Il legame fra Alimentazione e Buonumore è conosciuto da 9 italiani su 10

ANCIT: la ricerca Tonno in scatola e buonumore

  Food and beverage  

Giovedì 27 marzo a Milano, presso @Open Milano (via Montenero 6), è stata presentata la ricerca Tonno in scatola e buonumore, commissionata dall’Associazione Nazionale Conservieri Ittici e delle Tonnare (ANCIT) ad AstraRicerche.

La ricerca è stata realizzata nel mese di marzo su un campione di 1.025 italiani (18-65enni), che ha indagato quanto gli italiani sanno del rapporto tra alimentazione e benessere mentale e quali alimenti favoriscono il buonumore, con un focus particolare sul ruolo del tonno in scatola. Nel corso del dibattito è stato approfondito il ruolo chiave del triptofano, come precursore della serotonina e della melatonina.

Cosimo Finzi, Direttore AstraRicerche, ha illustrato la ricerca e hanno commentato i risultati Luca Piretta, Gastroenterologo e Nutrizionista, Università Campus Bio-medico di Roma, e Vincenzo Russo, Professore di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing dell'Università IUML, Fondatore e Coordinatore del Centro di Ricerca di Neuromarketing Behavior & Brain Lab IULM. Ha moderato il dibattito la giornalista Manuela Soressi, specializzata in food&beverage

La ricerca è partita dalla constatazione chesi parla sempre più spesso di “mindful eating”, vale a dire di alimentazione consapevole, che sottende un legame tra cibo e benessere psicofisico.

Che la consapevolezza della correlazione tra stato emotivo e cibo sia in crescita è dimostrato anche dall’aumento delle ricerche effettuate su Google, relative a parole come “alimenti e serotonina”, “alimentazione antistress”, “cibi per il buonumore”, “cosa mangiare per essere felici”, “cibi per la mente”-

Anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha affermato che lo stato di salute è uno stato di benessere fisico, mentale e sociale. Non si tratta solo di assenza di malattia o infermità.

La salute è connessa con quella mentale così come il buonumore passa anche da quello che mangiamo e come lo mangiamo. Non solo: nella frenesia della società odierna, riuscire a focalizzarsi sui propri sensi mentre si acquistano ingredienti, si cucinano e si gustano, ha infatti degli effetti positivi sull’umore e la convivialità è un ingrediente fondamentale del benessere a 360 gradi. E gli italiani lo sanno.

Dalla ricerca “Tonno in scatola e buonumore”, infatti, è emerso che 9 su 10 concordano sul ruolo dell’alimentazione per l’equilibrio psicofisico: contribuisce, infatti, al nostro benessere, non solo fisico ma anche mentale; fa parte di uno stile di vita sano per il benessere del corpo; ha un ruolo importante per vivere più a lungo e prevenire le malattie degenerative.

Tra le abitudini e i comportamenti che fanno bene all’umore, gli italiani riconoscono cibi ipercalorici o ricchi di grassi saturi (81.4%) e l’avere 5 pasti nella giornata (74%). le scelte in tavola sono dettate maggiormente dal desiderio di vivere più a lungo e prevenire malattie degenerative (76.1%).

Fino a poco tempo fa, si parlava di "comfort food", di alimenti capaci di offrire una gratificazione gustativa immediata grazie al loro valore “proustiano” consolatorio, nostalgico o sentimentale. Oggi, il concetto si è evoluto in quello di "mood food", cibi che incidono direttamente sull’umore e sullo stato emotivo in virtù della loro ricchezza nutrizionale e della presenza di specifici nutrienti, come per esempio il Triptofano, l’amminoacido precursore della serotonina, nota come “ormone della felicità”.

Quasi la metà (49.3%) degli intervistati ha sentito nominare il Triptofano, solo il 18.4% lo associa a effetti positivi sul buonumore. Interrogati sugli alimenti che favoriscono il buonumore, grazie alle sostanze che contengono, non sempre gli italiani sono informati.

Nella classifica stilata dagli intervistati troviamo infatti prodotti che contengono il triptofano, quali il cioccolato (74,8%), la frutta secca (44,1%), la pasta (32,0%), il pesce fresco (26,3%), ma anche alimenti che sono riconosciuti più per la loro capacità di offrire un piacere su base conviviale o edonistica e che non contengono il triptofano come i dolci (45,7%), tè e caffè (38,9%), tisane (33,7%) e vino/aperitivi (28,1%).

Secondo la Banca Dati di Composizione degli Alimenti per Studi Epidemiologici in Italia (BDA), tra i cibi che forniscono una buona percentuale di Triptofano, compare anche il tonno in scatola (insieme a parmigiano, prosciutto crudo e salame cacciatore), ma appena l’8,4% degli italiani conosce il suo ruolo fondamentale nel benessere mentale.

Tale risultato testimonia una scarsa consapevolezza delle proprietà intrinseche e delle qualità di questo alimento che, invece, è tra le fonti più ricche di Triptofano: 280 mg ogni 100 grammi, insieme alle alici sott’olio (270 mg). Più del tonno fresco (237 mg) e delle carni bianche (215 mg).

Inoltre, il tonno in scatola vanta un basso contenuto calorico: il valore energetico del tonno in scatola è pari a circa 190 Kcal per 100 grammi mentre quello in salamoia apporta 100 Kcal per 100 grammi (Fonte: Tabelle nutrizionali del Crea).

Il tonno in scatola è tra gli alimenti più ricchi di Triptofano: 280 mg, infatti, ogni 100 grammi, ma sono ancora in pochi a saperlo, solo l’8,4%.

Il tonno in scatola è un alimento immancabile nelle dispense degli italiani: 6 su 10 (59,9%) lo portano in tavola da una volta ad almeno 3-4 volte alla settimana. A guidare le scelte dei consumatori sono soprattutto il gusto (42,7%), la praticità e l’immediatezza di consumo (42,7%) caratteristiche che lo rendono perfetto per una dieta moderna e dinamica. Riconosciuto a tutti gli effetti come un alimento salutistico, privo di conservanti e naturalmente ricco di proteine, Omega 3 e vitamine, risponde perfettamente ai trend del "free from" e del benessere alimentare. Non a caso, un italiano su tre (34,8%) afferma di averne aumentato il consumo negli ultimi 2-3 anni. Tra i fattori che hanno spinto a un maggiore consumo emergono la praticità (35,1%), la sua funzione anti-spreco (26,1%), ma anche il suo ruolo come valida alternativa al pesce fresco (25,9%) e come alimento proteico per chi pratica sport (21,3%). La crescente attenzione verso una dieta equilibrata e il generale aumento del consumo di pesce (20,9%) confermano il tonno in scatola come un ingrediente versatile, nutriente e in linea con le esigenze della vita contemporanea.

Ben due italian i su tre sanno che il tonno in scatola contiene Omega 3 (67.3%), mentre molto meno diffusa è la conoscenza dei suoi alti livelli di vitamine del gruppo B (30.4%), essenziali per il metabolismo energetico, della vitamina D (26.0%), che contribuisce alla salute delle ossa e del sistema immunitario e ancor meno del triptofano (25.9%), l’amminoacido essenziale precursore della serotonina, prezioso alleato del benessere mentale e del buonumore, ma anche della melatonina che ci aiuta a dormire meglio regolando il ciclo sonno-veglia.

Luca Piretta ha commentato: All’interno di un regime vario e completo, è fondamentale inserire alimenti che sono una buona fonte di Triptofano. Tra questi c’è il tonno in scatola ma in molti non lo sanno. … Inoltre, consumato insieme ai carboidrati, come la nota e tanto amata pasta al tonno, non solo si rivela un mix vincente di carboidrati e proteine che fornisce energia e salute dei muscoli ma copre il fabbisogno giornaliero di Triptofano. … Secondo la FAO, il fabbisogno giornaliero di Triptofano è di 3,5 mg per kg di peso. Considerando un adulto di un peso medio di 70 kg, il fabbisogno di Triptofano giornaliero è di 245 mg. Un piatto di spaghetti di 80 grammi (porzione media raccomandata) forniscono 104 mg di Triptofano che, aggiunti ai 140 mg forniti da 50 g di tonno in scatola sott’olio, arriviamo ad un totale di 244 mg. L’alimentazione svolge un ruolo cruciale nel mantenimento dell’equilibrio psicofisico facendo da veicolo del benessere non solo fisico ma anche mentale. Il triptofano è un amminoacido essenziale, precursore della serotonina, regolatrice dell’umore e della sensazione di benessere ma anche della melatonina, neurotrasmettitore del sonno. Bassi livelli di melatonina potrebbero far dormire male, rappresentando così un duplice fattore di rischio: sia per l’aumento di peso che per l’instabilità emotiva e quindi il cattivo umore.

Sono numerosi gli studi scientifici che dimostrano il potere della convivialità, parte integrante della Dieta Mediterranea, intesa come stile di vita e non solo come regime alimentare.

Una ricerca dell’Università del Minnesota pubblicata sulla rivista Family, System and Health fotografa l’attuale “stato di salute” della convivialità analizzando abitudini e riti quotidiani in Italia, Germania e Stati Uniti. Inoltre, un articolo pubblicato sulla rivista Nutrition Research analizza perché mangiare insieme faccia bene alla salute, renda più felici e meno stressati.

Vincenzo Russo ha affermato: Le occasioni conviviali incitano il nostro organismo a produrre serotonina, l’ormone della felicità, inibendo, invece, il cortisolo, che causa stress. Il contesto sociale esercita, dunque, una profonda influenza. Non solo, anche consumare il pasto all’aperto ha conseguenze positive: l’effetto della luce solare stimola le cellule ipersensibili sotto la retina che attivano il sistema limbico, attivando la dopamina e favorendo sensazioni di benessere.

Giovanni Scotti

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