I prodotti sono stati presentati alla stampa specializzata nel Ristorante Calabria dei Ristoranti Regionali di Eataly all’Expo Milano

Belmonte: pomodori, prosciutto e grano

  Food and beverage  

La degustazione ha avuto inizio con il pomodoro di Belmonte, in provincia di Cosenza, un prodotto speciale, tipico e locale, una cultivar fortemente legata al territorio da cui prende il nome.

Le sue sementi hanno raggiunto il territorio calabro quando un emigrante, di ritorno dagli Stati Uniti, decise di coltivarle in terra natia, che si è dimostrata geograficamente e culturalmente favorevole.

Questo fantastico ecotipo, infatti, deve la sua tradizione etno-gastronomica alla particolarità della cultivar (colore e sapore) e alle tecniche di produzione rimaste invariate nel tempo. La varietà “Cuore di Bue”, chiamata così perché ricorda per forma e dimensione il cuore di un bue, è la più apprezzata dai consumatori poiché presenta una buccia sottile, una struttura interna compatta, la polpa grumosa, pochissimi semi e un colore rosa acceso.

A differenza degli altri pomodori, questo di Belmonte, che matura dall’interno verso l’esterno, è particolarmente dolce. Quando il frutto è maturo, può raggiungere dimensioni che variano dai 400 gr al 1,5 kg, e alcuni esemplari possono superare addirittura i 2 kg.

Si è poi assaggiato il prosciutto, denominato gammune di Belmonte Calabro, che, messo a confronto con il più famoso “pata negra” spagnolo, secondo i giornalisti presenti lo supera ampiamente. Del resto proprio Carlo Petrini, riguardo al gammune, ha scritto che è di una qualità tale di non aver niente da invidiare ai culatelli migliori emiliani o a certi prosciutti spagnoli.

La procedura di preparazione è molto difficile: il gammune si fa disossando la coscia del maiale, ma bisogna stare molto attenti perché non bisogna intaccare la carne né i nervi. - ha spiegato Mario Arlia, produttore - Inoltre, è imprescindibile lasciare due dita di grasso intorno alla coscia. E’ un prodotto fatto con molta cura e amore e vi renderete conto che potrebbe anche concorrere con successo con il più famoso “pata negra”, il prosciutto iberico..

Oltre al pomodoro ed al gammune i giornalisti hanno potuto assaggiare anche un grano speciale, il frumento duro, una delle varietà, antiche, rare e pregiate, coltivate nel sud Italia, noto come il “Senatore Cappelli”, dalla spiga aristata, così denominato, nel 1923, dall’agronomo e genetista Nazareno Strimpelli, che ne curò gli studi nei poderi adibiti alla coltivazione sperimentale di proprietà del marchese Cappelli.

L’agronomo Strampelli riuscì a ottenere diverse cultivar adatte ai climi siccitosi e resistenti alle malattie e al forte vento: la sua impresa rese finalmente l’Italia indipendente dall’importazione dei grani stranieri. Grazie ai risultati ottenuti, che permisero di raddoppiare in pochi anni la quantità di grano prodotta in Italia, il ministro dell’agricoltura del regime fascista nominò sia Strampelli che Cappelli senatori a vita.

L’introduzione delle varietà studiate e coltivate da Strampelli, inoltre, contribuirono alla riduzione dell’insorgenza della malaria nelle vaste aree paludose del centro-nord Italia: i grani da lui selezionati, infatti, anticipavano la mietitura, maturavano, cioè, prima rispetto alle altre varietà locali, evitando così ai contadini di raccogliere i chicchi nel periodo di infestazione delle zanzare. Anche oggi tale varietà è diffusa e valorizzata per le sue alte qualità organolettiche ed è diventata simbolo della “pasta da gourmet”.

Per chi volesse approfondire la conoscenza del territorio di Belmonte segnaliamo che oltre all’eccellenza di questi prodotti, merita attenzione anche il suo centro storico, un piccolo gioiello architettonico incastonato sul dorso di una collina rocciosa, a schiena d’asino; che ha la forma di nave con la prora protesa verso il mar Tirreno.

Attorno al Castello, la prima costruzione che sorse sulla collina di Belmonte (attorno al 1270) sono nate le antiche abitazioni, in gran parte rimaste immutate nel tempo, ed i tortuosi e stretti vicoletti a gradini, incassati tra esse, fanno di questo centro storico un testimone autentico, muto ed eloquente nello stesso tempo dei secoli passati.

Meritano una visita il Museo della Civiltà contadina, che espone preziose testimonianze del mondo agricolo ed artigianale del paese, la Biblioteca Comunale; la chiesa di S. Maria Assunta, costruita nel 1500, in cui si possono ammirare due dipinti olio su tela del Settecento, opere degli artisti Nicola Menzele e Francesco Basile.

Info: www.comunedibelmontecalabro.cs.it - www.prolocobelmonte.it

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