Stefanini ferma in 650 scatti i volti e colori dei suoi monti

24 aprile 2012

Non si definisce fotografo ma appassionato delle cose di montagna, alla scoperta della semplice e unica bellezza della natura, che si rivela agli occhi di chi sa aspettare.

Nei 650 scatti raccolti nel volume fotografico Volti e colori della mia montagna, Antonio Stefanini, l’autore 59enne originario di Corteno, ma professionalmente diviso tra il paese natio e il comune di Aprica, ha racchiuso in un ricco e colorato libro, il piccolo-grande mondo del paesaggio alpino orobico-retico, fatto di volti umani e naturali, dai profili imbiancato del Torena e dell’Adamello ai sorrisi sinceri o imbarazzati di Aprichesi e Cortenesi, colti con spontaneità nei momenti di vita quotidiana e sociale.

Sono scatti fatti per passione e scelti tra 20mila fotografie da me realizzate nell’ultimo decennio – racconta Stefanini, che gestisce l’attività con la famiglia, un camping nella frazione di San Pietro a due passi dall’Aprica, oltre a lavorare per l’Ufficio stampa del Comune orobico - Per deformazione professionale, lavorando in ambito turistico, sono portato a mostrare le cose belle della nostra località, concentrandomi sulle scene più semplici, ordinarie ma non perciò meritevoli di stupore.

Antonio Stefanini non è nuovo alla produzione libraria; oltre a curare la rivista Sortilegi ha condotto diverse ricerche ento-storiografiche e ha all’attivo sei libri di tema locale. L’ultimo in ordine di tempo, recentemente presentato al pubblico di Aprica è il volume storico Camillo Golgi, rapporti con la terra natale, dedicato al premio Nobel per la Medicina al quale nel 1956 il paese di Corteno si è voluto legare indissolubilmente nell’aggiunta del cognome Golgi al nome del comune.

Volti e colori della mia montagna si divide in dodici capitoli, o meglio argomenti, che racchiudono i grandi e i piccoli paesaggi come il Parco delle Orobie Valtellinesi o la Riserva naturale delle Valli di Sant’Antonio, ai momenti della vita agreste, gli eventi sportivi come il Giro d’Italia e le numerose gare invernali sulle piste del Palabione, della Magnolta e del Baradello.

I dodici capitoli sono: Grandi e piccoli paesaggi, Escursionismo e natura, Erbe, fiori, frutti e funghi, Agricoltura, animali e foreste, Cultura materiale e archeologia, Spettacolo e tradizioni, Sport ed eventi sportivi, Arte, cultura e relativi eventi, Turismo e gastronomia. Con l’aggiunta di quelli dedicati a “Persone comuni straordinarie” e a “Personaggi noti più o meno”, come li definisce Stefanini.

Un libro tutto da sfogliare e custodire come si fa con gli album di famiglia.