L’apertura del Museo, firmato da François Confino, è prevista per giugno

Il Museo del vino a Barolo

  Cultura e società   

Un intero castello - sei piani, duemila metri quadrati di superficie totale - aprirà a giugno 2010 le sue storiche stanze per ospitare un museo dedicato al vino tra i più importanti al mondo: non poteva che accadere nelle Langhe, terra che custodisce alcuni fra i più prestigiosi vitigni al mondo e una tradizione secolare legata alla produzione enoica. E non poteva individuare scenario migliore del luogo in cui, secondo la tradizione, conobbe i suoi natali il "re dei vini": fu proprio nelle cantine del Castello Falletti di Barolo, infatti, che la marchesa Julia Colbert "creò" il vino Barolo, destinato a diventare il vino ufficiale della Corte dei Savoia.

Il Museo del vino, che sorgerà nelle sale del Castello Falletti di Barolo - nato dall´accordo fra Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Comune di Barolo, Unione di Comuni “Colline di Langa e Barolo” ed Enoteca Regionale del Barolo, finanziato da questi stessi soggetti e dalla Fondazione CRC, Fondazione CRT e Compagnia di San Paolo - ha caratteristiche innovative, certamente lontane dalla classica configurazione del museo inteso come statica collezione di "memorabilia". Il progetto insiste al contrario sulla dimensione dinamica, è pensato per coinvolgere il visitatore, prenderlo per mano e condurlo in un viaggio attraverso la produzione, la cultura e la tradizione del vino.

Un progetto, quello del Museo del vino, che s´inserisce nella più ampia prospettiva di promozione turistica delle Langhe e del Roero: Questo dovrà essere il primo passo - auspica Walter Mazzocchi, Sindaco di Barolo - di una possibile rete dei castelli storici della zona: quello di Barolo con questo Museo sarà una delle molte proposte d´eccellenza del territorio, primo anello di un sistema integrato della fruizione turistica delle Langhe e del Roero.

Per un museo, che nasce in uno scenario storico e architettonico così suggestivo, lo stesso allestimento è stato pensato per "rompere" con le linee più tradizionali dell´esposizione museale, affidandone il progetto a un architetto di fama mondiale come François Confino, autore ad esempio dello straordinario intervento scenografico che ha interessato la Mole Antonelliana di Torino per ospitare il Museo nazionale del Cinema. La sua firma è garanzia di un approccio originale, capace di immaginare nuove direzioni nella fruizione di un percorso museale. Non si tratterà, tuttavia, di un museo virtuale - sottolinea lo stesso Confino - perché abbiamo lavorato sulla realtà. La terra del Barolo esiste, possiamo toccarla. Il Barolo è il migliore dei vini e in esso c´è la verità.

Un progetto, insomma, che segue la direzione tracciata da alcuni allestimenti sorti recentemente in Piemonte. Lo sottolinea anche Gianni Oliva, Assessore alla cultura della Regione Piemonte. Questo museo è un tassello importante del mosaico di musei "moderni" che la Regione sta allestendo: musei vivi e coinvolgenti, lontano, in questo caso, dalla classica idea di una statica esposizione di bottiglie, ma chiamato a rappresentare l´intera cultura di un territorio.

L’allestimento ha richiesto il ripensamento complessivo degli spazi del castello, fino a comprendere nel percorso museale piani e locali oggi non aperti al pubblico. Lo storico maniero è così chiamato a reinventarsi, fino a diventare - ancor più di quanto lo è attualmente - un polo di attrazione turistica del territorio. La nostra intenzione - afferma Daniele Manzone di Ideazione Srl, società albese che ha curato i contenuti del Museo e coordinato le diverse attività fino all’istituzione del Museo - è di coinvolgere efficacemente il pubblico di oggi, che non accetta più di visitare un museo in modo passivo: abbiamo progettato un museo ispirato a una concezione originale e innovativa, con allestimenti che siano educativi e contemporaneamente suggestivi, di puntuale rigore storico e scientifico, ma al tempo stesso emozionanti.

Un viaggio tra buio e luce, immerso nei suoni e nel colore: è questa l’essenza dell’allestimento immaginato da François Confino per celebrare il vino. Un viaggio che fa tappa nella storia e nell’arte, attraversa tutto il mondo e si sofferma nelle Langhe, raccontandone storia e tradizioni. Un percorso lungo e complesso, come quello che accompagna la nascita del Barolo.

La tappa iniziale sarà al terzo piano, raggiungibile dall’ingresso con un ascensore. A questa parte del Museo è affidato il compito di creare “suggestione” nel visitatore, colpirlo emotivamente e invitarlo a conoscere i segreti che stanno dietro alla nascita di un vino - e le speciali cure e che accompagnano la genesi del più illustre fra essi, il Barolo. Il primo impatto con il Museo sarà fortemente evocativo: la luce e il buio, lo scorrere del tempo e il nutrimento della terra - gli elementi naturali che alimentano il vino nel suo viaggio dalla vite alle botti - vengono evocati con scenografie spettacolari, ma al tempo stesso diventano tangibili e parte integrante del percorso museale, sensazioni reali di oscurità e calore. Natura, dunque, ma anche il lavoro dell’uomo: questa parte del Museo è anche celebrazione della dedizione dei vignaioli di Langa e del loro lavoro manuale, tutti aspetti evocati da particolari soluzioni scenografiche dal grande impatto visivo.

Il percorso museale proseguirà al secondo piano: qui si rievocherà ciò che il vino ha rappresentato nel corso del tempo e per le diverse civiltà. La soluzione scenografica prevede la realizzazione di un affresco, lungo ventidue metri e disposto in diversi rilievi, che metterà in scena la storia del vino nel mondo e la relativa contestualizzazione storica. Di fronte all’affresco, poi, otto teatri-altari accessibili attraversando tende di tessuto rosso permetteranno di evocare la storia del vino in Piemonte dal Medioevo fino al 1751, quando si ha notizia per la prima volta di un vino denominato “barol”. Una sezione importante di questo piano sarà inoltre dedicata all’influsso esercitato dal vino e dalla civiltà enoica sulle diverse arti: si inizierà con un “Atelier della pittura” dal tipico aspetto bohémien, nel quale saranno proiettate le immagini di decine di tele sul tema della vigna e del vino, tra cui alcune di grandissima celebrità, proseguendo con la celebrazione del connubio fra vino e musica, in un piccolo teatro per l’ascolto di brani e canzoni, tradizionali e contemporanee, sul tema del vino. Proseguendo nel percorso museale si scoprirà il rapporto fra vino e letteratura - brani, poesie e trattati di autori antichi e moderni - mentre il ruolo del vino nel cinema rivivrà in una sala dove si proietteranno film, cortometraggi e spezzoni pubblicitari, d’epoca e contemporanei. Infine uno spazio dedicato alla più “gustosa” delle arti, la cucina, illustrerà come il vino Barolo esalti e si esalti con le vivande e si rievocherà come diverse generazioni di gourmands, dall’Ottocento a oggi, abbiano inteso coniugare cibo e Barolo.

La visita proseguirà al piano nobile del castello che, di concerto con la competente Soprintendenza, sarà opportunamente riallestito: in queste sale troverà spazio la rievocazione del profondo legame che da sempre unisce il vino barolo alla famiglia Falletti. Una serie di filmati dal forte impatto visivo celebreranno l’opera meritoria svolta dal marchese Carlo Tancredi Falletti e dalla sua consorte Juliette nella “creazione” del vino Barolo, la storia del castello e della famiglia Falletti, l’opera e la storia di Silvio Pellico - che qui fu bibliotecario - e la storia del vino barolo, così profondamente intrecciato con l’epoca storica del Risorgimento, che ha visto il Piemonte interpretare un ruolo da protagonista nel processo di unificazione italiana.

Il percorso museale proseguirà, scendendo le scale, al primo piano interrato: qui sorgerà la sezione più propriamente didattica, allestita con la riproduzione di un’aula scolastica di un tempo - sorta di discreto omaggio a quel periodo in cui il castello ospitò tra le sue mura un collegio volto all’istruzione dei fanciulli non abbienti. Il visitatore potrà partecipare alle “lezioni” di un maestro virtuale che spiegherà come il vino sia frutto non solo della terra, ma anche del lavoro dell’uomo: il lavoro in vigna, la vendemmia, il processo di vinificazione in cantina saranno descritti e raccontati attraverso l’esposizione di attrezzi e strumenti in parte attualmente conservati ed esposti nelle stanze al terzo piano del castello e in parte raccolti e acquistati da altre collezioni.

 A conclusione dell’intenso percorso il Museo del vino a Barolo prevede una sezione ludica e rilassante: la “casa dell’enoturista” è pensata come spazio in cui sarà possibile soggiornare in un ambiente accogliente, scoprire le regole “del buon bere”, consultare guide e riviste specializzate, manuali e opere e, naturalmente, per degustare il vino Barolo. Qui la dimensione interattiva del museo troverà piena espressione: sarà possibile sperimentare giochi e software multimediali, testare la propria abilità olfattiva con un “gioco” in cui si potranno annusare e poi riconoscere, i diversi profumi che può assumere il Barolo. In una parete, infine, troverà adeguata valorizzazione la collezione di etichette di Barolo - da quelle storiche dei patriarchi a quelle attuali - e una raccolta di foto di personaggi celebri intenti a bere e celebrare il Barolo, nonché diversi articoli di giornale dedicati a questo vino.

La visita si concluderà negli spazi del secondo piano interrato, che un tempo ospitavano le cantine dei Marchesi Falletti. L’attuale destinazione di questa zona del castello a sede dell’Enoteca Regionale del Barolo sarà rispettata, con la possibilità per i visitatori di scegliere e acquistare fra tutte le grandi etichette di Barolo. Insieme all’Enoteca, poi, sarà allestito un moderno bookshop, in grado di soddisfare anche le più esigenti curiosità dei grandi appassionati di vino e di Barolo.

Ulteriori informazioni: www.barolomuseodelvino.com.

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