Milano, Teatro Franco Parenti: Studio sul Simposio di Platone

31 gennaio 2014

ll Simposio, forse il dialogo più conosciuto di Platone, racconta di un convivio organizzato dal poeta Agatone per festeggiare la sua vittoria alla gara poetica delle Grandi Dionisie.

Al banchetto prendono parte alcuni amici del poeta - tra i quali Fedro, Aristofane e Socrate - che sono espressione delle varie forme artistico-culturali dell’Atene del V secolo A.C.: personaggi quindi, ma, al tempo stesso, maschere che esprimono correnti di pensiero dell'epoca. Ognuno di loro pronuncia un elogio in onore del dio Eros; si susseguono così una serie monologhi che culminano nel discorso di Socrate. Il tema del Simposio è quindi l’Amore, inteso come divinità e come passione, passione indagata nella sua accezione assoluta, eterosessuale ed omosessuale: ne traspare una visione profonda ed elaborata, ricca di sfaccettature e significati.

Andrea De Rosa, regista napoletano formatosi a fianco di Mario Martone, inizia la sua collaborazione con Emilia Romagna Teatro Fondazione nel 2007 firmando la regia di  Molly Sweeney di Brian Friel, interpretato da Umberto Orsini, Valentina Sperlì e Leonardo Capuano. Torna a Modena quest’anno per dirigere un lungo laboratorio con i  giovani attori del Cantiere delle Arti, da cui nascerà una nuova produzione, il Simposio di Platone.

Ho immaginato il Simposio di Platone, il più teatrale tra i suoi dialoghi, come un rito  auto-cannibalico, un’orgia. Durante questo indimenticabile banchetto in cui ciascuno dei convitati, aiutato dal vino, è invitato a discorrere di cosa sia Eros (amore), avviene qualcosa di simile a quanto avviene nelle Baccanti di Euripide: nell’oscura notte  dell’ebbrezza dionisiaca che cancella i contorni razionali delle cose, nessuno riconosce più l’altro di fronte a sé, e per questo può arrivare persino a cancellarlo, divorarlo, ucciderlo. ... Il senso nascosto dell’orgia rituale era questo: la fusione di tutte le cose, la soppressione di tutti i limiti, la sospensione di ogni «forma», di ogni distanza e discriminazione. – dice Andrea De Rosa - L’esperienza più autentica di Eros, del resto, quando siamo veramente posseduti dal demone, ci conduce proprio a questo felice smarrimento: non sappiamo più dove siamo; non sappiamo dove finiamo noi, dove comincia il corpo dell’altro; non avvertiamo più una separazione tra noi e ciò che sta fuori di noi; i corpi degli  amanti, come si dice, diventano tutt’uno; come in una odierna dark-room, la percezione di questo nuovo, potentissimo essere ci toglie di dosso, per un tempo limitato, il peso di noi stessi, della nostra singolarità, della nostra limitatezza. La potenza creatrice e insieme distruttiva di Eros è il tema di cui si discorre durante questo Simposio, al termine del quale nessuno dei convitati, tranne Socrate, è più se stesso.

Info: Studio sul Simposio di Platone - Teatro Franco Parenti, Sala Grande, dal 4 al 9 febbraio 2014 - spettacolo vietato ai minori di 14 anni - drammaturgia di Federico Bellini - regia di Andrea De Rosa - Produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione.

Giovedì 6 febbraio 2014, ore 18.00, nella Sala Grande il Teatro Franco Parenti e Intesa Sanpaolo presentano la lezione magistrale del ciclo “Classici che passione!”. Umberto Galimberti parla su “Amore e Follia” in occasione di “Studio sul Simposio di Platone”: Non bisogna leggere Platone in modo "platonico", cioè ascetico, edificante, "cristiano". Platone guarda più in alto, i problemi che gli stanno a cuore son quelli della dicibilità e della indicibilità, quindi le regole della ragione e gli abissi della follia. Guardando "le cose d'amore" o, come dice il testo greco: tà aphrodìsia, Platone si chiede che cosa con esse  l'anima riesce e non riesce a dire. E dove il dire s'interrompe e la regola non basta a portare la parola ad espressione si apre lo sfondo buio del presagio e dell'enigma. Amore appartiene all' enigma e l'enigma alla follia. Biglietto 3€. Abbonamento 7 incontri: 15€. Ingresso gratuito con biglietto degli spettacoli per abbonati TFP e per scuole/università.