Le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia ospitano
L’esposizione presenta cento opere, tra pitture e grafiche, provenienti da collezioni pubbliche e private italiane e straniere, con un apporto speciale di prestiti dalla città di Toulouse, in grado di raccontare le suggestioni del mito di Montmartre.
Una nota canzone già tra fine Ottocento e primo Novecento - Ça c’est Paris! - celebrava l’appeal della capitale francese, paragonandola a una bionda che piace a tutti. Ma ancor di più, La Butte, la collina di Montmartre abitata dagli artisti, capace di attirare gli esponenti di ogni classe sociale e di far convivere strilloni, prostitute, gestori di cabaret, attrici, pittori, aristocratici, clown e ballerine, borghesi e benpensanti, è diventata nel tempo uno dei luoghi di culto della capitale francese.
Fu Degas a guardare per primo alla vitalità del quartiere parigino e a rivoluzionare la pittura in seno al realismo, onorando il programma fissato da Baudelaire nel testo Il pittore della vita moderna. Per primo, raccontò l’universo delle giovani e belle donne intente alla toeletta, le corse dei cavalli, il mondo equivoco dei cabaret e dei café-concert, quello del circo e delle case chiuse, e soprattutto quello del balletto, come espresso nella splendida Ballerina in prestito dal Museo cantonale di Lugano.
Una riserva di temi e soluzioni compositive a cui attinse - e già solo il titolo del celebre pastello Le Moulin de la Galette lo dichiara - anche Zandò, come veniva soprannominato dagli amici francesi Federico Zandomeneghi, uno dei tre italiani a Parigi, e di cui proprio i Musei civici di Pavia possiedono un consistente nucleo di opere.
Un universo che divenne centrale nella produzione di Henri de Toulouse-Lautrec, che identificò non solo la propria arte ma anche la propria vita nella cultura di Montmartre, quella che si respira osservando la Tête de femme della Fondation Bemberg di Toulouse e Au café: le patron et la caissière chlorotique del Kunsthaus di Zurigo.
I personaggi da lui ritratti sono divenuti icone, protagonisti e simboli del vero e proprio mito di Montmartre, che i manifesti creati dall’artista, in buona parte provenienti dal Centre de l’Affiche di Toulouse, hanno contribuito ad alimentare.
Quel microcosmo, quel mondo di depravazione e di malinconica poesia - popolato dalle ballerine della notte Yvette Guilbert, May Milton, May Belfort, La Goulue, Jane Avril, dal chansonnier Aristide Bruant e dal comico Caudieux
Nel contesto dell’esposizione, carattere di eccezionalità assume il prestito di due opere mai prima presentate in Italia, provenienti dalla National Gallery di Washington: À la Bastille di Lautrec e The Loge di Degas.
La mostra, curata da Lorenza Tonani, è ideata, prodotta e organizzata da Alef - cultural project management di Milano, promossa dal Comune di Pavia e con la partnership istituzionale della Provincia di Pavia.
Accompagna la mostra un catalogo Silvana Editoriale.
Info: www.scuderiepavia.com.
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