cdp: l’impatto delle attività aziendali sulla deforestazione nel mondo

18/07/2019

CDP, la piattaforma globale di rendicontazione ambientale, che, ogni anno, raccoglie dati ambientali da oltre 7.000 aziende, ha pubblicato il nuovo report dal quale risulta che la maggioranza delle grandi aziende non comunica in modo trasparente l’impatto delle loro attività sulla deforestazione globale e non adotta misure adeguate a favore della salvaguardia delle foreste.

I dati, infatti, rivelano che sono oltre 1.500 le aziende che hanno un impatto significativo sulla deforestazione o che possono incorrere nel rischio di deforestazione ambientale e che nel 2018 sono state invitate da investitori e grandi organizzazioni di acquisto per comunicare informazioni circa l’attenzione alle foreste attraverso la piattaforma di reporting di CDP.

Il 70% non l'ha fatto, rifiutando di fornire maggiori dettagli sui principali elementi responsabili della deforestazione: legno, olio di palma, allevamenti di bestiame e soia.

Il nuovo rapporto di CDP rivela che la trasparenza aziendale sulla deforestazione (con un tasso di divulgazione del 30% nel 2018) è in netto ritardo rispetto ad altre questioni ambientali come il cambiamento climatico e la sicurezza idrica (entrambe stabili al 43%).

L’importanza di preservare le foreste, del resto, non è fondamentale solo per scongiurare danni di business a livello aziendale, ma anche come strumento risolutivo per combattere il cambiamento climatico e rassicurare le crescenti preoccupazioni di investitori, acquirenti e consumatori.

Il silenzio è assordante quando si tratta delle misure aziendali nei confronti della deforestazione. - ha commentato Morgan Gillespy, Global Director of Forests at CDP - Per troppo tempo le aziende hanno ignorato l’impatto delle loro catene di approvvigionamento sulle foreste esistenti, senza prendere sul serio i rischi che ne derivano - sia lato business sia sulla società globale. Attualmente, la preoccupazione per l’ambiente è ai massimi livelli e le aziende hanno il dovere di essere trasparenti e intraprendere azioni decisive per la salvaguardia delle foreste. Di pari passo, i consumatori si mostrano sempre più sensibili a questo tema e desiderosi di sincerarsi che nel loro carrello non ci siano prodotti responsabili della deforestazione dell'Amazzonia, dell'estinzione degli oranghi e del cambiamento climatico. - ha aggiunto Morgan Gillespy - Le aziende che mirano a mantenere una quota di mercato devono ascoltare i loro clienti, investitori e consumatori, così da non rischiare di incappare in situazioni sfavorevoli. Le aziende, infatti, suggeriscono che il rischio reputazionale è il rischio maggiore che può derivare da una mancata attenzione nei confronti della deforestazione, un tema destinato ad acquisire sempre più importanza a seconda del cambiamento del mercato e dei consumi in un’ottica sostenibile”.

Nel 2018 un totale di 306 aziende ha collaborato con CDP condividendo i propri rapporti di sostenibilità fornendo dettagli sulla provenienza di legno, olio di palma, bestiame e / o soia, indicando le misure intraprese per combattere la deforestazione all’interno delle loro catene di approvvigionamento.

Analizzando le risposte di queste aziende, il report rivela che le iniziative sono insufficienti per risolvere il problema della deforestazione. Tuttavia, è interessante osservare come il danno reputazionale del brand derivante dalla deforestazione sia indicato come il rischio di gran lunga più frequente.

Circa un quarto (24%) delle società non intraprende affatto o adotta misure circoscritte per combattere la deforestazione, ad esempio concentrandosi su una singola categoria merceologica senza rendere più sostenibile le altre merci che attraversano la propria catena di approvvigionamento.

I dati confermano, inoltre, che oltre un terzo delle aziende non sta lavorando con i propri fornitori al fine di ridurre il proprio impatto ambientale sulle foreste. Ciò è emblematico di un divario critico, in quanto la deforestazione è quasi sempre un problema di filiera, ad eccezione di quei casi in cui la società sia un produttore diretto.

Complessivamente, le aziende riportano perdite potenziali per un valore di 30,4 miliardi di dollari dovute all'impatto dei rischi da deforestazione, tra cui danni reputazionali, cambiamenti normativi e catastrofi naturali come incendi e cattivi raccolti.

Eppure, tutto ciò è solo la punta dell'iceberg, in quanto circa un quarto delle aziende prevede una stima quantitativa delle potenziali perdite. Inoltre, i dati mostrano che quasi un terzo delle aziende non include le problematiche relative alla deforestazione nel processo di valutazione del rischio. Tuttavia, tra le aziende che ne prendono atto, quasi tutte (92%) confermano rischi sostanziali, suggerendo che il rischio aziendale e l’impatto finanziario associati alla deforestazione siano sottostimati.

Sono quasi 450 le aziende e più di 50 i governi che si sono impegnati a porre fine alla deforestazione entro il 2020, ma l'azione del settore fino ad oggi non è stata sufficiente nel raggiungimento di questo obiettivo, con realtà che già hanno dichiarato pubblicamente l’impossibilità di rispettare questa deadline. La deforestazione continua ad un ritmo di 5 milioni di ettari all'anno (equivalenti a 15 campi da calcio ogni minuto). Invertire questa tendenza è essenziale per affrontare i problemi associati al cambiamento climatico. Ad esempio, il report dell'IPCC sull'1,5°C evidenzia la necessità di utilizzare le foreste come pozzi di assorbimento del carbonio.

Tuttavia, i dati di CDP mostrano che l'83% degli obiettivi aziendali sulla deforestazione hanno come scadenza il 2020 e solo il 14% si estende oltre questa data, facendo ipotizzare che le misure aziendali contro la deforestazione si possano esaurire nel breve termine.

Dal rapporto di CDP, però, risulta anche che alcune aziende sono all'avanguardia: esse promuovono diverse iniziative a sostegno delle foreste grazie ad un’intensa collaborazione con i propri fornitori. Ad esempio, L'Oréal, il colosso mondiale della bellezza, e Beiersdorf AG, il produttore tedesco di beni di consumo, sono leader nell'approvvigionamento sostenibile dell'olio di palma. Per incoraggiare i propri fornitori a gestire l’impronta forestale, L'Oréal ha sviluppato Sustainable Palm Index con l’obiettivo valutare l’impegno e i risultati ottenuti dai fornitori nella lotta alla deforestazione.

Infine, i dati di CDP mostrano che per le aziende disposte a prestare maggiore attenzione alla salvaguardia delle foreste ci sono maggiori possibilità di crescita. 76 aziende, infatti, hanno segnalato opportunità di business come l'aumento del valore del marchio e l'innovazione di prodotto, valutate per un totale di 26,8 miliardi di dollari, di cui la metà di questo valore è dato come altamente probabile o, addirittura, certo.

I nostri dati rivelano che le aziende non stanno facendo abbastanza per porre fine alla deforestazione. - ha aggiunto Morgan Gillespy, Global Director of Forests at CDP - Nel frattempo, sono centinaia le aziende ad alto impatto ambientale che non hanno consentito a CDP l’accesso ai loro dati e, pertanto, non sono state analizzate in questo report, eventualmente perdendo anche enormi opportunità di business. In altre parole, è come starsene comodamente seduti su una bolla pronta a scoppiare senza che i propri investitori, clienti e consumatori finali ne siano a conoscenza, pur richiedendo sempre maggiore trasparenza.

Info, rapporto completo: www.cdp.net/en/research/global-reports/the-money-trees