GENERAZIONE LOW COST di Julie Lecoustre e Emmanuel Marre

11/05/2022

Per una volta ci sentiamo di dire che il titolo italiano dato a un film di produzione estera riflette meglio il suo contenuto dell’originale. Il titolo francese “Rien à foutre”, così come anche quello inglese per la distribuzione internazionale “Zero fucks given”, fanno pensare infatti piuttosto a una generazione di giovani sbandati, menefreghisti e indifferenti.

GENERAZIONE LOW COST invece, oltre a evocare lessicalmente il contesto in cui si svolge il film (la protagonista Cassandre è hostess su una linea aerea low cost), qualifica la ragazza e i suoi coetanei proprio come vite “a basso costo” vissute alla giornata, senza un progetto preciso di futuro, come lo stabilirsi da qualche parte e mettere su famiglia.

Cassandre è contenta del suo lavoro perché le dà un discreto reddito e soprattutto le impone una vita dinamica, sempre in movimento da uno scalo all’altro, con frequenti soste fuori sede dove frequenta con piacere begli alberghi e si può concedere serate di sballo in discoteca e notti con compagni occasionali.

Non ha aspirazioni di carriera (quando la sua compagnia la seleziona per un corso di formazione per diventare cabin manager si convince a farlo solo di fronte alla minaccia che in caso di rifiuto verrebbe licenziata), e il suo sogno di passare a lavorare per una linea aerea importante come Emirates non è basato tanto su aspettative di miglioramento economico quanto di status symbol e di appagamento personale: uniformi più belle, alberghi più di lusso, voli intercontinentali con la possibilità di vedere mete non servite da una low cost.

Una vita in definitiva piuttosto solitaria, che potrebbe sembrare quasi egoistica se non fosse temperata da un paio di episodi che mostrano invece una Cassandra capace di empatia. Uno si presenta nella sua vita professionale, quando si trova a confortare una anziana passeggera in ristrettezze economiche e le compra con la propria credit card una bibita dal trolley di bordo, cosa vietata dai regolamenti e che le provoca una contestazione disciplinare.

L’altro momento di messa a fuoco sui sentimenti di Cassandre, piuttosto che sulla sua attività frenetica, è il periodo di vita familiare che si decide alla fine a passare con la famiglia, dopo che la madre è mancata in un incidente stradale. Una occasione per riscoprire con il padre vedovo e la sorella tanti ricordi di quando le due bambine erano felici con i genitori, e che erano stati dimenticati nel turbinio della sua vita sempre on the road (o meglio in the sky).

GENERAZIONE LOW COST non è un film con una trama particolarmente elaborata, tanto meno con un finale preciso, che sia esso happy o no: infatti nelle scene finali lasciamo Cassandre a Dubai, in attesa di svolgere i colloqui per essere assunta in una linea aerea più importante, colloqui di cui non sapremo mai l’esito. Il film potrebbe insomma chiudersi alla perfezione mettendo sulle labbra di Cassandre la frase finale di Rossella O’Hara. “Domani è un altro giorno!”.

Il film è una serie di istantanee su una ragazza simbolo della sua generazione, con voglia di viaggiare e conoscere senza pensare troppo al futuro. In omaggio all’origine francese potremmo dire che è un film impressionista, se non addirittura pointilliste, che dipinge il suo quadro con tanti piccoli tocchi di colore: visivamente questo si manifesta nell’uso della macchina da presa, che stacca frequentemente da un’inquadratura all’altra, e solo poche scene sono lunghe più di qualche minuto.

Una menzione speciale la merita senza dubbio la protagonista Adèle Exarchopoulos, che interpreta Cassandre e che è praticamente sullo schermo dal primo all’ultimo dei 110 minuti di durata del film, in un vero one woman show. L’attrice francese (già acclamata protagonista dello “scandaloso” La Vita di Adele) è qui costretta a sfoderare tutto il suo campionario espressivo, vivendo nelle quasi due ore di recitazione un po’ tutti gli stati d’animo, dalla gioia alla rabbia, dalla tristezza alla noia.

La Exarchopoulos, con un visino che assume uno sguardo imbronciato quando è seria ma che è capace di allargarsi in un largo sorriso che ispira subito simpatia, dà una diretta dimostrazione della sua gamma mimica nella scena del provino, quando nel test per il passaggio a cabin manager le candidate sono chiamate a dimostrare di saper mantenere un sorriso fisso per i 30 secondi del saluto ai viaggiatori. Lei invece, turbata in quei giorni per i problemi familiari, mischia al sorriso frequenti momenti di serietà, come un paesaggio che alterna luce e ombra al passare di nuvole davanti al sole.

GENERAZIONE LOW COST è diretto da Julie Lecoustre e Emmanuel Marre. Gli attori principali sono Adèle Exarchopoulos, Alexandre Perrier, Mara Taquin, Jean-Benoît Ugeux, Jonathan Sawdon.

È in sala da domani 12 maggio 2022.

Ugo Dell’Arciprete