Ottobre mese in rosa: prosegue l’iniziativa #dattiunocchio

06/10/2023

Nuovi appuntamenti per invitare le donne a fare prevenzione e a coltivare la propria femminilità anche dopo una diagnosi di tumore al seno

#DattiunOcchio” nasce per sensibilizzare le donne a tenere d’occhio non solo il proprio look, ma anche il proprio corpo, il seno in particolare, intercettando eventuali segnali sospetti da non sottovalutare e approfondire con il proprio specialista.

Il progetto si rivolge anche alle donne che hanno incontrato il tumore per aiutarle a non perdere con-tatto con la valorizzazione di sé e la femminilità.

#DattiunOcchio, iniziativa promossa da Gilead con il supporto di Europa Donna Italia e Triumph e in collaborazione con Freeda Media, prosegue anche ad ottobre a Roma in occasione del ‘mese in rosa’.

Nei punti vendita Triumph di Milano e Roma*, attraverso leaflet, stickers posti nei camerini con QRCode che rimanda ad approfondimenti tematici, #DattiunOcchio promuoverà due messaggi molto importanti: il primo non trascurare la prevenzione, rilevando segnali sospetti come ad esempio gonfiore, perdite dai capezzoli, segnalandoli tempestivamente allo specialista e pianificare i controlli come mammografia e ecografia mammaria; il secondo per le donne con tumore al seno è di non rinunciare al proprio desiderio di essere donna con la propria femminilità.

Una prevenzione costante permette diagnosi tempestive; una diagnosi tempestiva, soprattutto nella forma più aggressiva come il tumore al seno triplo negativo, permette un percorso di cura più efficace. Il tumore al seno è quello più frequentemente diagnosticato con 55.700 nuovi casi stimati nel 2022, +0,5% rispetto al 2020.

“Le donne e le pazienti sottolineano quanto sia importante promuovere una cultura di salute, un impegno che la comunità scientifica e non solo cerca di perseguire a più livelli, ma anche in più contesti. Fare cultura significa partire dalla prevenzione, che include un’attenzione anche ai fattori di rischio che possono favorire la comparsa di un tumore, ma rendere possibile anche una diagnosi precoce, soprattutto nelle donne giovani. Afferma la Prof.ssa Rossana Berardi, Presidente W4O-Women for Oncology, Ordinario di Oncologia Università Politecnica delle Marche, Direttrice Clinica Oncologica dell’Azienda Ospedaliera Universitaria delle Marche - Iniziative come #DattiunOcchio consentono di amplificare questi messaggi. È importante sottolineare che il modo di trattare e affrontare il tumore al seno anche quando si ripresenta in forma di recidiva o metastatica è cambiato molto negli anni. Da un lato la ricerca evolve e mette a disposizione terapie sempre più mirate anche per le forme più aggressive, dall’altro sono cadute molte barriere rispetto al parlarne apertamente. Basti ricordare che all’interno del mese in rosa è stata dedicata una giornata, il 13 ottobre, al tumore al seno metastatico. Questo significa che anche in una fase avanzata della malattia, quando l’obiettivo della guarigione è più difficile da raggiungere, come ad esempio nel caso del tumore triplo negativo metastatico, si riesce ad allungare l’aspettativa di vita e, come spesso affermo, ad “allargare la vita” ossia consentire una vita di qualità e piena, cercando di sostenere le pazienti e non farle sentire sole.”

Avere una vita piena significa potere continuare a fare progetti nonostante la malattia e a sentirsi donne coltivando tutti quegli aspetti che favoriscono un benessere fisico e mentale.

“Il tumore al seno irrompe nella vita di una donna in modo traumatico creando uno spaccato tra un prima e un dopo. - Afferma la dr.ssa Elisabetta Razzaboni, Dirigente Psicologo presso AOU (Azienda Ospedaliera Universitaria) di Modena - Uno spaccato della progettualità futura, ma anche del senso identitario, chi ero prima, chi sono dopo la diagnosi e chi sarò domani. La femmi-nilità viene colpita a 360° per i cambiamenti fisici legati agli interventi e alle terapie; il rischio è che la donna si identifichi completamente nella malattia perdendo tutti quegli aspetti di normalità fon-damentali per una buona tenuta della qualità di vita. Aiutare la donna a rompere questo schema, mantenendo il più possibile una vita normale è terapeutico. L’impegno che la donna mette nel curare la propria femminilità deve essere preservato e alimentato durante tutto il percorso, perché assume una funzione riparatrice nei confronti di una ferita che incide proprio su questa sfera. Comprare un cosmetico o un capo d’abbigliamento è un gesto che si deve compiere per se stesse per allontanare il rischio di vedersi solo come paziente.”