Un fantasma per amico di Alain Gspone

04 novembre 2014

Diversi anni fa, quando imperversavano i filmetti con Alvaro Vitali o Gloria Guida dedicati a infermiere e supplenti, capitava di vedere anche film dello stesso livello prodotti ed ambientati in Germania. Insieme alle prosperose contadinotte o cameriere di Oktoberfest, che mostravano le proprie grazie, era quasi sempre presente la solita galleria di macchiette di contorno: il poliziotto o il pompiere imbranato, il borgomastro incapace, il negoziante imbroglione.

Anche se ovviamente del tutto privato del contenuto sexy, trattandosi di un film per bambini, Un fantasma per amico ci ha ricordato queste atmosfere che potremmo chiamare da “Spaghetti Baviera”.

Siamo nella ridente cittadina tedesca di Eulenstein (ovviamente nome di fantasia, mentre le riprese sono state girate nelle esistenti località di Quedlinburg per le scene nel paese e Wernigerode per quelle nel castello). In quest’ultimo vive (si fa per dire) il piccolo fantasma protagonista del film, che assomiglia moltissimo a Casper, noto fantasma dei cartoni animati e dei fumetti.

Condannato dalla sua natura a risvegliarsi dal sonno eterno solo per un’ora ogni notte, da mezzanotte all’una, il nostro amico è preso un giorno dalla curiosità di vedere come sia la vita della cittadina di giorno. Ottenuto dal suo amico gufo saggio il suggerimento di come fare, il fantasma riesce finalmente a modificare il suo ciclo sonno/veglia e comincia così a svolazzare per il paese un po’ spaventandone gli abitanti, un po’ cercando di sfuggire alla loro caccia.

Convinto alla fine che sia preferibile tornare al suo precedente ritmo di vita (si fa per dire), il piccolo fantasma vorrebbe tornare a dormire di giorno e svegliarsi di notte ma i suoi tentativi di replicare alla rovescia l’incantesimo per il cambio orario falliscono miseramente.

Vengono per fortuna in suo aiuto tre ragazzini molto svegli, i soli che avevano incontrato il fantasma prima della sua vita diurna e ne erano diventati in qualche modo amici, che svelano l’arcano e riescono a rimettere a posto gli orologi, anche in senso letterale.

Inevitabile vedere in questa parte del film il richiamo al famoso ET, laddove il piccolo fantasma invece di implorare “telefono casa” sembrerebbe dire “orologio castello”. Così, come l’extraterrestre fa ritorno al suo pianeta lontano, il fantasma può riprendere la sua vita (si fa per dire) felice grazie alla amicizia dei bambini e nonostante l’incomprensione o addirittura l’ostilità degli adulti.

Il film, tratto dal libro “Il piccolo fantasma” di Otfried Preussler, autore di narrativa per ragazzi ben noto nel mondo germanico, si chiude così con il classico lieto fine che farà contenti i piccoli spettatori a cui il film è evidentemente dedicato.

Il film, diretto da Alain Gsponer, e interpretato da attori tedeschi poco noti al nostro pubblico, è in sala dal 30 ottobre (con una coincidenza pensiamo non casuale con la vigilia di Halloween).

Ugo Dell’Arciprete