“Di Mani Festarsi” di Sabrina Corsini e Jacopo Panizza alias Paco Jasa.

21/11/2023

Nel cuore della dodicesima edizione di BookCity Milano, la manifestazione dedicata al libro che si tiene a Milano dal 13 e al 19 novembre 2023, nella splendida cornice di Horto Restaurant Milano - Via S. Protaso, 5 - è stato presentato il libro “Di Mani Festarsi” di Sabrina Corsini e Jacopo Panizza alias Paco Jasa.

Un incontro con i due scrittori che è stato moderato da Mariangela Pira, giornalista e scrittrice sarda che incarna perfettamente il legame tra gli autori e l’opera. Il libro racconta la storia di un tappeto, figlio di due madri. Sisinnia ed Elena Senes, due sorelle sarde, permeate da quella insularità densa tipica del Goceano di fine Ottocento, le loro scelte sono guidate da attitudini e caratteri opposti, ma unite dal legame viscerale con la famiglia, dalla padronanza manuale e spirituale dell’arte della tessitura e l’amore per la loro terra, la Sardegna. Tutto ruota intorno ad un elemento fondamentale, il vaso di Pandora che unisce, ma divide le sorelle e diventa elemento prova dei loro dissapori: il tappeto di Nule, realmente esistente e figlio di una relazione difficile. Tessuto da mani in conflitto, riunisce in sé le forze che lo hanno generato e ne porta i segni. Solo anni dopo, davanti a un giovane uomo originario del Mali, il tappeto manifesterà il suo canto.

I due scrittori traggono ispirazione da una storia vera, densa di richiami e assonanze con il mondo moderno, un’attenta analisi della società di oggi sia negli aspetti positivi, che in quelli negativi che pone però un forte accento sull’inclusione, sull’integrazione e sull’accoglienza come sostanziale e non performativa. Attraverso l’artigianato si riescono ad appianare le differenze sociali e, pur mantenendo ognuno le proprie peculiarità, si riesce a convivere all’interno della stessa tela. L’arte diventa collante per rimarginare ferite sociali poiché l’artigianato tessile si fa alfabeto comune.

Un racconto intenso, sentito, ricco di iconografie simboliche e intrecci. Una testimonianza personale, quella dei due autori che hanno dato vita e voce ad una storia che ritrae la società moderna. Il tappeto diventa simbolo del diritto all’umana “biodiversità”, ideali che non sono minacce per la collettività, ma risorsa di bellezza. Anomalo, asimmetrico, irriverente rispetto ai canoni, ma rispettoso della legge universale di non sprecare le risorse e i doni dell’universo, risulta bello nella sua peculiarità.

Un modo per conoscere la Sardegna con occhi di chi vuole entrare nello spirito di anime mediterranee che tessono le trame di società e comunità senza tempo. Sono donne e uomini che hanno solcato il mare che unisce genti, hanno sempre navigato per incontrarsi e scambiare le proprie merci, per cercare nuove terre più fortunate, per vivere in mondi nuovi nei quali cambiare tutto senza dimenticare le antiche trame, colori e intrecci che sanno di casa ma con un sapore di nuovo.