Dal 10 al 27 gennaio
A Seveso, un guasto alla ciminiera di una fabbrica di profumi, l’Icmesa, causa la fuoriuscita di una grande nube di diossina. Non tutti in quei giorni sapevano che la diossina è una sostanza estremamente tossica: ustionante, cancerogena e teratogena. Veniva usata in Vietnam per le bombe al napalm. Non lo sapeva Sara, una giovane donna, felicemente sposata e in attesa di un figlio: quella nube cambia la sua vita. All’epoca non si sapeva quali fossero le conseguenze della diossina per il feto: dal Vietnam arrivavano solo poche, imprecise ed allarmanti notizie di gravissime malformazioni genetiche. A Seveso adulti e bambini vengono ricoverati in ospedale con gravi forme di cloracne. Il paese viene fatto evacuare: anche Sara e il marito si trasferiscono in un residence ad Assago.
I pericoli di dare alla luce bambini gravemente menomati (detti dalla stampa dell’epoca “infelici”) erano reali e le donne venivano spinte ad abortire. Così Sara, non ottenendo dalla scienza risposte certe sul futuro di quel figlio non ancora nato, si rivolge alla Vergine pregandola di venirle in soccorso. Tanta è la sua insistenza che
Il testo di Roberto Cavosi (Premio Hystrio alla drammaturgia 2001) fonde cronaca e mito, documento civile e sacra rappresentazione, realismo e lirismo. Questo legame tra informazione e ritualità è una delle cifre che contraddistinguono il teatro di Roberto Cavosi. Come nel format radiofonico Teatrogiornale, creato dallo stesso Cavosi per Radio3, il testo coniuga il carattere fantastico e irripetibile del teatro con l’impegno civile suscitato dall’osservazione dell’attualità. La violenza della cronaca si trasforma in metafora, in parabola, come nella tragedia greca. Per me è sempre stato importante partire da un mito, da un archetipo per sviluppare i miei testi. – dice Roberto Cavosi nella postfazione a “Trilogia della luna” - Tranne rare eccezioni, mi sono sempre ispirato a miti femminili, o a figure che, pur essendo storiche, vanno oltre qualsiasi connotazione temporale, come nel caso della Vergine.
In Anima Errante, che rappresenta una storia universale che tocca profondamente le coscienze, il dramma di Sara vive in scena attraverso la straordinaria prova d’attrice di Maddalena Crippa: la sua recitazione è concreta, quasi neorealista. Maddalena Crippa con la sua sicura, quasi brusca gestualità e la sua pastosità vocale tutta lombarda coglie ottimamente il ritmo del martirio drammatico della protagonista.
Ottimo anche Francesco Colella nel ruolo del marito di Sara. Ma anche Carlotta Viscovo, Raffaella Tagliabue, Stefania Medri e Francesca Mària.
Info: Tieffe Teatro Menotti - Via Ciro Menotti 11, 20129, Milano - tel. 0236592538 - info@tieffeteatro.it - www.tieffeteatro.it.