Le donne e le malattie reumatiche: un nodo da sbrogliare

23 dicembre 2013

  Le donne, da angeli del focolare spesso si ritrovano martiri predilette e silenziose delle malattie reumatiche. Per questo la Società Italiana di Reumatologia ha scelto il periodo natalizio, quando diventa più facile stringersi in famiglia, per cominciare a presentare la prossima Campagna di Sensibilizzazione.

Esiste un dolore subdolo che anzi si fa più acuto proprio tra le persone che più di altre, in famiglia, si occupano della casa, degli addobbi natalizi, della preparazione di dolci e pasta fresca, dei bambini, della spesa. È il dolore reumatico, una malattia che colpisce le donne nel 75% dei casi (su un totale di più di 5 milioni di italiani che ne soffrono).

In particolare, osteoartrosi, artrite reumatoide e fibromialgia sono malattie reumatiche che sembrano avercela in particolare con donne giovani e signore in menopausa, soprattutto se attive anche nei lavori domestici, e dolorose al punto da diventare invalidanti; il fenomeno di Raynaud rappresenta invece un disturbo della motilità vascolare a carico delle piccole arterie delle mani o dei piedi che si manifesta in presenza di una delle precedenti patologie.

Che ci sia una connessione tra l’essere donna e la malattia reumatica è fuori discussione. Tanto che in Lombardia, per esempio, degli oltre 72.000 malati di artrite reumatoide, l’80% è costituito da donne, di cui il 51% da donne che si occupano della casa (fonte “i costi delle Malattie Reumatiche in Italia e nella regione Lombardia: un modello di simulazione” studio Università Cattolica). Tra le cause, anche erroneamente, si è postulato di tutto, dagli sbagli di postura durante le faccende domestiche e dal sovraffaticamento di ossa e articolazioni, allo stress. Quel che invece è certo, è quel che viene definito dai Reumatologi 'finestra di opportunità' e rappresenta l’intervallo iniziale di tempo in cui l’applicazione di appropriate strategie terapeutiche può intervenire positivamente ed efficacemente con i meccanismi alla base della patologia, come spiega il Prof. Marco Matucci Cerinic, Presidente della Società Italiana di Reumatologia (SIR), Ordinario di Reumatologia e Direttore della Struttura Complessa di Reumatologia dell’AOU Careggi di Firenze, con un miglioramento significativo della prognosi nel breve, medio e lungo termine. La diagnosi precoce risulta quindi essere la prima arma per combattere il decorso di malattie estremamente invalidanti e deve essere sostenuta dalla ricerca e dall’innovazione, a loro volta indirizzate verso il fine ultimo: il paziente.

Proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica e i media sull’importanza della diagnosi precoce, SIR sta per lanciare una campagna che ruota intorno ad una frase semplice, tre parole chiare, una negazione che colpisce, “Non è vero…!”. La campagna, che partirà nel mese di gennaio, rappresenta una sfida, perché si sa che in pubblicità la negazione può diventare un azzardo. E nasce proprio da questo la scelta di dire di no ai luoghi comuni sbagliati e i pregiudizi che circondano le Malattie Reumatiche con una comunicazione diretta, essenziale, facilmente comprensibile dalla maggior parte delle persone. Perché le malattie reumatiche si devono trattare e, se tempestivamente diagnosticate e affrontate da un medico esperto e competente della materia quale è il Reumatologo, possono consentire al malato di tornare a vivere serenamente.