Un piccolo gioiello d’arte e religiosità nei monti nella Marsica

S. Maria in Valle Porclaneta a Rosciolo dei Marsi

  Turismo d’autore  

La chiesetta di Santa Maria in Valle Porclaneta si trova a Rosciolo di Magliano dei Marsi (L’Aquila), in un’area solitaria alle pendici del monte Velino

La struttura principale risale al 1080, come si desume dalla lapide infissa sui pilastri del portico che la attribuisce al maestro Nicolò.

Alla chiesa si accede attraverso un portale ogivale con una lunetta che ospita un affresco di scuola umbro-toscana del ’400. In epoca gotica (XIV secolo) nella muratura sono state aggiunte una bifora e due piccole monofore. Nel XIII secolo, poi, l’abside poligonale è stata arricchita da un reticolo di tre livelli di colonnine su cornicioni e da un coronamento di archetti pensili. Le colonnine hanno capitelli scolpiti in maniera molto raffinata. Le colonnine del livello intermedio hanno dei leoni stilofori come base. Archetti pensili molto aggettanti completano quest’opera che testimonia una ricerca di effetti pittorici sulla superficie dell’edificio.

L’interno è a tre navate su pilastri: vi si possono osservare interessanti arredi sacri, come l’ambone, l’iconostasi ed il ciborio, aggiunti, però, nella prima metà del XII secolo.

Sulla destra dell’entrata, ricoperto da un arco su colonnine di epoca posteriore, c’è il sarcofago di Nicolò che ne è anche stato l’esecutore come testimoniato da una scritta. Il rilievo al centro raffigura un Agnus Dei tra due angeli; ai lati un gallo ed una sfinge dai volti umani barbuti. I pilastri presentano dei capitelli che hanno un insieme molto vario di temi decorativi che partono da elementi classici (tortiglioni, fuserole, dentelli). Le facce dei capitelli si arricchiscono di decorazioni a tralci vegetali, ad esecuzione molto essenziale.

Gli schemi decorativi vegetali si decompongono in temi astratti, simbolici, accostati senza un nesso apparente. Gli animali appaiono raramente. Ancora più sporadiche sono le figure umane, protagoniste di scene il cui significato può essere solo intuito.

La chiesa è divisa in due da un’iconostasi risalente alla metà del XII secolo. Al di sopra di uno zoccolo di pietra poggiano quattro colonnine molto raffinate - quelle centrali in parte scanalate ed in parte tortili - che reggono una architrave in legno intagliato. Sulla parte destra dello zoccolo sono inserite delle lastre scolpite raffiguranti degli uccelli, un leone, un grifone ed un drago, assemblate in maniera casuale. Sul lato sinistro i rilievi raffigurano dei girali contornanti delle arcate cieche. L’architrave è intagliata con un motivo ad archi ciechi tra fasce decorate con temi vegetali; larghi tondi sono ricavati nella fascia inferiore.  

La parte centrale, rialzata, presenta archi più ampi sormontati da un’altra sequenza di archetti delimitati da due cherubini. Gli spazi delimitati da archi e tondi dovevano essere decorati con pitture come dipinta doveva essere tutta l’iconostasi.

Il portico, che precede la facciata, è un’aggiunta posteriore che ha preso il posto di uno dei lati di un chiostro ora distrutto.

La chiesetta è stata visitata, a sorpresa, anche da Papa Benedetto XVI, proveniente dalla residenza estiva di Castel Gandolfo.

 Versione stampabile




Torna