Melatonina anche contro l’insonnia estiva

Chronolife TI-Melatonin

  Bellezza e Benessere  

L’estate riduce spesso di mezz’ora anche il sonno di chi dorme normalmente. Il sonno è regolato dall’alternarsi ciclico giorno e notte secondo il ritmo circadiano sonno-veglia, gestito da un ormone la melatonina. Quando sono presenti molte ore di luce questo ritmo può alterarsi , soprattutto nelle persone che soffrono di insonnia legata all’ansia. Ecco che allora l’assunzione regolare di melatonina fa ritrovare il ritmo del sonno. E’ un potente antiossidante, combatte l’invecchiamento, protegge dalle malattie cardiovascolari, rafforza il sistema immunitario e riduce la pressione arteriosa. Utile per i lunghi viaggi perché aiuta a superare il fastidioso effetto del jet-lag

E’ chiaro però che la melatonina deve essere purissima e garantita mediante “buona pratica di fabbricazione” controllata, come la TI-MElatonin, il primo integratore cronobiotico, arricchito con zinco e selenio, due elementi che svolgono una potente azione antiossidante e un aumento delle difese immunitarie.

Molti dei fenomeni biologici che interessano il nostro organismo variano in maniera regolare seguendo una periodicità dettata dall’organismo. Questi processi vengono chiamati ritmi biologici, tra i quali il più conosciuto è il ritmo circadiano, cioè quello che all’interno di una giornata ci fa venire fame a una data ora, sonno a un’altra ora e così via. Il nostro orologio biologico viene regolato con cadenza periodica costante. Il ciclo circadiano però non corrisponde a 24 ore, ma le oltrepassa, raggiungendo quasi le 25 ore. E’ il cambio tra la luce e la notte che permette di rimettere a posto le lancette del nostro orologio biologico, reimpostandolo sulle 24 ore.

Coloro che sono completamente ciechi, però, non sono influenzati dall’alternanza tra luce e buio: il loro ciclo circadiano è quindi sfasato rispetto alle altre persone. Ciò provoca dei problemi di insonnia e di conseguenza di stanchezza durante la giornata. Alcuni ricercatori dell’Università americana di Boston hanno preso in esame un gruppo di non vedenti per cercare di regolare l’orologio biologico attraverso l’assunzione di melatonina. I risultati dello studio sono stati incoraggianti: l’assunzione quotidiana di melatonina (10 mg), se protratta per un periodo sufficientemente lungo di tempo (dalle tre alle nove settimane) ha permesso di regolare l’orologio biologico di quei non vedenti che avevano il ciclo circadiano sfasato. La qualità del sonno di questo persone è notevolmente migliorata. (Fonte New England Journal of Medecine)

In estate si viaggia di più e magari si scelgono mete lontane. Per contrastare la sindrome del jet lag, la melatonina è un grande aiuto. Il jet lag è una una sindrome complessa alla quale contribuiscono un gran numero di variabili. La ragione fondamentale è la desincronizzazione dei ritmi circadiani che manifestano un’inerzia ad adattarsi alle nuove alternanze di luce e buio. La sindrome tende a presentarsi principalmente in individui sopra i 50 anni di età e la durata sono proporzionali al numero di fusi orari attraversati, alla direzione (est o ovest) del volo e all’ora di partenza e arrivo. Allungare o accorciare il giorno non è la stessa cosa. È, infatti, dimostrato che spostandosi verso est è necessario il 50% in più di tempo per riadattarsi rispetto a quando si va verso ovest. Perciò cambiare il proprio fuso orario di 12 ore verso ovest necessita di 6 giorni di risincronizzazione, mentre se le stesse 12 ore vengono cambiate andando verso est i giorni diventano 9. Il disturbo si manifesta, in genere, il secondo giorno dopo l’arrivo poiché il sonno del primo giorno recupera quanto perso durante il viaggio aereo. La durata del disturbo è di 2-3 giorni circa, arrivando ad un massimo di 7-10 per i viaggi verso est che hanno comportato l’attraversamento di 8-12 fusi orari. Ogni giorno si dovrebbero recuperare circa 90 o 60 minuti rispetto allo sfasamento, rispettivamente da volo verso ovest e verso est. L’importante è abituarsi il più in fretta possibile ai ritmi del paese di arrivo. Aggiustare, perciò, il proprio orologio interno con il ritmo luce-buio locale e, se possibile, anticipare questo aggiustamento sin dall’inizio del viaggio. La luce è, infatti, uno degli orologi più efficienti per regolare i ritmi dell’organismo. Altri semplici accorgimenti riguardano l’alimentazione, per esempio pranzando e cenando secondo l’orario in vigore nel Paese di destinazione. Già in aereo poi è importante bere molti liquidi ed evitare bevande alcoliche o stimolanti come il caffè.

La melatonina è in grado di risincronizzare l’orologio biologico interno in caso di variazioni indotte da repentini cambi di fuso orario. A conferma di questo ruolo dell’ormone un recente editoriale del BMJ (British Medical Journal) ha preso in considerazione una metanalisi di 10 trial randomizzati controllati in cui la melatonina è stata messa a confronto con un placebo in viaggiatori di lunghe percorrenze. Ben 8 di questi studi hanno rilevato che questo ormone si dimostra realmente efficace nell’alleviare gli effetti del jet lag. Bastano – secondo i ricercatori – dai 2 ai 5 milligrammi di questa sostanza, quando si va a letto il primo giorno dopo il viaggio e nei successivi due-quattro giorni, per assestare i propri ritmi sul nuovo fuso orario. Nonostante questi risultati, però, continua l’editoriale, la melatonina non è registrata come farmaco in nessuno stato membro della comunità europea.

La melatonina, ormone prodotto dalla ghiandola pineale, una delle parti più misteriosa del cervello, è stata scoperta nel 1958. Viene considerata l’ormone del buio, infatti, viene prodotta solo nelle ore dell’oscurità, ma con il passare degli anni la nostra ghiandola pineale ne produce di meno. E’ allora il caso di integrarla in modo naturale. Diversi studi hanno dimostrato che è un potente antiossidante, di molte volte superiore alla vitamina C ed E. Il professor Giulio Bellipanni, responsabile del reparto di chirurgia generale, assieme al professor Walter Pierpaoli considerato il padre della melatonina, ha pubblicato nel 2001 uno studio su Experimental Gerontology . Lo studio ha preso in esame 72 donne tra i 42 e i 60 anni alle quali è stata somministrata per sei mesi una dose di melatonina (3 mg) ogni giorno. I risultati? La melatonina ha determinato un aumento degli ormoni tiroidei e un generale miglioramento dello stato depressivo. In pratica un valido aiuto contro la menopausa. Quando abbiamo effettuato la ricerca presso la Clinica Madonna delle Grazie di Velletri, dice il professor Bellipanni, abbiamo constatato che nelle pazienti si erano ripristinate le condizioni ormonali antecedenti alla menopausa. Questo studio è l’ennesima conferma che la melatonina è il riequilibratore più potente dell’organismo umano, in grado di controllare tutti i principali sistemi di regolazione ormonale. E’ in grado non soltanto di rallentare l’invecchiamento, ma in alcuni casi di invertirlo. Un vero ormone della giovinezza.

Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte. Recenti pubblicazioni scientifiche (American Journal of Cardiology 2006 – Alberto Dominquez- Rodriguez) hanno documentato la diminuzione di incidenti cardiovascolari in pazienti che abitualmente assumono la melatonina. Nella rivista Hypertension (2004 Scheer et al.) un recente lavoro clinico ha dimostrato che la somministrazione notturna di melatonina riduce la pressione arteriosa nei soggetti ipertesi. Nonostante questi risultati promettenti le industrie farmaceutiche mostrano uno scarso interesse e non investono su ricerche a lungo raggio. Il perché è facile da capire: essendo una sostanza naturale non è brevettabile, tutti la possono produrre e vendere e quindi viene a mancare per le Big Pharma il guadagno.

 Versione stampabile




Torna