L’industria vinicola è in cima alla speciale classifica relativa alla bilancia commerciale del made in Italy “tradizionale”

Vinitaly 2023: un’ottima annata

  Food and beverage  

Se prendiamo in considerazione i numeri con i quali si è conclusa la 55esima edizione di Vinitaly - 93 mila presenze complessive, di cui 29.600 straniere - non possiamo che definirla così: un’ottima annata! La crescita rispetto allo scorso anno è stata quasi totalmente determinata dagli ingressi di buyer esteri (+20% circa) provenienti da 143 paesi, che in questa edizione hanno rappresentato un terzo del totale degli operatori accreditati.

D’altronde, non ci si poteva aspettare un risultato diverso poiché, come evidenziato nell’analisi dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly, l’industria vinicola del Belpaese vale 31,3 miliardi di euro, impegna 530 mila aziende con circa 870 mila addetti ed è in cima alla speciale classifica relativa alla bilancia commerciale del made in Italy “tradizionale”, quello delle 4A (Abbigliamento, Alimentare, Arredamento, Automazione), che vale ogni anno circa 200 miliardi di euro.

I dati non sono così confortanti se diamo uno sguardo ai vini rossi che, in base ai numeri forniti sempre dall’Osservatorio UIV-Vinitaly, sulle esportazioni di vino dai principali paesi produttori, scendono, tra il 2016 e il 2022, dal 55% al 44% del totale. Non altrettanto si può dire per i bianchi che sono cresciuti dal 29% al 33%, i vini frizzanti dall’11% al 15% e quelli rosati dal 5% all’8%.

Qualità confermata anche per la vendemmia 2022

Per i vini di Lombardia, rappresentati da circa 200 realtà in uno spazio di 3.300 metri quadrati, l’ultima vendemmia, pur caratterizzata da condizioni meteorologiche estreme (siccità), si è chiusa con una produzione fatta per la maggior parte da vini a Denominazione di Qualità per cui nove bottiglie su dieci dell’annata 2022 saranno DOCG, DOC o IGT.

In Piemonte, Asti Spumante e Moscato d’Asti

Realtà consortile più antica in Italia e antesignano delle bollicine aromatiche, l’Asti Docg si presenta tra le denominazioni più futuribili e spontaneamente trendy, con proposte che spaziano dalla mixology a base di Asti spumante alle versioni “naturalmente” low alcol del Moscato d’Asti, protagoniste di abbinamenti inediti in cucina. Per le sue caratteristiche di persistenza, di grande gradevolezza ma anche con una percezione di sapidità data dalla grande mineralità, questo vino è anche abbinabile a piatti di pesce o piccanti e speziati per un effetto shock che bilancia gusto e olfatto.

Non solo vino, uno sguardo anche a Sol & Agrifood

Con Sol&Agrifood, la rassegna dell’agroalimentare di qualità, la Fiera di Verona è diventata punto di riferimento internazionale anche per i comparti dell’olio extravergine di oliva, della birra artigianale e, novità della 27^ edizione, anche del sidro.

L’obiettivo di Sol&Agrifood è quello di sottolineare il significato della territorialità delle produzioni, legata alla materia prima e al metodo di produzione, frutto di tradizioni locali italiane ed estere non riproducibili altrove, capace di evolvere mantenendosi fedele alla propria origine.

Il settore lattiero caseario è uno di questi. In una degustazione verticale di sei formaggi cooperativi italiani in abbinamento ad altrettanti vini - guidata da Alberto Marcomini, giornalista enogastronomico, esperto mondiale del settore caseario e Francesco Galeone, Maestro Assaggiatore di Vino, Delegato ONAV Verona e Sommelier - è stato possibile scoprire le caratteristiche tecniche ma anche la storia e i valori racchiusi in ciascun prodotto proposto: dalla ricotta abbinata a una Malvasia dry all’Asiago con 30 giorni di stagionatura degustato insieme a un Verdicchio dei Castelli di Jesi metodo Charmat; dal Dolomiti abbinato a una Ribolla Gialla 2021 al Piave con stagionatura di sei mesi degustato con un Lessini Durello Metodo Classico e infine il formaggio Piave selezione oro (invecchiato tra i 12 e i 15 mesi) con un Trento Doc 100% Chardonnay Extra Brut oltre al Comelico (formaggio a pasta semicotta prodotto con latte vaccino a crudo parzialmente scremato, caglio e sale) degustato con un Rosè Millesimato 2017.

Rosella Trombetta

 Versione stampabile




Torna