L’esposizione analizza un secolo di visioni urbane, attraverso 100 opere, alcune delle quali inedite, tra dipinti, disegni, modelli, filmati, installazioni di artisti, architetti, registi quali Antonio Sant’Elia, Umberto Boccioni, Fernand Léger, Mario Sironi, Le Corbusier, Frank Lloyd Wright, Fritz Lang, Yona Friedman, Archizoom, Superstudio, Chris Burden, Carsten Höller e altri.
In contemporanea, una sezione allestita nella Pinacoteca Civica presenterà 50 disegni di Antonio Sant’Elia di proprietà del Comune di Como, da anni inaccessibili al grande pubblico.
La mostra è la prima di un progetto concepito in tre tappe che si svilupperanno nel prossimo triennio.
Fino al 14 luglio 2013, torna a Villa Olmo di Como il consolidato appuntamento primaverile con la grande
Curata da Marco De Michelis, docente allo IUAV di Venezia, e organizzata dal Comune di
La mostra - afferma Luigi Cavadini, assessore alla cultura del Comune di
Una sezione della mostra, infatti, allestita nella Pinacoteca Civica, propone 50 disegni di Antonio Sant’Elia di proprietà del Comune di Como. Sarà un’occasione rara per ammirare un numero così consistente di opere dell’architetto comasco che, per ragioni di conservazione, sono da anni inaccessibili al grande pubblico. In Pinacoteca si potranno osservare le diverse ipotesi progettuali di Sant’Elia che spaziano alle dighe alle centrali elettriche, dagli edifici monumentali alle abitazioni con ascensori esterni, dagli hangar alle stazioni, tutte caratterizzate dalla presenza dinamica di linee oblique, forme ellittiche, torri di distribuzione e smistamento del traffico, strade su più livelli.
Il percorso espositivo in Villa Olmo si aprirà proprio con ‘
Fin dal suo apparire, nel corso dell’Ottocento, la metropoli era apparsa come una delle manifestazioni più drammatiche e più contraddittorie dell’età moderna, caratterizzata da inediti e drammatici problemi, igienici, morali, politici, culturali, funzionali, che richiedevano riforme radicali sia nel campo della viabilità e dei trasporti, che in quello dell’abitazione e della organizzazione della vita domestica.
A questi temi hanno cercato di dare risposte radicali i grandi architetti come Le Corbusier o Frank Lloyd Wright, con le straordinarie visioni della Città contemporanea per tre milioni di abitanti di Le Corbusier e di Broadacre City, la città ideale americana fondata sulla casa d’abitazione unifamiliare e sulla automobile come mezzo di trasporto individuale, disegnata da Wright, di cui sarà in mostra il grande modello. Il futuro della città era rimasto un protagonista cruciale delle discussioni e degli interrogativi che avevano agitato le neoavanguardie europee, ma anche americane e giapponesi, fino all’inizio degli anni Settanta: l’olandese Constant, il franco-ungherese Yona Friedman e gli inglesi di Archigram avevano immaginato città sospese sul suolo nelle quali gli abitanti potevano liberamente organizzare la loro vita, non diversamente da quanto stavano proponendo il tedesco Walter Jonas o il “metabolista” giapponese Arata Isozaki. Nel contesto tempestoso del Sessantotto i gruppi radicali italiani, come Archizoom o Superstudio, articolavano una critica senza compromessi della città capitalistica, mettendone in discussione struttura e significato.
Fin dalla metà del XIX secolo, la città moderna aveva attirato lo sguardo - affascinato ma anche spaventato - degli artisti. I grandi boulevard di Parigi invasi dalla folla e dal traffico erano stati protagonisti cruciali dell’opera dei pittori impressionisti. Il futurista Umberto Boccioni ne aveva interpretato la crescita esplosiva in quadri come La città che sale, di cui verrà esposto un raro disegno preparatorio, e Mario Sironi in nuovi paesaggi urbani delle periferie industriali. Anche i cubisti non rimasero insensibili alle suggestioni che provenivano dalla crescita dei nuclei urbani, come dimostra l’olio su tela di Fernand Léger, proveniente dal Philadelphia Museum of Art.
Nel 1926, il regista tedesco Fritz Lang aveva girato Metropolis sullo sfondo delle scenografie visionarie e espressioniste di Erich Kettelhut e, pochi anni dopo, l’ungherese Moholy-Nagy aveva celebrato il panorama luminoso e fremente della città contemporanea nelle sequenze per il film Things to Come (1936) che oggi l’artista Jan Tichy ha riutilizzato in uno spettacolare video a tre canali.
La mostra si concluderà con alcune opere-chiave della ricerca artistica degli anni più recenti: Pizza City, lo sterminato plastico di una città composta soltanto da centinaia di giocattoli dell’artista americano Chris Burden e il video della cinese
Accompagna l’esposizione un catalogo
Info: La città nuova. oltre Sant’Elia - Cento anni di visioni urbane - Villa Olmo (via Cantoni 1) e Pinacoteca civica (via Diaz 84), Como - fino al 14 luglio 2013 - www.lacittanuova.it.
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