Milano, Teatro Franco Parenti: LA SERRA di Harold Pinter

24 gennaio 2015

Dal 27 gennaio al 1° febbraio 2015 va in scena LA SERRA di Harold Pinter, una produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione e Teatro Metastasio Stabile della Toscana.

Harold Pinter scrisse “La serra” nel 1958, ma lo tenne in un cassetto fino al 1980, anno in cui decise finalmente di metterlo in scena personalmente con le opportune revisioni.

Da questa lunga gestazione ne esce un testo molto particolare del repertorio pinteriano, sembra quasi che qui Pinter abbia deciso di applicare alla lettera il dettame di Beckett: Non c’è nulla di più divertente dell’infelicità afferma Nell in “Finale di partita”; così “La serra”, pur affrontando una vicenda profondamente drammatica, ha nella comicità del linguaggio uno degli elementi costitutivi.

“La serra” rivela l’altra faccia della medaglia del rapporto fra chi comanda e chi ubbidisce, presentando l’ambiente di chi ha l’autorità per decidere, il disordine e la casuale anarchia che vi impera. Stupidi burocrati inetti e spaventati si nascondono dietro il loro titolo impegnati soltanto in una guerra di successione per il potere, terrorizzati appunto dall’idea di perdere la loro piccola o grande rendita di posizione. Il testo si dipana tra la commedia surreale e il giallo, e il linguaggio di Pinter viviseziona i personaggi fino a chiarire inesorabilmente che il re è nudo, che dietro queste oscure e cervellotiche manovre per il potere si celano solo piccoli uomini spaventati. Pinter applica una figura tradizionale del repertorio ebraico-yiddish, l’inetto di professione, lo Schlemiel, ad una figura di potere all’interno di una strana struttura semi-ospedaliera, ma usa questa figura al contrario della tradizione: non è più il sopraffatto, l’oppresso, ma è un potente, un dominatore che però viene schiacciato dal sistema che lui stesso ha creato ed imposto.

È come se nel testo ci fosse un messaggio politico teso a dimostrare che dietro alla bramosia di potere non c’è niente, nessuna idea, nessuna visione solo la vanità del singolo individuo. – scrive Marco Plini - È già un Pinter politico ma ancora un Pinter in cerca di una sua opinione sull’uomo e sull’esistenza, così vicino a Beckett da sembrarne erede, ma a differenza di Beckett che non ha fiducia nell’esistenza stessa, Pinter sembra esprimere una profonda sfiducia negli uomini e nelle azioni di cui sono, o meglio non sono, capaci.

Marco Plini debutta come regista nel 2002 con lo spettacolo “Risveglio di primavera” di F. Wedekind, cui seguono “Purificati” di Sarah Kane per la Biennale di Venezia 2004, “Il lutto si addice ad Elettra” di O’Neill realizzato con il III anno della scuola Paolo Grassi e rappresentato al Festival del Teatro Romano di Trieste; segue “Turisti e Soldatini” di Soynka per il “Progetto Mandela” nell’ambito di Intercity, e “Benvenuti in California” di Francesca Angeli, prodotto dal Centro Teatrale Bresciano in collaborazione col Festival ES-TERNI. Nel 2011 ha diretto “Freddo “di Lars Norén prodotto da ERT e nel 2013 sempre per ERT “Ifigenia in Aulide”, esito del percorso di qualificazione nell’ambito del  Cantiere delle Arti.  Dal 2005 alterna l’attività di regista con quella di insegnante per la Scuola Civica Paolo Grassi e per i Corsi di Alta Formazione Teatrale di Emilia Romagna Teatro.

Prezzi: Intero €32; Ridotto Over60 €18; Ridotto Under25 €15; Convenzioni €22,50

Orari: lunedì riposo; martedì ore 20.30; mercoledì ore 19.30; giovedì ore 21.30; venerdì ore 20.30; sabato ore 19.30; domenica ore 15.30;

Info: Tel 0259995206 - biglietteria@teatrofrancoparenti.it - www.teatrofrancoparenti.it.