In occasione del centenario dalla nascita di Mario Giacomelli, l’Archivio Mario Giacomelli ha promosso una serie di iniziative per celebrare l’eredità artistica e culturale di uno dei più grandi maestri della fotografia italiana
Milano, Palazzo Reale: la mostra su MARIO GIACOMELLI
Il cuore delle celebrazioni è un importante progetto espositivo che si svolgerà, simultaneamente, a Roma, presso Palazzo Esposizioni, e a Milano, a Palazzo Reale, offrendo due percorsi complementari che approfondiranno le molteplici sfaccettature del lavoro di Giacomelli.
Il progetto espositivo proporrà una vasta selezione dell'intera opera fotografica del maestro, sottolineandone la straordinaria capacità di attraversare e contaminare diverse discipline artistiche. Entrambe le mostre saranno composte da oltre 300 stampe originali, molte delle quali inedite e mai esposte.
A Roma, il focus sarà sulle relazioni tra l'opera di Giacomelli e le arti visive contemporanee, con l'esposizione di lavori di Afro, Roger Ballen, Alberto Burri, Enzo Cucchi, Jannis Kounellis che dialogano con la poetica e la visione del fotografo.
Milano, invece, dedicherà la mostra al profondo legame di Giacomelli con la poesia, evidenziando come il suo lavoro visivo si intrecci con l'universo lirico, trasformando l'immagine in una forma di narrazione poetica.
Le celebrazioni rappresentano un'opportunità unica per riscoprire Giacomelli non solo come fotografo, ma come figura centrale nel panorama artistico e culturale del Novecento, capace di costruire un ponte tra fotografia, pittura, poesia e scultura, dimostrando una visione che continua a ispirare nuove generazioni di artisti e osservatori.
Le due mostre saranno accompagnate da un catalogo edito da Silvana Editoriale.
Dal 22 maggio al 5 luglio, a Milano, a Palazzo Reale, consigliamo di visitare la mostra su Mario Giacomelli, a cura di Bartolomeo Pietromarchi e Katiuscia Biondi Giacomelli.
La mostra “Mario Giacomelli. Il fotografo e il poeta” a Palazzo Reale di Milano, promossa da Comune di Milano - Cultura e prodotta da Palazzo reale con l’Archivio Mario Giacomelli, in collaborazione con Rjma progetti culturali e Silvana Editoriale, rende omaggio al profondo legame tra Mario Giacomelli e la poesia, un dialogo intenso e viscerale che permea tutta la sua opera. Non solo nei riferimenti espliciti ai grandi testi poetici, ma anche nella sua visione della fotografia come pura espressione lirica, capace di trasformare la realtà in racconto, emozione e suggestione.
Il percorso espositivo milanese accompagna il visitatore attraverso un viaggio nella poetica visiva di Giacomelli, presentando alcune delle sue serie più iconiche ispirate alla poesia.
Si apre con una sala introduttiva che svela il suo approccio al linguaggio poetico, attraverso la serie Per poesie (‘60/’90), un vasto repertorio di immagini che diventa materia prima per le sue composizioni, e la serie Favola, verso possibili significati interiori (1983/84), in cui la fotografia si fa segno, simbolo e narrazione visiva.
Il percorso prosegue con una sezione dedicata a L’Infinito di Giacomo Leopardi, dove l’omonima serie (1986/90) e il paesaggio di Presa di coscienza sulla natura (1976-80) restituiscono l’essenza più profonda della contemplazione leopardiana, trasformando luce e ombra in un canto visivo. A seguire, una sala interamente dedicata alla serie Bando (1997/99) dalla poesia omonima di Sergio Corazzini, che suggella il legame tra fotografia e poesia con una forza espressiva unica.
Anche a Milano il cuore pulsante della mostra è una sala dedicata alla straordinaria serie Io non ho mani che mi accarezzino il volto (1961/63), ispirata alla poesia di Padre David Maria Turoldo, il cui titolo diventa emblema visivo e concettuale di un’opera intensa e senza tempo. Le immagini dei giovani seminaristi, sospese tra innocenza e inquietudine, movimento e contemplazione, trasformano il quotidiano in una danza tra laico e spirituale.
Il percorso prosegue con una sala che celebra il tema dell’amore, accostando la serie Passato (1986/90), ispirata ai versi di Vincenzo Cardarelli, a quella nata dalle suggestioni di Caroline Branson da Spoon River (1967/73), di Edgard Lee Master. Qui, la fotografia di Giacomelli si fonde con la parola poetica, restituendo immagini cariche di malinconia e memoria, dove il tempo si cristallizza nell’eterno fluire dell’esistenza.
Segue una sala interamente dedicata alla collaborazione con il poeta Francesco Permunian, in cui Giacomelli costruisce un contrappunto visivo alle poesie Ho la testa piena, mamma (1994/95) e Il teatro della neve (1984/86). In questo spazio, le immagini si fanno eco delle parole, in un dialogo serrato tra versi e fotografia, tra sogno e realtà, tra luci e ombre che si rincorrono.
Il percorso espositivo si conclude con due opere della maturità, espressione di un’arte sempre più essenziale e profonda: Ninna nanna (1985/87), ispirata a Leonie Adams, e Felicità raggiunta, si cammina (1986/88), nata dai versi di Eugenio Montale. Qui, il linguaggio di Giacomelli raggiunge una sintesi suprema, trasformando la fotografia in pura emozione poetica, un ultimo, intenso sguardo sul mistero della vita.
E infine, l’omaggio che Giacomelli dedica alla Calabria di Franco Costabile con l’omonima serie Il Canto dei nuovi emigranti (1984-85) rappresentando ciò che sapeva di vissuto, di sofferto, e che, come per il poeta calabrese, racconta l’amore e il dolore della sua terra d’origine.
Versione stampabileTorna