La mostra è visitabile fino al 22 ottobre

Trieste, Salone degli Incanti (ex Pescheria Centrale): in mostra il rapporto tra il famoso marchio del caffè Hausbrandt e la città di Trieste

  Cultura e società   

La mostra, dedicata ai 130 anni di caffè e di design del marchio Hausbrandt, illustra il rapporto tra la società e il passato glorioso del capoluogo giuliano, grazie ad una bella selezione di foto storiche.

Una volta si compravano i chicchi di caffè e li si tostava a casa, ma, poi, sul finire dell’Ottocento, a Trieste, vale a dire nella città che rappresentava il porto dell’Impero austro-ungarico, Hermann Hausbrandt cominciò a vendere il caffè già tostato.

Trieste, lo sottolineiamo è la “città del caffè”: qui, infatti, i chicchi venivano e vengono tuttora lavorati, tostati, macinati, serviti in locali storici, alcuni dei quali ancora esistenti.

Hausbrandt, fin dai suoi esordi si è affidata alla pubblicità per promuovere il suo caffè tostato, coinvolgendo grandi nomi di primo piano.

Hausbrandt scelse, così, Leopoldo Metlicovitz, che, negli anni Venti, disegnò alcune locandine, variando gli stili ed utilizzando sia un lettering più tradizionale sia dei font moderni per quell’epoca.

Sua, ad esempio, è la serie di bozzetti destinati a formare, in scala maggiore, una lunga insegna per Casa Hausbrandt: i dieci disegni raffigurano uomini e donne stilizzati, inseriti in una struttura architettonica ad archi (come le “barchesse” delle ville venete) e i cui abiti formano il nome della società.

Poi, Hausbrandt scelse Luciano Biban, al quale si deve l’invenzione del logotipo di Hausbrandt, usato ancora oggi pur con rivisitazioni che vengono illustrate nell’esposizione.

Biban, ad esempio, creò la moka umanizzata che beve un caffè mentre dalla tazzina si sprigiona il claim “Che piacere … un buon caffè”: immagine riprodotta su tutti i materiali pubblicitari, sui vassoi, sulle tazzine, sui barattoli.

Sono esposti anche alcuni bozzetti degli anni Trenta, prodotti da una Premiata Agenzia Pubblicitaria che riprendono alcune locandine di Fortunato Depero

Precisiamo che, negli anni Ottanta del secolo scorso, c’ stato un cambio di proprietà (il gruppo Hausbrandt è, ora, nelle mani di Martino Zanetti, pittore astratto), che ha comportato una nuova scelta di colori, il rosso e l’oro, e una semplificazione formale, pensata da Robilant e Associati.

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