Fino all’8 giugno 2008, nelle Sale Viscontee e nei cortili interni del Castello Sforzesco di Milano sono in mostra oltre settanta lavori di Spender per un totale di 149 pezzi individuali

Matthew Spender - Archeologia del presente

  Cultura e società   

L’evento curato da Federico Poletti e prodotto dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, in collaborazione con l’Associazione Caleidoscopio di Claudio Giannini, presenta un’ampia raccolta e selezione di lavori, suddivisi tra varie tipologie di materiali - terracotte, lapidei, legni policromi e dipinti – che permettono di ripercorrere le varie fasi che hanno contraddistinto la carriera di Matthew Spender e di coglierne la personalità artistica in tutta la sua ricchezza espressiva. L’artista inglese, figlio di un poeta e di una musicista, nato a Londra nel 1945, che ha seguito i corsi di storia moderna all’Università di Oxford e quelli di arte presso la Slade School of Art di Londra, nel 1968 si è trasferito in Italia insieme con la moglie, la pittrice americana Maro Gorky. Da allora vivono a Gaiole in Chianti, in provincia di Siena, nel cuore della Toscana.

Spender si interessa prima alla pittura con un’intensa attività espositiva negli anni Settanta e Ottanta in Italia, Germania e Francia, per approdare nel 1989 alla prestigiosa Berkeley Square Gallery di Londra e ricevere poi nel 1991 a Francavilla al Mare il Premio Michetti per la pittura. Quindi passa alla scultura. Le sue opere in legno, marmo e terracotta vengono particolarmente apprezzate da Francis Bacon, che diventa tra i suoi maggiori collezionisti insieme a Bernardo Bertolucci, che ha usato 47 sculture in terracotta dell’artista nel film Io ballo da sola del 1995. Numerose le opere eseguite su commissione: un gran bassorilievo in legno di tiglio per Milano Finanza nel 1990, un San Giuseppe in terracotta per un’azienda londinese di costruzioni nel 1992, una figura in vetroresina dorata di oltre cinque metri, per il Barbican Centre di Londra nel 1993-1994 e una Madonna con Bambino di terracotta, per la chiesa del Corpus Domini a San Miniato alle Scotte (Siena) nel 1994. Le terrecotte presentate nel film di Bertolucci sono state esposte nella mostra Forme nel verde ospitata agli Horti Leonin di San Quirico d’Orcia nel 1996. Altri importanti eventi espositivi sono stati: nel 1998 allo Spazio Krizia di Milano Terracotte Toscane, a Roma Roma Natura 2000: 14 sculture di terracotta, a Ravello Sculture in terracotta, marmo e legno e a Londra alla Berkeley Square Gallery Terracotta Sculture, per poi proseguire nel 2000 a Pietrasanta, a Firenze, a Torino a Palazzo Cisterna e nel 2001 a Genova nella retrospettiva completa delle sue sculture presentata al Museo Medievale di Sant’Agostino. Inizia contemporaneamente una nuova stagione della scultura di Spender, che accetta la sfida del marmo: la prima testimonianza di questa nuova fase lavorativa è la mostra Il giro di Carrara in ottanta giorni, nell’estate 2000, nella Chiesa del Suffragio di Carrara. Opere monumentali di recente realizzazione sono collocate a San Giovanni Valdarno e in Olanda nei locali della Fondazione Hurks. La mostra allestita nel 2003 Le acconciature di Carrara dedicata alle acconciature esotiche della gente vista per strada, ha trovato un’ideale prosecuzione nella mostra di Siena Le contradaiole. A Pesaro vengono ora riproposte le sue celebri terracotte. Spender ha ottenute fra i vari riconoscimenti l’incarico di Professore Ordinario nella classe di pittura dell’Accademia delle Belle Arti del Disegno di Firenze e il titolo di Professore Onorario dell’Accademia di Belle Arti di Carrara, nella classe di scultura.

Osservando le sue opere si constata come la ricerca di Spender si sia nutrita nel confronto con i classici italiani, gli antichi etruschi, gli autori moderni come Arturo Martini, approdando ad una propria originalità interpretativa. Di particolare interesse le opere del ciclo di lavori narrativi, racconti legati alla vita quotidiana tradotti in terracotta smaltata e dipinta. Scene di vita reale, di tutti i giorni, filtrate dalla finestra dell’arte, che rimandano ad un gusto pop portato alle estreme conseguenze. Immagini di grande impatto cromatico in cui pittura e scultura si fondono, come nella vita all’interno di un negozio di fiori, nella boutique di eccentrici cappelli, nel negozio di lingerie seducente o il gruppo di prostitute e le surreali acconciature.

Le sculture di Spender trovano nel Castello Sforzesco una cornice ideale – ha dichiarato l’assessore alla Cultura Vittorio Sgarbi –. Il visitatore potrà ripercorrere il cammino dell’artista attraverso un’ampia antologia delle sue opere, presentate in un allestimento capace di isolare le sculture in una dimensione teatrale, di creare gruppi scultorei che raccontano storie e inscenano episodi e racconti.

La mostra milanese, il cui catalogo è curato da Caleidoscopio Edizioni, è un invito a non fermarsi alla superficie delle cose, superando la contingenza della cronaca e del tempo.

G.Scotti

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