FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 10, 10 dicembre 2017

Salute, Tendenze

Ambrogino d’oro 2017: agli oncologi dell’Istituto dei tumori di Milano
Il 7 dicembre, Sant’Ambrogio, come da tradizione il Comune di Milano consegna le civiche benemerenze, comunemente conosciute come Ambrogini d’oro.

Sono in totale 36: 15 Ambrogini d’oro, 20 attestati di civica benemerenza e una Medaglia d’oro alla memoria.

Tra i premiati, spicca l’Istituto dei Tumori di Milano (INT) grazie al professor Filippo De Braud e al dottor Francesco Garbagnati.

Gli Ambrogini d’oro di quest’anno si aggiungono all’Attestato di Civica Benemerenza del Comune di Milano, assegnato nel 2016 al dottor Roberto Boffi, Pneumologo Responsabile della S.S.D. di Fisiopatologia Respiratoria e del Centro Antifumo dell’INT, per il contribuito reso nella sensibilizzazione circa i pericoli causati dalla dipendenza da fumo.

«Per l’Istituto Nazionale dei Tumori rappresentano importanti riconoscimenti - dichiara Enzo Lucchini, Presidente INT - Ne siamo orgogliosi perché viene premiato il lavoro di chi ha dato un contributo determinante alla ricerca, a riprova ancora una volta dell’alta qualità della ricerca che viene condotta all’INT e dei percorsi di cura. Lo dimostra anche la valutazione del Ministero della Salute: nella classifica relativa ai 40 IRCCS sul territorio italiano, stilata in base a criteri scientifici e assistenziali, l’INT milanese è il primo dei 12 IRCCS oncologici».

«Non possiamo che essere felici per il riconoscimento della città di Milano al lavoro di chi si è adoperato per contribuire ai progressi della ricerca e al miglioramento delle strategie terapeutiche. - aggiunge Luigi Cajazzo, Direttore Generale INT - Rafforza inoltre ancora di più la figura dell’INT, da sempre punto di riferimento “storico” per la città prima di tutto, ma anche per chi proviene da altre Regioni italiane».

Il professor Filippo de Braud è Professore ordinario di Oncologia Medica presso l’Università di Milano e dirige il Dipartimento di Oncologia e Ematologia in INT, Centro di riferimento per il trattamento dei tumori in Italia (neoplasie solide dell’adulto a più alta incidenza, neoplasie rare e tumori pediatrici). La Struttura che dirige si occupa inoltre di sperimentazione clinica e traslazionale nei tumori solidi, con particolare attenzione ai tumori polmonari, del tratto gastroenterico (stomaco, pancreas, vie biliari e colon retto), ai tumori neuroendocrini, al melanoma, al tumore della mammella ed a quelli del tratto urogenitale.

L’Ambrogino d’Oro è proprio per l’attività nell’ambito della ricerca. «Sono profondamente onorato nel ricevere l’onorificenza dell’Ambrogino d’Oro - dichiara il professor Filippo de Braud -È il riconoscimento del mio contributo volto a riportare in Italia gli studi in oncologia di fase 1, cioè quelli relativi allo sviluppo iniziale delle molecole. Il nostro Paese ne era stato ingiustamente escluso, a causa di errati pregiudizi legati alla nostra capacità organizzativa di fare ricerca nell’ambito degli studi di fase 1. Ora, più del 10 percento degli studi attivi nel nostro Paese sono di fase 1 si svolge in Italia, a riprova delle nostre capacità e di questi, oltre 30 sono in corso presso l’INT. Oggi l’Istituto Nazionale dei Tumori è un modello di riferimento nell’ambito della ricerca ed è l’unico Centro italiano interamente accreditato per tutto il processo della fase 1».

Il dottor Francesco Garbagnati, specialista in radiodiagnostica e radioterapia, già Direttore dell’Unità Operativa Semplice per i Trattamenti Intralesionali a Radiofrequenza all’INT, ha ideato e sperimentato la tecnica della termoablazione a radiofrequenza per il trattamento percutaneo mininvasivo nei tumori epatici, metodica oggi ampiamente riconosciuta a livello internazionale. Per questo, l’assegnazione dell’Ambrogino d’Oro. «È un riconoscimento che mi rende orgoglioso di poter festeggiare la città dove sono nato, Milano, con una idea che da Milano si è diffusa nel mondo - sottolinea il dottor Francesco Garbagnati - Da sempre il malato oncologico arriva a Milano all’INT perché vuole essere guarito o almeno curato e se ciò non è possibile, vuole avere la speranza di cure innovative, speranza che nasce dalla ricerca. La termoablazione a radiofrequenza è nata proprio da questo concetto, quindi dalla speranza di avere un’idea da concretizzare per cercare di portare alla guarigione pazienti anche non operabili.

Con la collaborazione del dottor Sandro Rossi di Piacenza (che per primo al mondo all'ospedale di Piacenza nel 1988 ha inserito in un epatocarcinoma un elettrodo semplice a radiofrequenza) abbiamo modificato gli elettrodi allora utilizzabili solo in neurochirurgia per poter applicare la radiofrequenza alla distruzione dei tumori epatici anche di grandi dimensioni, progettando un ago elettrodo con elettrodi multipli a uscite laterali inseribile nel paziente per via percutanea sotto guida ecografica.

Dopo la fase sperimentale presso la clinica Universitaria Veterinaria di Milano si è passati alla fase clinica sul paziente, permettendo così la divulgazione scientifica internazionale della tecnica di termoablazione sia percutanea che intraoperatoria. Tale procedura oggi definita come ''RFTA radiofrequency thermal ablation'' in particolare per la cura degli epatocarcinomi, è stata convalidata a livello scientifico internazionale e considerata come metodica chirurgica per poter distruggere un tumore epatico di 35 mm con intervento ecoguidato mininvasivo in anestesia locale in ricovero di 24 ore».