VedoGreen: Green Economy on capital markets 2012

14 dicembre 2012

A Milano sono stati presentati i risultati dello studio “Green Economy on capital markets 2012 – II edizione”, condotto dall’Ufficio Studi VedoGreen su un campione di 113 società green quotate sui principali listini europei, di cui 13 su Borsa Italiana.

L’Osservatorio VedoGreen ha ampliato il proprio contesto di riferimento conferendo mandato a ISPO (Istituto per gli Studi sulla Pubblica Opinione) per la realizzazione di un’indagine sulla popolazione italiana e sugli opinion leader, al fine di creare un punto d’analisi più completo sulla Green Economy e sviluppare un tessuto di relazioni ad ampio respiro, anche a livello governativo, che favorisca un forte commitment sullo sviluppo dell’industria green in Italia.

L’industria green europea – ha spiegato Anna Lambiase, Amministratore Delegato di VedoGreen – cresce anche nel 2011 con una performance positiva di fatturato ed EBITDA. Nonostante segnali di ridimensionamento nel 2012, con ricavi medi in crescita del 7% e Ebitda del 2% nel 1H2012, l’Italia si conferma il mercato con la più alta marginalità (26%). Per il 2012 l’outlook è positivo per UK, grazie principalmente all’importante attività di R&D sviluppata e per i Paesi Scandinavi che mantengono un primato sulla solidità del portafoglio ordini; Francia e Germania prevedono una significativa riduzione dei margini. L’internazionalizzazione risulta la principale linea guida strategica annunciata dalle società europee per il prossimo triennio, insieme a una maggiore focalizzazione su business con più elevata marginalità. La grande componente di innovazione legata alla green economy è testimoniata dalla significativa crescita del numero di brevetti depositati a livello europeo, con l’Italia seconda solo alla Germania (dati Dintec e Unioncamere). Vedogreen ha mappato le eccellenze nazionali green private, analizzate nei risultati economico-finanziari 2011 e selezionate sulla base di criteri di analisi finanziaria e requisiti di quotabilità: sono state individuate 50 aziende green che esprimono una potenziale capitalizzazione di mercato di Euro 4,5 miliardi, un giro d’affari complessivo pari a circa Euro 3 miliardi e impiegano complessivamente circa 7.700 dipendenti. L’analisi sulla percezione degli investitori condotta da IR Top per VedoGreen rileva grandi potenzialità dell’investimento nel green per il prossimo decennio, guidato principalmente dall’elevato livello di innovazione che l’industria green può offrire, specie nei comparti industriali piu nuovi legati all’efficienza energetica, eco-mobility, smart grids/smart cities e all’edilizia eco-sostenibile.

La green economy - ha commentato Renato Mannheimer, Presidente ISPO - è una rivoluzione silenziosa, che sta producendo un cambiamento culturale in cui responsabilità e prosperità sono aspetti chiave non più disgiungibili. Progettare un Osservatorio capace di monitorare uno tra i più importanti mutamenti sociali ha una spiccata utilità sociale, perché da un lato ci riferisce il senso del cambiamento e le sue motivazioni profonde, dall’altro ci permette di raccogliere preziose indicazioni sulla direzione da intraprendere. Oggi apprendiamo qualcosa di nuovo sulla green reputation: nel 92% dei casi il consumatore apprezza l’imprenditore impegnato nel recupero e nel riutilizzo dei rifiuti, e nel 91% dei casi dice di accordare le sue preferenze a imprese che usano fonti di energia rinnovabili; percentuali che in altri momenti si sarebbero dette bulgare. Questi orientamenti altro non sono che l’espressione pubblica di un comportamento privato fattivo, che spinge a consumare sobriamente e a riciclare in modo “etico”.

Non c’è dualismo né contraddizione tra industria e green economy. Ma, al contrario, il loro connubio è l’unico capace di ispirare una vera svolta durante la fase di recessione globale. - ha commentato Stefano Neri, Presidente e AD di TerniEnergia e Presidente di Italeaf - Nella contemporaneità, il business verde è uno dei pochi motori ancora trainanti. È anche il settore che può costituire il principale serbatoio di leadership, cioè dell’elemento visionario e propulsivo senza il quale non si può innovare. Un segno che viene colto anche dagli investitori del comparto, che con l’affermazione delle dimensioni industriali e le dinamiche di aggregazione del settore sembrano cogliere un’opportunità per ottenere una crescita superiore nel prossimo decennio. La tendenza lascia intravedere l’apertura di scenari inediti anche per il nostro Paese, avvicinando per la prima volta anche in Italia il management internazionale dei capitali ai nuovi settori industriali ambientali, particolarmente a quelli ad alto contenuto tecnologico. Contemporaneamente, può convivere la funzione di salvaguardia dei beni comuni e di rilievo pubblicistico che pure il settore ambientale deve continuare ad avere con lo sviluppo industriale. Il nostro Gruppo, per queste ragioni, ha deciso di costituire l’acceleratore di impresa Italeaf, per supportare e sostenere la creazione di nuove attività produttive ad alto contenuto tecnologico nei settori della green e circular economy e dell’industria sostenibile. Italeaf seleziona progetti ad alto potenziale, promuovendo il matching tra startup alla ricerca del capitale necessario all’avvio (seed capital) e potenziali investitori. L’appartenenza a un Gruppo con una storia di successo nel settore della green economy e con notevoli expertise produttive, dotazioni infrastrutturali e facilities per l’industria della sostenibilità e per l’attività di ricerca e sviluppo, consente di ottimizzare le attività di mentoring di Italeaf per gli imprenditori. Italeaf combina nel suo nome il concetto di “Made in Italy” e quello di “foglia”, elemento distintivo della sostenibilità e della capacità rigenerativa e di circolazione della linfa vitale creativa. Italeaf persegue una nuova via industriale italiana capace di coniugare sviluppo locale e mercato globale in modi nuovi e imperniato sull’economia low carbon.

VedoGreen - ha commentato Marco Giorgino, Presidente VedoGreen - si propone come il punto di riferimento istituzionale tra la GREEN INDUSTRY e i CAPITAL MARKETS perseguendo 3 obiettivi: favorire il reperimento di risorse finanziarie per le società green (attraverso IPO o ingresso di Fondi Istituzionali nel K); individuare e mappare, attraverso l’Osservatorio, le eccellenze «green» nazionali e gli investitori specializzati a livello internazionale e promuovere il commitment sulle grandi opportunità per il Paese legate all’innovazione dell’industria green e alla finanza.

Per l’Italia VedoGreen ha selezionato un panel di 13 società green quotate sul listino azionario italiano caratterizzate da una capitalizzazione inferiore ai 500 milioni di Euro e modelli di business focalizzati sulle energie rinnovabili e sulla gestione dei rifiuti. Le società italiane così individuate sono: Aion Renewables, Alerion Clean Power, Biancamano, Eems, ErgyCapital, Falck Renewables, Fintel Energia Group, Frendy Energy, Industria e Innovazione, K.R. Energy, Kinexia, Sadi Servizi Industriali e TerniEnergia. 

Info: VedoGreen (Gruppo IR Top) - Via C. Cantù, 1, 20123, Milano - Tel. +390245473884/3 - www.vedogreen.it.