Dopo Miracoli
Con Shakespeare, streghe, ribelli e altre passioni al
E’ la storia di Macbeth, raccontata dal punto di vista delle streghe, delle “orride sorelle”. Ogni più piccolo angolo della Scozia era abitato dagli esseri fatati. Ogni cespuglio, ogni albero, ogni casa. La sera conveniva lasciare la casa ben spazzata, la cucina rigovernata (anche se spesso le fate, di notte, si prendevano cura di lavare i piatti lasciati nell’acquaio). Meglio lasciare un pezzo di pane, una tazza di ceci sulla finestra, per nutrire gli spiriti erranti. La mattina dopo si poteva essere sicuri di trovare quel piatto vuoto. C’erano donne abituate a conversare con loro, a interrogarle (dicono sempre la verità) e che con loro condividevano segreti. Quelli della nascita e della morte soprattutto, così che a loro ci si rivolgeva per far nascere un bambino, per risanare i malati, per comporre i morti e naturalmente per conversare con questi ultimi, nella foresta, nella terra di mezzo, dove i vivi non sono più vivi e i morti non ancora morti. Quando anche la venatura di una foglia ha la sua gentile divinità nella foresta, è difficile sradicarne
Hanno spogliato il mondo della sua parte femminile riducendola a genere impuro ma necessario alla prosecuzione della specie. Hanno svuotato di sacralità la natura, mettendola a disposizione della rapina. Shakespeare è immerso totalmente nei secoli tremendi della caccia alle streghe. Il Sovrano che lo protegge (Giacomo I) è addirittura l’autore di un testo teorico sull’argomento (La Demonologia). Eppure la sua immensa sensibilità poetica riesce a raccontare una storia che apparentemente rende le tre orribili sorelle responsabili della follia umana, e in realtà mostra come questa follia dipenda unicamente dagli esseri umani stessi.
Ho tradotto Macbeth più di dieci anni fa, e da allora più volte mi è capitato di rimetterlo in scena e di rileggerlo, sempre con la sensazione di dover dare più attenzione alle “tre sorelle”. – dice Laura Curino - Sono state gentilmente imbrigliate, necessariamente tenute sullo sfondo e abilmente dipinte con le loro usuali orride fattezze e i loro sortilegi fatti di fatale cucina, ma continuano a dire: “Parla, chiedi, risponderemo”. Rispondono. Di se e delle proprie azioni. E dicono sempre
Le streghe hanno smesso di esistere – ha detto Voltaire - quando noi abbiamo smesso di bruciarle. In realtà continuano ad accendersi roghi per
Mercoledì 20 novembre, alle ore 17.30, al Chiostro Nina Vinchi (via Rovello 2 – M1 Cordusio), la compagnia di Shakespeare, streghe, ribelli e altre passioni incontra il pubblico nell’ambito del seminario Mercanti, streghe e potenti. Shakespeare al Piccolo è organizzato dal Piccolo Teatro in collaborazione con l’Università degli Studi di Milano. L’ingresso è libero con prenotazione
Continuano ad accendersi roghi per
Info: www.piccoloteatro.org.
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