictus a seguito della terapia continuativa con le classi di farmaci precedentemente citati. Non solo prevenzione del rischio cardiovascolare quindi. Esistono inoltre nuove evidenze nell’uso cronico di basse dosi di aspirina, conferma il Professore: sono state scoperte nuove evidenze favorevoli anche nella prevenzione dei tumori, soprattutto al colon retto. Nello specifico, riduce il rischio di tumore al colon retto di oltre il 20% e il rischio di mortalità del 35% nel periodo.

A coloro che hanno superato i 40-45 anni di età comunque – conclude il Professor Borghi - mi sento di raccomandare di recarsi dal proprio medico di medicina generale per una valutazione del proprio stato di salute cardiovascolare.

Il Medico di Medicina Generale rappresenta ancora il primo riferimento per il paziente ed è un’importante risorsa per la messa in atto di iniziative che attivino comportamenti e all’occorrenza interventi di prevenzione, in questo caso legate al rischio cardiovascolare.

Sull’importante ruolo del Medico di Medicina Generale interviene il Dottor Alessandro Filippi - Medico di Medicina Generale e Responsabile Scientifico per l’Area Cardiovascolare SIMG – Società Italiana di Medicina Generale, confermando l’importanza della prevenzione: esiste la necessità di fare un’incisiva sensibilizzazione sul rischio cardiovascolare cercando sempre nuove modalità per aumentare la ricettività dei pazienti ad alto rischio. Il Dott. Filippi sottolinea le principali aree di intervento e di miglioramento per il MMG: consueling sul paziente, miglioramento dello stile di vita e terapie farmacologiche ad hoc.

Visto però il poco a tempo a disposizione che spesso il medico generico ha è più realistico indirizzare il paziente verso terapie farmacologiche più adeguate ed efficaci.  Da un nostro studio SIMG abbiamo dimostrato come, anche nell’adozione di terapie che controllino il rischio ci sono ancora spazi di miglioramento: ad esempio, nel poco utilizzo in prevenzione primaria di farmaci di provata efficacia e a basso costo come l’aspirina a basse dosi.

La Dott.ssa Rota Vender, Presidente di ALT - Associazione per la Lotta alla Trombosi e alle malattie cardiovascolari ONLUS - e Responsabile Centro Trombosi presso l’Istituto Humanitas di Milano, descrive la Campagna: la Campagna Sociale TIFA PER IL TUO CUORE ha coinvolto tutte le squadre di Serie A, sensibilizzando tanti tifosi italiani con più di 40-45 anni e divulgando materiale informativo negli stadi; oltre ad una diffusione mediatica sulle principali testate italiane. Abbiamo raggiunto più di 300.000 tifosi negli Stadi, più tutti le persone che hanno seguito le partite alla tv. Il sito internet www.tifaperiltuocuore.it – continua la dottoressa Rota Vender - contiene tutti i materiali, approfondimenti, interviste video e le informazioni sulla Campagna. E’ presente anche un questionario per i tifosi per misurare i fattori di rischio; inoltre vogliamo monitorare successivamente i progressi nell’adozione di misure di controllo del rischio stesso.

Sull’importanza di una Campagna Sociale sul rischio cardiovascolare, la dott.ssa Rota Vender aggiunge: dopo alcuni studi osservazionali condotti sulla popolazione italiana abbiamo notato come ci sia un allineamento del rischio cardiovascolare fra gli italiani e il resto dei paesi occidentali; forse stiamo perdendo il vantaggio della dieta mediterranea. Con il progetto Cardiolab ad esempio, realizzato con il contributo di Bayer e attivo dal 2003 ad oggi, abbiamo misurato il rischio cardiovascolare su più di 50.000 pazienti in tutta Italia. Anche da progetti come Cardiolab, un programma di educazione ai fini della prevenzione delle patologie cardiovascolare che ricostruisce un quadro dettagliato dello stato di salute del nostro Paese,  deriva la necessità di continuare con iniziative per divulgare il controllo del rischio e combattere la scarsa compliance alle terapie di prevenzione.

E le donne? Parlando di tifosi ci si rivolge solo ad un pubblico maschile, tuttavia anche la donna ha bisogno di mettersi al riparo dal rischio cardiovascolare. A questo proposito la dott.ssa Rota Vender aggiunge: La donna non può essere assolutamente trascurata nella prevenzione del rischio. Magari frequentano meno lo stadio dei loro compagni, mariti e amici ma devono comunque seguire regole e comportamenti per ridurre i fattori di rischio.

Aggiunge il Professor Borghi sull’importanza di coinvolgere anche il pubblico  femminile: Le terapie preventive funzionano nei pazienti femminili oltre una certa età a tutto campo e, secondo le linee guida americane, hanno anche un effetto anti-ictus più marcato nei pazienti di sesso femminile. La cosa importante è che i medici scelgano le pazienti adatte alla terapia.

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