Nonostante la difficile contingenza sono andati bene vegetali, ittico e pizze

Surgelati con il segno positivo anche nel 2011

  Food and beverage  

L’Istituto Italiano Alimenti Surgelati (IIAS), costituitosi nel 1963 e con personalità giuridica dal 1983 (DPR 11 ottobre 1983, n. 1281), svolge il ruolo istituzionale di tutela e valorizzazione dell’immagine dei prodotti surgelati, promuove corretti principi nella tecnica di surgelazione, conservazione e distribuzione allo scopo di favorire la crescita dei consumi di alimenti surgelati in Italia, grazie ad una costante e corretta informazione del consumatore.

Secondo i dati forniti dall’IIAS, nel 2011 gli acquisti alimentari domestici sono stimati in riduzione, con una flessione della domanda più marcata nel Mezzogiorno che nel resto d’Italia. Gli italiani restano attenti a risparmiare sul cibo, tanto che una vera ripresa dei consumi alimentari non si preannuncia prima della metà del 2012. Una delle componenti che stanno penalizzando il mercato è certamente la problematica dei prezzi d’acquisto delle materie prime; inoltre, l’inflazione attesa al 2,7% nel 2011, e la spinta specifica delle quotazioni delle commodity agricole sui costi e sui prezzi alimentari, non aiuteranno l’attesa ripresa dei consumi alimentari.

Al di là di questo quadro, influenzato pesantemente dalle attuali contingenze economiche, non possiamo non notare come nelle abitudini alimentari emergano oggi mutamenti epocali: questi aprono la strada a trend altamente qualitativi, quali la ricerca della sicurezza e della genuinità. Inoltre, una popolazione che invecchia si indirizza verso un’alimentazione adeguata a contrastare gli effetti sulla salute del tempo che passa.

Anche se tali tendenze non sempre rispecchiano l’effettivo vissuto quotidiano degli italiani ciò non riduce il peso del salutismo come riferimento valoriale e pratico rispetto a quello che si mangia.

Ciò è tanto più vero per il settore dei surgelati; da sempre l’interesse del consumatore per il prodotto surgelato è aumentato proporzionalmente al miglioramento della qualità: i principali produttori di alimenti surgelati si fanno oggi interpreti della cultura alimentare italiana coniugando nelle preparazioni correttezza nutrizionale e riconoscibilità degli ingredienti.

Le Aziende più rappresentative del settore mettono in campo strategie mirate in primis ad una sempre più alta segmentazione dell’offerta, che si muove, a sua volta, lungo un duplice binario: le ricettazioni realizzate nel rispetto della tradizione alimentare italiana e l’ampio ventaglio di modalità di consumo.

Nell’ultimo periodo si è registrato il lancio di referenze proposte in piccoli formati anziché nei tradizionali formati famiglia: i tempi ridotti dedicati alla preparazione dei pasti (35 minuti per il pranzo e 33 minuti per la cena), l’aumento delle famiglie mononucleari e dei single sono tutti fattori che possono contribuire ad ampliare la base di consumo delle referenze monodose.

Appare evidente come le opportunità per un’ulteriore avanzata dei consumi non si siano esaurite. In Italia – precisa Vittorio Gagliardi, presidente IIAS - il consumo pro capite di prodotti surgelati è tra i più bassi d’Europa (13.,80 kg); ben si comprende, quindi, come le potenzialità di crescita siano ancora piuttosto elevate, sebbene nel nostro Paese l’offerta globale del fresco sia sicuramente molto più alta di quella rintracciabile nei principali Paesi europei.

Dalle rilevazioni dell’Istituto (dato riferito a settembre 2011), sembra che il settore nel suo complesso stia mantenendo le proprie posizioni (+ 0.8% totale) e alcuni dei comparti “storici” del surgelato (vegetali ed ittico ma anche il segmento pizze) continuino a muoversi con buona incidenza. Nei vegetali il dato interessante riguarda i prodotti preparati (+ 11%) ai quali i consumatori riconoscono un valore oggettivo che prescinde dal prezzo.

Il comparto ittico sta offrendo ottime performance (+ 4.5% globale), a testimonianza del fatto che anche in un difficile momento economico l’italiano non rinuncia al consumo di pesce ma si indirizza con assoluta fiducia verso l’offerta del surgelato, entrato ormai assolutamente nelle sue abitudini alimentari. Ulteriori dati sembrano illuminanti in tal senso: il segmento del pesce naturale cresce del 7%, quello del mollame e crostacei del 3% ma anche il panato e pastellato regala soddisfazioni ai produttori, con un dato positivo del 3%.

Il segmento delle pizze e snacks mostra ancora una volta segnali estremamente positivi: il dato globale del + 6.5% testimonia un consumo non emergenziale ma ormai ben radicato; a riprova di ciò segnaliamo il comparto delle pizze grandi in progresso di oltre il 7.0%.

I motivi sono presto detti: le maggiori Aziende del settore offrono oggi un prodotto assolutamente concorrenziale rispetto al fresco e “coccolano” il consumatore con referenze di assoluta qualità, fantasia e gusto.

Un segmento penalizzato nell’ultimo quadriennio, i piatti pronti, inizia a mostrare qualche timido segnale di ripresa, soprattutto nelle grandi città. Nella piazza di Milano – aggiunge Gagliardi - si registra un incremento di oltre il 5% nella richiesta di questi prodotti, perché il consumatore privilegia il valore del servizio rispetto alla convenienza in senso stretto, cioè legata unicamente al prezzo. Servizio infatti è da intendersi non solo nell’accezione più tradizionale di comodità e praticità d’uso, ma anche di risparmio per l’assenza di scarti: i piatti pronti surgelati, infatti, a differenza degli omologhi refrigerati, non sono soggetti a problematiche di decadimento qualitativo e di tenuta organolettica legate ad una ‘shelf life’ troppo breve. A riprova di ciò i risultati di una recente ricerca dedicata espressamente agli sprechi del comparto food & beverage attestano che soltanto il 2% dei prodotti surgelati finisce nella pattumiera a fronte del 39% dei prodotti freschi, del 19% del pane e del 17% di frutta e verdura.

Info: Istituto Italiano Alimenti Surgelati – IIAS - www.istitutosurgelati.it.

 Versione stampabile




Torna