Apre al pubblico nello storico stabilimento di Milano

Collezione Branca

  Food and beverage  

Un viaggio fra erbe e spezie, storia e oggetti di un sistema produttivo che risale al 1845. Affascinanti testimonianze di una comunicazione d’avanguardia espressione di un’epoca.

Nata per iniziativa della famiglia, la Collezione Branca apre le porte al pubblico. I visitatori possono accedervi varcando l’ingresso dello storico stabilimento di Milano, in Via Resegone 2, il grande complesso di architettura lombarda dei primi anni del Novecento dove è ospitata, e tuttora cuore della produzione della Fratelli Branca Distillerie, l’azienda italiana nota in tutto il mondo per Fernet-Branca e altri brand (Stravecchio, Brancamenta, Candolini, Caffè Borghetti, Carpano per citarne alcuni) che ha creato e fatto suoi in oltre 164 anni di attività.

La Collezione Branca invita i visitatori a un viaggio fra profumi di erbe e spezie naturali dove la cultura degli speziali, che risale al fondatore, Bernardino Branca, si è coniugata nelle cinque generazioni successive con imprenditorialità, ricerca della qualità, etica e responsabilità sociale. Un museo di impresa e di una realtà imprenditoriale familiare che deve la sua fama a quell’ amaro, il Fernet-Branca, contraddistinto da un’aquila con il globo terrestre fra gli artigli disegnata dal triestino Leopoldo Metlicovitz nel 1893, diventata sinonimo del made in Italy nel mondo.

Tappa culturale e turistica per chi intende approfondire il legame dell’impresa e dei suoi prodotti con il territorio, la Collezione Branca è, oltre che una ricca documentazione storica di un sistema produttivo, affascinante storia della comunicazione e dell’impegno culturale di un’azienda che ha sempre scelto di abbinare l’innovazione con la tradizione e di lasciare testimonianze e traccia del proprio ruolo e impegno nel territorio in cui opera: con il restauro di Torre Branca a Milano nel cuore del Parco Sempione, con il Museo Carpano a Torino, con il Museo d’Arte moderna nell’antica distilleria di Fernet-Branca a Saint-Louis in Francia ed oggi, con la Collezione Branca.

Il Conte Niccolò Branca, Presidente e Amministratore Delegato di Fratelli Branca Distillerie, ha così commentato l’apertura del museo: Insieme alla mia famiglia desideravo condividere con la collettività e Milano, città con la quale Branca ha fin dalle sue lontane origini un profondo legame, il patrimonio imprenditoriale, storico e culturale dell’azienda. Si tratta di una documentazione che contribuisce ad arricchire la storia dell’industria e della comunicazione italiana come del territorio in cui operiamo. La contiguità della Collezione con il sito produttivo consente ai visitatori inoltre di ben comprendere come quei valori di qualità, etica, naturalità ed eco-sostenibilità che fanno parte delle radici e della storia di Fratelli Branca Distillerie e dei sui prodotti, siano stati mantenuti intatti e continuino a rappresentare il carattere distintivo dell’azienda. L’apertura della Collezione Branca infine vuole essere anche un contributo al fenomeno di rivitalizzazione culturale di un’area milanese, la Bovisa, con cui lo stabilimento confina. 

La Collezione Branca non guarda solo alla storia passata, è anche spazio dove l’oggetto assume un duplice significato: è documentazione storica di una realtà industriale, oltre che espressione di comunicazione e di concezione organizzativa.

Allestita nel complesso industriale di Milano, la Collezione Branca occupa oltre 1000 mq.

La Collezione Branca è frutto di più di 10 anni di lavoro, in cui sono stati coinvolti molti soggetti dell’azienda, in tutte le attività, dalla selezione dei materiali, al restauro degli oggetti (eseguito all’interno dagli stessi operai), fino all’allestimento finale.

La Collezione è aperta su prenotazione/invito, per gruppi di massimo 25 persone, ogni lunedì, mercoledì e venerdì con visite guidate in italiano e inglese (su richiesta), alle ore 10 e alle ore 15, con una durata di un’ora e mezza circa. Ingresso gratuito. Prenotazioni: collezione@branca.it; fax 02 86971966.

Il percorso - L’aroma del Fernet-Branca pervade il museo, che si apre con i dipinti e le sculture raffiguranti i fondatori. In un lungo corridoio è rappresentato parte del ciclo produttivo con gli strumenti che appartengono a una realtà industriale nata nel 1845: mortai, alambicchi, distillatori, caldaie in rame, imbottigliatrici. Per evidenziare i diversi ambiti produttivi sono stati allestiti una suggestiva area “erboristeria”, il laboratorio chimico per la qualità e l’analisi delle erbe, la falegnameria, un ufficio.

Alle pareti si possono ammirare tra l’altro diplomi, medaglie e alcuni calendari annuali realizzati dal 1886 al 1913, che hanno dato vita a una vivace cronaca iconografica legata agli avvenimenti di maggior rilievo. I calendari hanno come soggetto principale l’elemento femminile, scelta deliberata e controcorrente per un prodotto “forte” come Fernet-Branca, il cui consumo era prerogativa del soggetto maschile.

Seguono una serie di manifesti promozionali a firma Metlicovitz, Cappiello, Jean d’Ylen, Mauzan, Codognato, che testimoniano l’attenzione di Branca all’immagine d’impresa.

Un’attenta analisi dei calendari e dei manifesti consente di individuare l’evoluzione del gusto estetico italiano, della comunicazione che interpreta il piacere del bere, oltre che di rappresentare le condizioni sociali del Bel Paese in quell’ epoca.

Su alcuni tavoli sono esposte “vecchie” bottiglie di oltre 60 anni di prodotti Branca (tra cui una delle prime prodotte) e in un armadio a vetri è stata accuratamente allestita una raccolta di bottiglie di imitazioni del prodotto, molte delle quali risalgono ai primi Anni del Novecento.

Il racconto della storia di Branca prosegue con una splendida raccolta fotografica di insegne pubblicitarie, arredi di locali pubblici, grafica per esterni nelle mescite ovvero bar, ristoranti e punti vendita, frutto di scatti effettuati dalla fine dell’Ottocento in tutta Italia.

Archiviate presso l’Archivio Branca, queste fotografie costituiscono una fonte unica nel suo genere.

Nell’area comunicazione si ammirano i bozzetti di alcune campagne pubblicitarie degli anni ’60 – ’70 e si rivedono alcuni famosi Caroselli della televisione. Fra questi, quelli ideati da Ro Mercenaro, creati e animati da Max Squillace e Fusako Yusaki. L’artista giapponese è stata

sperimentatrice della innovativa tecnica “stop-motion”: forme appena abbozzate, modellate con la plastilina, si trasformano sullo schermo dando vita a brevi sketch immaginifici e curati, accompagnati da una musica ritmata e travolgente.

Il percorso si conclude con uno spaccato sulla realtà industriale di ieri e di oggi: le botti in rovere in cui matura per oltre un anno Fernet-Branca o per oltre tre anni il brandy Stravecchio. Una sorpresa inaspettata per tutti i visitatori: sono oltre 500 le botti originali e conservate “sotto” le vie più trafficate di Milano, in quel quadrilatero dove sorge lo stabilimento fra Via Resegone, Viale Jenner, Via Lancetti.

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