Milano, Teatro Leonardo: Il giardino delle ciliegiel

03/03/2016

Dal 10 al 13 marzo al Teatro Leonardo va in scena “Il giardino delle ciliegie”, produzione Nina’s Drag Queens.

“Il giardino delle ciliegie” per la regia di Francesco Micheli, tratto da “Il Giardino dei ciliegi” di Èechov, è un mondo lontano e nostalgico abitato da sei attori “en travesti”: sei donne, o meglio sei creature, che abitano un non-luogo, crocevia di anime irriducibili. Il giardino delle ciliegie è la cronaca di un’epoca di passaggio popolata da personaggi eccessivi e smaniosi, governati da un’inquietudine di vita dolorosa. Le piccole vicende personali delle sei dive confluiscono in un’unica grande tragedia familiare, talvolta buffa e colorata, a tratti vivace: lacrime e risate sono assicurate.

Il giardino dei ciliegi è un confine, crocevia di mondi lontani, irriducibili. È la terra dell’infanzia, del sogno ad occhi aperti, l’orizzonte dell’ancora possibile. Ad abitarlo, sei donne, in attesa della fine. Donne, piuttosto creature. Forse sono gli stessi alberi di quel giardino, tacchi a spillo per radici, braccia maschili come rami tesi? Il giardino dei ciliegi è un mondo fragile, incerto, quasi di vetro. Su di esso pesa lo sguardo di una schiera di uomini che si avvicina, lenta, nera, pronta all’assalto inevitabile, all’ammazzamento. Perse in questo vivaio di ricordi e passioni, le donne-albero annodano mille piccole vicende attorno a un’unica grande tragedia familiare. Sono viaggiatrici senza passaporto, dive senza palcoscenico, eroine tragiche senza tragedia. E ridono, ridono spesso. Ma sempre con le lacrime agli occhi.

Il giardino dei ciliegi è una terra di confine, un confine spazio-temporale. Il giardino dei ciliegi è crocevia di mondi lontani, irriducibili. Il giardino dei ciliegi è una storia che annoda mille vicende irrilevanti intorno a una piccola grande tragedia familiare. - scrive Francesco Micheli - Il giardino dei ciliegi è una sinfonia in cui ritmi, timbri e armonie lontane convivono in un contrappunto sghembo, sincopato. Il giardino dei ciliegi è un testo dove si ride con le lacrime agli occhi. Il giardino dei ciliegi è una drag queen.

Abbiamo scelto Il Giardino dei Ciliegi per la sua coralità e per qualcosa di indefinito che sentivamo emergere da questo testo, un sentimento lontano, che ha a che fare con la nostalgia per un mondo scomparso, con un’infanzia perduta ma mai dimenticata. - aggiunge R. Baker - Iniziando a lavorarci, ci siamo resi conto che la nostra intuizione era giusta. Tra le righe continuavamo a trovare conferme: queste donne erano personaggi eccessivi, smaniosi, dominati da una scomodità di fondo a sostenere il proprio ruolo. Un’inquietudine di vita dolorosa ma anche buffa e colorata, a suo modo vivace: interpretarla en travesti non era un azzardo, semmai una chiave espressiva possibile. Il lavoro di drammaturgia è stato condotto per frammenti, giustapposizioni musicali, montaggio di scene del testo originale con numeri in playback che ne completassero il senso e - talora - ne spostassero l’asse. Èechov tratteggia un periodo storico preciso, ma soprattutto ci racconta di un mondo senza più appigli, di personaggi che non riescono a tenersi aggrappati al proprio mondo interiore, pur continuando a rifugiarvisi di continuo. È la cronaca di un’epoca di passaggio, e questo è qualcosa che assomiglia al presente. Non penso mai a me stesso come ad un uomo o ad una donna, quando sono travestito. Sono solo un attore che interpreta una donna. Il mio compito è quello di rappresentare una donna, sapendo che il pubblico sa che quella è una femmina. Questo è il fulcro dello scherzo.

La compagnia Nina’s Drag Queens è composta da attori e danzatori che hanno trovato nel personaggio drag queen la chiave espressiva per portare avanti la loro idea di teatro. Nasce nel 2007 a Milano presso il Teatro Ringhiera, da un’idea di Fabio Chiesa, sotto la direzione artistica di Francesco Micheli. Partendo dal genere della “rivista” e dell’happening performativo, le Nina’s Drag Queens sono approdate ad un lavoro basato sulla rivisitazione dei classici: è il caso appunto de Il Giardino delle ciliegie. Le drag queen abitualmente si esibiscono come soliste con numeri in playback, o come presentatrici e animatrici in serate di cabaret e varietà. Le Nina’s Drag Queens lavorano invece su un’idea di gruppo, di coro, e su una specificità teatrale. L’utilizzo del lyp-sinc e la contaminazione tra i generi danno vita a un universo dove il teatro dialoga con il cinema, il pop, l’opera lirica, dove coesistono la soubrette e la grande diva, le canzoni di Raffaella Carrà e le arie di Giuseppe Verdi. Secondo la poetica del gruppo, il personaggio della drag queen assomiglia a un clown: indossa un costume, una maschera di trucco, attraversa l’eccesso e la comicità, rischia il ridicolo. Ma, come accade per la vera clownerie, non si tratta solo di questo: una drag queen, deve poter far ridere, sì, ma anche emozionare, turbare, e perché no, commuovere.

Info, prenotazioni: Il giardino delle ciliegie, etude pour un vaudeville en travesti plein de paillettes, tratto da Il Giardino dei ciliegi di Anton Èechov, adattamento e regia di Francesco Micheli, traduzione di Fausto Malcovati, con Alessio Calciolari, Gianluca Di Lauro, Sax Nicosia, Stefano Orlandi, Lorenzo Piccolo, Ulisse Romanò - Teatro Leonardo - da giovedì a sabato ore 20,30, domenica 16.00 - durata 1 ora e 10 min - biglietto intero 21€, ridotto 15/11€ - tel 0286454545 - biglietteria@mtmteatro.it - www.mtmteatro.it