Arrivato l’atteso film di Jim Sheridan

Brothers, un dramma familiare che nasconde un segreto

  Cultura e società   

L’avvincente storia di due fratelli. Quando un marine pluridecorato viene dato per disperso in Afghanistan, a casa, suo fratello minore, considerato la pecora nera della famiglia, inizia ad occuparsi di sua moglie e delle sue due figlie. Le conseguenze ribalteranno i ruoli e metteranno in discussione le fondamenta dell’intera famiglia.

Brothers racconta l’avvincente storia di due fratelli: il trentenne, Capitano Sam Cahill (Tobey Maguire) e suo fratello minore Tommy Cahill (Jake Gyllenhaal), che rappresentano due personalità opposte. Sam, un marine in procinto di partire per la sua quarta missione, è un affidabile padre di famiglia sposato con la fiamma del liceo, Grace (Natalie Portman), con cui ha avuto due bimbe (Bailee Madison, Taylor Grace Geare). Tommy è invece il carismatico fratello minore, uno sbandato appena uscito di prigione, che ha sempre puntato sul suo fascino e sulla sua carica di simpatia. Perfino alla cena di commiato di Sam con la famiglia riunita e i loro genitori, Elsie (Mare Winningham) e Hank Cahill (Sam Shepard), un marine in pensione., presenti, Tommy non rinuncia al suo ruolo di provocatore.

Inviato in Afghanistan, Sam viene considerato morto quando il suo elicottero Black Hawk viene abbattuto sulle montagne. A casa, la famiglia Cahill deve improvvisamente affrontare un vuoto scioccante, e Tommy cerca di sostituire il fratello facendosi carico di nuove responsabilità per sé, Grace, e le bambine.

Ma Sam non è morto: insieme ad un commilitone è stato catturato dai combattenti talebani. E mentre nelle remote Montagne del Pamir in Afghanistan, Sam subisce traumi che minacciano di privarlo della sua umanità, in patria Tommy si responsabilizza ed acquisisce una nuova consapevolezza di sè. E nel dolore e nella stranezza delle loro nuove vite, Grace e Tommy iniziano a sentirsi attratti l’uno dall’altra. La freddezza che aveva sempre caratterizzato il loro rapporto si dissolve, ma entrambi sono impauriti e provano vergogna per l’attrazione reciproca che è subentrata.

Quando Sam inaspettatamente ritorna negli Stati Uniti, estremamente traumatizzato dai giorni di prigionia, diventa scostante e sempre più sospettoso nei confronti del nuovo legame che unisce il fratello alla moglie. Così, con i ruoli che ora sono quasi ribaltati, Sam e Tommy finiscono per fronteggiarsi in uno scontro sia fisico che psicologico. In questa deriva familiare in continua evoluzione, chi sarà il vincitore? E come faranno i due fratelli a superare questo confronto che si gioca sul piano emotivo dell’amore fraterno e coniugale?

Con Brothers, l’affermato realizzatore Jim Sheridan mostra la sua bravura in un dramma di personaggi sottile, emozionante e sincero. Ambientato sullo sfondo della guerra in Afghanistan, il film affronta diversi temi già trattati nella carriera di questo regista, tra cui i rapporti di famiglia, la lunga ombra rappresentata dalla guerra e la possibilità sempre costante del perdono e della guarigione. Per il suo primo lavoro ambientato nell’America di periferia, Sheridan collabora con un premiatissimo cast di alto profilo, con tre dei migliori giovani attori di Hollywood, Tobey Maguire (la serie di Spider-Man, Intrigo a Berlino), Jake Gyllenhaal (Zodiac, I segreti di Brokeback Mountain) e Natalie Portman (L’altra donna del re, Closer), l’attore e drammaturgo Sam Shepard (Uomini veri) e la stimata caratterista Mare Winningham (Georgia).

Brothers è basato sul dramma danese del 2004 Non desiderare la donna d’altri, scritto e diretto da Susanne Bier. La pellicola ha impressionato il veterano produttore Sigurjon Sighvatsson (Cuore selvaggio di David Lynch, K-19 e Il mistero dell’acqua di Kathryn Bigelow), che si divide tra la California, la sua patria islandese e la Danimarca.

Sighvatsson ha trovato un legame tra la storia di quel film e certi titoli del post Vietnam come Tornando a casa e Il cacciatore, pellicole che esploravano il conflitto interno, ossia il modo in cui la guerra si avverte fuori dal campo di battaglia, nelle vite domestiche dei soldati e delle loro famiglie. Con questo tipo di dramma intimo in mente, Sighvatsson ha deciso di produrre una versione americana di Non desiderare la donna d’altri. Per me - sostiene il produttore questa storia parla di famiglia. Non è tanto il fatto di uccidere le persone, ma l’effetto che queste azioni hanno sui vivi.

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