Decolla l’isolante biodegradabile grazie ad una formula che rende le fibre “appetitose” per i micro-organismi

PrimaLoft: PrimaLoft Bio

  Ambiente, Igiene e Sicurezza  

Siete pronti a farvi mangiare la vostra vecchia giacca da microrganismi invisibili all’occhio umano? L’ultimo urlo in fatto di moda potrebbe lasciare perplessi: capi di abbigliamento che siano “digeribili” da micro-creature in grado di divorare fibre e rilasciare molecole di scarto semplici e non inquinanti. Eppure il tema è tutt’altro che banale visto che sempre più la scienza dimostra che le microplastiche provengono da tessuti sintetici come il poliestere e sono parte della dell’inquinamento da plastica in oceani, ghiacciai, spiagge e foreste e ci mettono centinaia di anni a degradare.

E se qualche piccola forma di vita vedesse queste fibre come uno spuntino terribilmente gustoso? Magari ingegnerizzando il tessuto per renderlo più “appetibile”, più goloso per i microrganismi?

Proprio partendo da questo assunto la società PrimaLoft, marchio leader specializzato nella scienza dei materiali ad alte prestazioni, leader mondiale nella ricerca e lo sviluppo innovativo di soluzioni per il comfort basate su materiali per l’isolamento e tessuti ad alte prestazioni, ha creato PrimaLoft Bio, il primo isolamento sintetico e tessuto biodegradabile, al 100% ottenuto da materiali riciclati.

Il 93.8% di biodegradabilità in 646 giorni in condizioni di ASTM D5511 (ambiente di discarica); il 76,6% in 973 giorni in condizioni ASTM D6691 (ambiente marino); il 12.9% di biodegradabilità in 120 giorni in condizioni di ASTM D5210 (ambiente di acque reflue).

Ricordiamo che l’isolamento PrimaLoft fu, originariamente, sviluppato per l’Esercito Statunitense per offrire un’alternativa tecnologica e idrorepellente alla piuma d’oca. Oggi, il marchio PrimaLoft è riconosciuto a livello mondiale come benchmark nell’industria dell’outdoor, in grado di garantire calore e comfort senza compromessi in qualsiasi situazione, perché gli utilizzatori possano vivere al meglio ogni loro momento.

Questo materiale, definito dalla rivista di economia circolare, Materia Rinnovabile, come “rivoluzionario” sarà “ingredient brand” nelle collezioni di vari marchi di outdoor e sport ma anche moda e arredamento per la casa.

L’idea è nata nel 2014, quando la questione delle microplastiche iniziava ad essere centrale nel discorso su moda e sostenibilità intorno al 2014, così Mike Joyce, presidente e amministratore delegato di PrimaLoft, ha iniziato a chiedersi come diventare una soluzione al problema.

Vanessa Mason, vicepresidente senior per l’ingegneria dei materiali di PrimaLoft, spiega: Ci sono microrganismi presenti in natura che consumano la plastica dispersa nel corso dei secoli. Eppure queste plastiche non sono una fonte di cibo desiderabile. Le mangiano solo quando non ci sono altri nutrienti.

Quindi, il team ha pensato a come rendere la plastica più gustosa da mangiare per queste miliardi di creature? Cinque anni e circa un milione di dollari di ricerca e test dopo gli ingegneri di PrimaLoft hanno reso infine davvero appetitose queste fibre. La soluzione è stata quella di attaccare uno zucchero semplice al polimero di poliestere riciclato rendendolo più goloso. I microbi come i bambini adorano lo zucchero, in quando importante fonte di energia. - continua la Mason.

Dunque, creare dei polimeri con incluse delle molecole di zuccheri è stata la chiave per arrivare a questo tessuto sintetico biodegradabile.

In un'industria tradizionalmente focalizzata sulla nascita di un capo di abbigliamento piuttosto che sulla sua fine, dove "organico" è considerato sacro e "sintetico" il profano, questo nuovo bio-poliestere potrebbe essere invece un alleato è piuttosto dirompente.

Le fibre PrimaLoft Bio, grazie a questa nuova formula, hanno mostrato una biodegradazione esponenzialmente più rapida rispetto a molti poliesteri comparabili. In meno di un anno e mezzo (499 giorni per l'esattezza), circa l'86% del materiale si è biodegradato nell'ambiente della discarica. Dopo 486 giorni, circa il 57% si è biodegradato in un ambiente marino. Un risultato importante che potrebbe cambiare completamente l’impatto delle microfibre di plastica in natura.

I sottoprodotti di rimanenza - anidride carbonica, metano, acqua e biomassa- possono essere potenzialmente recuperati e utilizzati per altri scopi, oltre che non essere assolutamente dannosi. Questa fibra potrebbe funzionare per qualsiasi prodotto in pile o poliestere realizzato da un marchio di moda: abiti, camicie, leggings e così via, quindi non solo outdoor.

La durabilità è garantita da PrimaLoft, che ha testato i capi con professionisti sportivi anche nelle situazioni più estreme.

Info: www.PrimaLoft.com

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