Chi è Dayani Cristal? di Marc Silver

15 novembre 2013

Coinvolti come siamo in Italia nel dramma dell‘immigrazione clandestina dalle coste del Mediterraneo, non ci rendiamo forse conto che questo è solo uno dei contesti in cui nel mondo si manifesta un‘esigenza epocale, la spinta irrefrenabile dei poveri del terzo mondo a condividere almeno un poco del benessere dei paesi ricchi.

Un‘esigenza che è sempre esistita e che ha già prodotto in passato ondate migratorie, ma che oggi si acuisce da un lato per l‘accresciuta circolazione di informazioni, con televisione e internet che presentano continuamente ai poveri i modelli di vita del mondo occidentale, dall‘altra con la maggiore facilità di spostamenti.

Ce lo viene a ricordare questo struggente film di Silver, centrato sull‘immigrazione negli USA dal Messico e dagli altri paesi centroamericani. Fenomeno che ha anch‘esso i suoi risvolti tragici: così come da noi si ripetono le tragedie del mare sulla rotta Nord Africa Lampedusa, così i disperati che tentano di entrare illegalmente negli USA pagano un tributo di vite all‘immenso deserto di Sonora, conosciuto come "il corridoio della morte", che si frappone tra il confine messicano e il punto di approdo di Phoenix.

È in questa landa bruciata dal sole che la Polizia di Frontiera dell‘Arizona, all‘inizio del film, scopre il corpo di un uomo in decomposizione. Sotto una maglietta lacerata, è esposto un tatuaggio: Dayani Cristal. Chi è quest‘uomo? Cosa lo ha portato qui? Come è morto? Chi o cosa è "Dayani Cristal"?

Parte così un doppio cammino narrativo con sequenze alternate, che da una parte ci mostra come un team di persone della morgue della Contea di Pima, in Arizona, cerchi di rispondere a queste domande, per dare a quest‘uomo un‘identità, dall‘altra ripercorre i suoi passi, lungo il sentiero dei migranti in America Centrale.

Poco alla volta, attraverso interviste ai suoi parenti ed amici rimasti nel natio Honduras, impariamo a conoscere il protagonista e a renderci conto che dietro ognuna di queste tragiche storie di morte nella ricerca di un futuro migliore non c‘è solo un numero e in pochi casi fortunati un nome, ma una persona come noi, con i suoi affetti, le sue speranze, i suoi sogni.

Allo stesso tempo, le interviste dall‘altra parte dello sconfinato muro eretto (inutilmente) dagli USA lungo il confine con il Messico ci ripropongono il solito dibattito così comune anche da noi, dove si fronteggiano gli accenti xenofobi ("vengono a portarci via il lavoro, presto non saremo più padroni in casa nostra") con la visione più aperta di chi vede nell‘accoglienza non solo l‘aspetto caritatevole, ma anche l‘utilità sociale di coprire lavori che i locali non vogliono più fare e di far crescere l‘economia.

Una volta consumatosi il dramma del protagonista che, ammalatosi durante la traversata del deserto, deve essere abbandonato alla sua sorte dai compagni di viaggio se pur riluttanti, seguiamo nelle ultime scene come dai pochi indizi ritrovati sul cadavere le autorità riescano finalmente a risalire all‘identità dello sventurato, e almeno a far tornare il suo corpo ai suoi cari per una sepoltura nel villaggio natale.

Vincitore del Sundance 2013, Cinematography Award, e nominato per il World Documentary Competition, Chi è Dayani Cristal‘? è stato descritto da The Hollywood Reporter come una storia "profondamente commovente...un nuovo modo per parlare di immigrazione". A nostro parere uno dei più bei film visti ultimamente, probabilmente purtroppo avrà breve apparizione nelle sale italiane dove dominano la grande distribuzione, i cinepanettoni o gli effetti speciali del 3D, ma ci sentiamo di raccomandarne la visione a chiunque lo scopra in programmazione nella propria città. 

Ugo Dell’Arciprete