Il regista, che nella vita privata è anche docente in un istituto tecnico, si affida all’esordiente Fulvio Forti, affiancato da Valeria Golino e Vincenzo Amato, per evidenziare l’urgenza e la necessità di intervenire sulla crisi della scuola

La scuola è finita di Valerio Jalongo

  Cultura e società   

Roma, periferia est della capitale. Nessun apprendimento vale qualcosa se toglie la gioia, diceva Pestalozzi, l´educatore che da il nome alla scuola romana in cui è ambientato il film, in questo liceo classico pubblico, oggi, regnano degrado e diseducazione. Tra aule e banchi luridi, porte sfondate, noia e declino attanagliano sia gli studenti che i professori demotivati, che condividono anche la droga con gli allievi.

Tra gli studenti si pone in particolare evidenza Alex Donadei (Fulvio Forti), popolarissimo e amato dai compagni, cui distribuisce pasticche colorate durante la ricreazione, e per questo tanto più avverso ai docenti. Alex, considerato uno studente problematico, senza passioni né aspirazioni, un giorno, sotto l´effetto di quella stessa droga che distribuisce a scuola, sale fino al quinto piano dell’istituto e si getta giù restando fortunatamente illeso.

Ma Alex è un ragazzo dai molteplici talenti, in particolare per la musica, ma con problemi familiari e di droga che la professoressa di scienze Daria Quarenghi (Valeria Golino) e il professore di italiano Aldo Talarico (Vincenzo Amato) - marito e moglie in crisi e insegnanti nello stesso istituto professionale - cercheranno di salvare da genitori irresponsabili e da una vita fallita.

La Quarenghi, col suo Centro d´ascolto, è impegnata in un solitario tentativo di recupero del ragazzo attraverso il dialogo , mentre il professor Talarico cerca di aiutare Alex attrversola comune passione per la musica.

Salvare uno studente come Alex non è impresa facile, ma del resto la Quarenghi w il Talarico non sono nemmeno due professori modello. Infatti i due entrano in aperta competizione tra loro nel contendersi le attenzioni del ragazzo e, nello stesso tempo, creano con lui un rapporto educativo e affettivo fuori dalle regole, al punto di arrivare a coinvolgerlo nelle proprie vicende personali e sentimentali.

Il film è stato realizzato dopo una ricerca durata tre anni, in cui il regista ha fatto un video diario nella scuole romane. Jalongo ha voluto così denunciare la situazione di apatia e abbandono che attanaglia l’ambiente scolastico. 

Il film, drammatico, crudo e duro, è stato presentato in concorso al Festival di Roma.

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