Presentata l’ndagine fatta insieme a Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza

Evento Glovo: l’impatto del delivery a Milano

  Food and beverage  

Mercoledì 22 giugno Glovo, il gruppo spagnolo che è la più grande app di consegne a domicilio multi-categoria in Italia, che connette gli utenti con aziende e corrieri, offrendo servizi on-demand da ristoranti locali, negozi di alimentari e supermercati, farmacie e negozi al dettaglio, ha inaugurato la sua nuova sede, che si trova nel moderno edificio Giardini d’Inverno, building di ultima generazione progettato dallo Studio Caputo Partnership International con oltre 110 serre in quota da cui prende il nome.

L'inaurazione della sede è stata l'occasione per presentare i risultati dell’indagine “L’impatto del delivery nella città di Milano”, fatta tra maggio e giugno insieme a Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, intervistando 436 rispondenti dell’area metropolita di Milano.

Cresce il numero di consumatori che si affidano al delivery, non solo in ambito food, ma sempre più spesso anche al cosiddetto “quick commerce” per ricevere spedizioni express: dall’acqua, al caricabatterie, dai prodotti beauty&care ai pannolini a domicilio, dai fiori per le ricorrenze, ai regali last minute.

In che modo quindi il cambiamento degli stili di vita sta accelerando gli sviluppi tecnologici?

L’incontro è stato aperto da Elisa Pagliarani (nella foto) General Manager di Glovo Italia, che ha detto: Glovo ha un obiettivo ambizioso: rendere accessibile la città in 15 minuti, con prodotti e servizi disponibili per tutti in breve tempo. Ad incidere positivamente sarà il ruolo di Milano, già quinta città al mondo per numero di ordini. Negli ultimi 12 mesi abbiamo aperto 5 magazzini urbani, incrementando il nostro servizio “Glovo Express”, e ampliato la nostra rete di collaborazioni sia nella GDO sia nel retail. Entro l’anno prevediamo di investire in Italia 150 milioni di euro e apriremo a Milano il prossimo Food Corner di ultima generazione.

All’evento è intervenuta anche Alessia Cappello (nella foto), Assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro del Comune di Milano, che ha dichiarato: Quando aziende internazionali come Glovo decidono di aprire o rinnovare la propria sede nella nostra città è per noi un segnale importante. Milano non vuole essere solo un ottimo mercato - e per Glovo indubbiamente lo è, come dimostra la ricerca - ma intende rappresentare anche uno spazio di crescita imprenditoriale, un luogo dove sviluppare strategie innovative. L’Amministrazione comunale, attraverso il Patto per il Lavoro, ha tracciato una strada di atti concreti che mirano a rendere Milano città di opportunità, rilancio, buon lavoro e formazione. Pongo un accento su questo ultimo obiettivo, consapevole che proprio la formazione sta diventando per le aziende di questo settore un asset fondamentale di crescita e reputazione sociale. Auspichiamo che lo sia sempre di più, anche in sinergia con il Comune di Milano.

Elisa Pagliarani ha presentato insieme a Marco Barbieri, Segretario Generale Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, i risultati dell’indagine “L’impatto del delivery nella città di Milano”.

Con la pandemia, il business del delivery ha registrato una forte accelerazione, ma non si tratta di un fenomeno temporaneo. Il settore, infatti, è cresciuto negli ultimi anni del 55% circa all’anno: dai 592 milioni di euro del 2019 ai 917 milioni di euro del 2020 ad 1,4 miliardi di euro nel 2021. Con il delivery gli utenti hanno trovato una risposta ad una domanda di acquisti digitali anche per il commercio di prossimità, mentre gli esercenti hanno potuto intercettare una nuova clientela e digitalizzare la propria offerta.

Marco Barbieri, Segretario Generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, ha commentato: L’innovazione tecnologica è diventata un fattore abilitante per l’attività delle imprese del terziario. La spinta digitale degli ultimi anni ha rivoluzionato profondamente la cultura aziendale cambiando anche i modelli di business. Se digitale e negozio fisico erano percepiti come realtà distinte e spesso in contrasto, oggi sono sempre più strumenti complementari e integrati. Il delivery, in particolare, ha avuto un ruolo importante durante la pandemia nel supportare gli esercizi commerciali di vicinato che si sono rivelati una risorsa ess3enziale per la città. E dall’indagine che abbiamo effettuato emerge come il fatturato sia influenzato in modo significativo dall’utilizzo del delivery. Servizi e tecnologia devono accompagnare lo sviluppo di una Milano sempre più attrattiva.

Il settore del delivery, dove operano le piattaforme che offrono prevalentemente servizi di consegna di cibo pronto da bar e ristoranti, si sta espandendo progressivamente dal settore alimentare e della GDO a quello del commercio al dettaglio non alimentare.

Secondo l’osservatorio di Glovo, nell’ultimo anno in Italia gli ordini sono cresciuti del +74% (nel food delivery) e +200% (nel segmento spesa). A confermare il trend, sono gli obiettivi del gruppo spagnolo, che punta a triplicare entro la fine del 2022 il valore di transazioni del quick commerce a livello mondiale, superando 1 miliardo di euro dagli attuali 300 milioni.

Dall’indagine, realizzata, come già detto, da Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza con la collaborazione di Glovo Italia principalmente su Milano e area metropolitana2 - emerge che il 31% degli intervistati utilizza già i servizi di delivery. In particolare, il settore che ne fa maggior utilizzo è quello della ristorazione pari al 62%, seguito dal grocery che rappresenta il 36% degli imprenditori e dal retail per il 20%. Nell’ambito servizi, solo l’11% dichiara di utilizzare già il delivery per la consegna dei propri prodotti.

Le imprese del territorio dimostrano già una buona conoscenza e utilizzo di questa modalità di vendita ancor prima dello scoppio della pandemia nel 2020: il 42% ne faceva uso già dal 2019, il 42% ha dichiarato di aver iniziato ad usarlo nel 2020 e il 12% nel 2021.

Tra i servizi utilizzati Glovo è stato segnalato dal 52% degli intervistati, Just Eat dal 44%, Deliveroo dal 36%, Uber Eats dal 23%. Il 40%, invece, ha dichiarato di utilizzare mezzi propri per le consegne.

Per quanto riguarda l’incidenza dell’utilizzo del delivery sui ricavi delle proprie attività, il 35% dei rispondenti ha dichiarato che il fatturato è notevolmente influenzato dall’utilizzo del delivery (dal 20% in su) e per il 4% degli intervistati il delivery incide per oltre il 50% del fatturato.

Tra i vantaggi riscontrati vi è senza dubbio l’acquisizione di nuovi clienti, opzione indicata dal 49% dei rispondenti, la maggior visibilità al punto vendita per il 22%, mentre per il 13% il vantaggio è dato dall’avere una migliore efficacia dei servizi di consegna.

È stato poi chiesto come si potrebbe migliorare il servizio di delivery utilizzato: il 37% darebbe dei bonus per le performance ottenute, il 27% vorrebbe personalizzare i servizi a seconda delle esigenze, il 25% migliorerebbe la promozione dell’attività commerciale, il 20% vorrebbe maggiore capillarità in alcune aree e infine il 16% migliorerebbe i tempi di consegna.

Nel corso dell’evento si è anche discusso di food delivery e quick commerce nell’incontro “Il delivery del futuro: verso la Città in 15 minuti”.

Completata l’illustrazione della ricerca, infatti, hanno portato la loro testimonianza nel delivery: Andrea Valota, General Manager e Deputy CEO, La Piadineria, Dario D’Ingeo, Global Retail Supervisor, KIKO Milano, Sara Colombo, Head of E-commerce, IPER La grande i e Davide Franzetti, Country Sales Director Italy, Coca Cola Hellenic Bottling Company.

Info: www.glovoapp.com.

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